Capitolo 13

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"Buongiorno papà"salutò James dalla cornetta del telefono

"Ti ricordi di avere dei genitori ogni tanto" anche se quello doveva essere un rimprovero, Carl aveva un tono scherzoso

"Mi servirebbe un aiuto. Dovrei trovare un nuovo fornitore di zolfo. Purtroppo non posso contare più su Mr. Collins" disse il più giovane

"James Anderson, cosa hai combinato?" rispose serio

"Niente" si affrettò a dire l'altro

"Me lo racconterai di persona, quando possiamo incontrarci?"

"Va bene! Vi aspetto domenica a pranzo"

"Ci vediamo"

Stava per staccare quando il padre gli ricordò:

"Ti ricordi Meyer? Friedrich Meyer? Era il mio fornitore di zolfo prima che Collins aprisse la sua attività"

"Mh..Non ricordo"

"Adesso è il figlio che si occupa dell'azienda. Dovrebbe chiamarsi Jacob o Jackson...Ah si! Jack!"

"E hai almeno un recapito per contattarlo?"

"Certo! Non sono mica uno smemorato come te?!"

"Ah ah" rise in modo sarcastico aggiungendo "Ci vediamo domenica!"

"Va bene, ciao!"lo salutò il padre

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Arrivata domenica Carl e sua moglie Clarissa si recarono a casa Anderson per partecipare al pranzo di famiglia. I nipoti corsero tra le braccia dei nonni che non vedevano da tanto. Il pranzo fu molto tranquillo e, dopo il dolce, James e il padre decisero di passare il pomeriggio in terrazzo per parlare dei loro affari.

"Allora, cosa è successo? Perché Mr. Collins non collabora con la nostra azienda?"chiese Carl

"Ehm...Mr. Smith è venuto al corrente di una cosa che non doveva sapere" dichiarò James

"Cosa c'entra lui adesso?"domandò stranito l'altro

James spiegò al padre che aveva collaborato con sua moglie nell'apertura di un negozio per le suffragette e le aveva aiutate per le manifestazioni. Il padre rimase sorpreso a questa scoperta, ma non interruppe il figlio che continuò dicendo:

"Penso che Smith lo sospettasse da tempo e aspettava il momento giusto per ingannarmi, ci è riuscito. Ne avrà parlato sicuramente con Mr. Collins che, come lui, è contro alle suffragette e gli avrà ordinato di non avere più contatti con me".

Carl non si aspettava una dichiarazione del genere, ma voleva aiutare il figlio a rimediare. 

"Sai che ti sei messo in un bel guaio? Avere dei fornitori nelle vicinanze fa sempre comodo. Inoltre Smith è una persona molto importante, ti renderà la vita difficile. Ti consiglio di contattare Meyer al più presto!"disse il padre scarabocchiando qualcosa su un foglio

"Si è fatto tardi, è ora di andare!" esclamò guardando l'orologio

Si alzò e poggiò il biglietto sul tavolino davanti a loro. Ci fu una folata di vento mentre stava per rientrare. 

"I tempi stanno cambiando" sussurrò Carl 

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Il giorno dopo James contattò Meyer con una lettera per chiedergli un incontro.

"Egregio Mr. Meyer,

sono James Anderson, figlio di Carl Anderson. Suo padre ha collaborato con la azienda di armi per molti anni ma, per motivi di praticità lavorativa, abbiamo perso i contatti. Così le scrivo per riallacciarli e mi farebbe piacere se lei venisse direttamente a casa mia per parlarne di persona, se è interessato a collaborare con la mia attività. La ringrazio in anticipo e rispetterò ogni sua decisione.

Distinti saluti,

James Anderson"

Non molto dopo, James ricevette la risposta affermativa di Meyer: sarebbe arrivato dopo pochi giorni. 

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La vettura di Meyer varcò il cancello di casa Anderson. L'autista, una volta parcheggiato, scese dalla macchina e aprì lo sportello. Dall'auto uscì un ragazzo della stessa età di James dai capelli neri e gli occhi verdi. L'inglese accolse l'ospite e si rintanarono nello studio per parlare degli affari. Intanto Emily arrivò per svolgere il suo lavoro, come ogni giorno. 














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