Capitolo 4

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BAYLEE POV

Quando avevo sentito il suo nome mi era crollato il mondo addosso.
Erano passati tre giorni, il compleanno di mia madre era passato, e io continuavo a cercare scuse con mia cugina per non andare a cena da loro.
Nathalie aveva ragione... mia cugina era uguale a me di carattere, lo era sempre stata. A Jason non avevo mai parlato di Katherine, e di conseguenza non potevo neanche dire che lo aveva fatto per ripicca, per quel che sapevo.
Passavo tutto il tempo con Maddy, e ormai l'aveva conosciuta anche Nathalie, ed era venuta a conoscenza del carattere molto simile a quello di Jason. Un carattere che non sapevo avesse, dato che lo aveva da bambino e poi è cambiato.
E a proposito di Jason, non lo avevo più visto dal giorno in cui venne a dirmi dei genitori, e ancora non si erano fatti vivi neanche loro.

Spensi la TV e mi alzai dal letto lentamente per non svegliare Maddy e uscii dalla camera andando nella piccola cucina. Ero ricca, avevo un lavoro stupendo in Inghilterra che avevo dovuto lasciare, e adesso ero alla ricerca di un altro lavoro qui, ma comunque avevo abbastanza soldi da parte per poter andare avanti ancora un po' senza problemi... e avevo preso un piccolo appartamento per non dover stare con mia madre e poter mettere soldi da parte.
Aprii il frigo prendendo una bottiglia d'acqua e ne versai un po' dentro un bicchiere iniziando a bere, ma mi bloccai appena sentii il campanello suonare e alzai un sopracciglio confusa.
Riposai la bottiglia in frigo e andai ad aprire trovandomi davanti proprio la persona che speravo stesse il più lontano possibile da me.
《Katherine》, dissi sorridendo falsamente mentre lei sorrideva felice.
《Posso?》, chiese indicando la casa e dando una piccola sbirciatina dentro da fuori.
Mi spostai per lasciarla entrare mentre cercavo di non sbuffare, e appena entrò chiusi la porta e le feci cenno di seguirmi ma di fare silenzio, e lei annuì confusa facendo come le avevo detto.
Una volta in cucina si sedette sullo sgabello davanti al bancone mentre io rimasi in piedi.
《Ogni volta non potevi venire e quindi ho chiesto alla zia dove abitavi, e sono venuta io》, disse sorridendo e io rimasi in silenzio. 《Mio marito non è potuto venire, gli dispiace tantissimo ma sta lavorando molto ultimamente... sono nei casini perché una loro dipendente si è licenziata, ovvero la sua segretaria, e non riescono a trovarne un'altra entro lunedì mattina.》
Subito mi balenò in testa un'idea.
Potevo risultare stronza, sì... ma Katherine non era la ragazza che faceva vedere a tutti, e lui sarà stato anche uno stronzo, da adolescente, ma non si meritava un diavolo come lei.
《Io ho lavorato in un'azienda famosa in Inghilterra, sono arrivata ad essere la segretaria del capo in poco tempo e magari potrei propormi io, anche perché mi serve un lavoro》, dissi guardandola mentre lei si irrigidiva fissandomi ma poi assottigliò leggermente gli occhi come se stesse pensando e annuì lentamente.
《Potresti provarci, se vuoi posso dire a mio marito che sei mia cugina e vedrai che ti assumerà subito》, disse tornando a sorridere ma subito parlai.
《Oh no, non ti preoccupare, non mi piace avere qualcuno che mi raccomandi, ma comunque grazie lo stesso》, dissi sorridendole e poi continuai.《Dove lavora?》
《Alla Carter Inc.》, disse guardandomi e sospirò. 《Sicura che non vuoi il mio aiuto?》
Annuii solamente sorridendo e mi sedetti, ma subito dopo arrivò una domanda che non mi aspettavo, o almeno non del tutto.
《Perché mi hai detto di fare silenzio, prima?》, chiese confusa e si guardò intorno ma si bloccò appena vide mia figlia in piedi all'entrata della cucina, e io sbiancai. 《Non sapevo avessi avuto una sorellina... ciao, io sono Katherine, ma puoi chiamarmi Kat》, disse guardandola e ridendo.
《Io sono Maddy, e sono sua figlia》, disse acidamente la bambina, e venne verso di me allungando le braccia per farsi prendere in braccio e l'accontentai.
《Figlia? Perché non mi hai detto niente?》, chiese confusa guardandomi.
《Perché non abbiamo quel tipo di rapporto dove ci diciamo tutto, quindi non ne vedevo il motivo》, dissi ovvia e lei ci rimase male, ma poco mi importava.

Circa un'ora dopo andò via e io presi il telefono componendo subito il numero di mia sorella, che rispose al secondo squillo.
《Dimmi Bay》, disse mentre sentivo il traffico di sottofondo, segno che stava guidando.
《Ho un piano, e tu dovrai aiutarmi》, dissi solamente e feci un sorriso malefico.


JASON POV


《In che senso nessuna è stata la candidata perfetta?》, mi chiese esasperato Aaron. 《Jason, siamo nella merda più totale.》
《Lo so, ma cosa ci posso fare se nessuna di loro è qualificata abbastanza?》, dissi seriamente restando seduto sulla poltrona girevole che stava dietro alla scrivania del mio ufficio. 《Comunque, almeno tu hai trovato qualche informazione su quei documenti di mio padre? Nolan non ha trovato niente.》
《Sì, te lo stavo per nominare》, disse e continuò. 《A quanto pare, tuo padre passa delle informazioni su questa azienda all'azienda di Christopher, ma non ho capito ancora il perché.》

《Che cosa c'entra mio padre con lui?》, chiesi confuso mentre Aaron alzava le spalle per farmi capire che non lo sapeva. 《Ascolta, se ti faccio avere qualche dato che trovo sul suo portatile, riesci a fare qualcosa in più?》
《Ci posso provare, certo》, disse e annuii passandomi una mano sulla barba.
In quel momento sentii bussare alla porta. 《Avanti》, dissi e poco dopo vidi la porta aprirsi mentre una ragazza che lavorava per me mi guardava imbarazzata. 

《C'è sua moglie, sta chiedendo di lei. Non ha trovato nessuno fuori a cui chiedere informazioni e si è avvicinata a me. Le ho detto che è impegnato, ma insiste e non so più cosa fare. La faccio entrare?》, chiese balbettando e la guardai confuso annuendo mentre lei andò via.
Poco dopo la vidi entrare sorridendo ma subito diventò seria vedendo Aaron.

《Ehi, Kat, come mai sei qui?》, chiesi confuso mentre Aaron si alzava.
《Io vado, poi mandami quelle cose, Jay》, disse mentre io annuii e lui andò via.
《Ero da mia cugina, quella dove dovevo andare stasera, e quella che ho invitato a cena ma che non ha ancora trovato del tempo libero》, disse e annuii senza capire dove volesse arrivare. 《E le ho detto che stai cercando una segretaria, lei mi ha detto che dove abitava prima era la segretaria del capo e quindi a mia volta le ho detto che magari poteva venire qui a parlare con te.》
《Kat, può essere tua cugina, tua sorella o anche tua madre, ma se non ha l'esperienza che cerco io, allora non la assumerò. Quindi non cercare di mettere una buona parola per lei》, dissi seriamente guardandola e lei arrossì. 

《Non lo sto facendo, anche perché lei stessa non vuole. Non voleva che te lo dicessi, ma comunque volevo che ne fossi al corrente》, disse guardandomi e feci una smorfia. 《Anche se...》
《Anche se... cosa?》, la guardai e si morse il labbro. Sapevo che stava cercando le parole per far sì che, alla fine, io decidessi di assumere la cugina.
《Ha una figlia, penso abbia più o meno due anni, o anche tre, e avrebbe tanto bisogno di questo lavoro》, continuò sospirando. 《Ti prego, dalle una chance senza farle fare il colloquio completo, sono sicura che non te ne pentirai.》
Sospirai passandomi una mano tra i capelli e chiusi gli occhi per due secondi per poi riaprirli e fissarla. 《Va bene, come si chiama? Almeno capisco che è lei》, dissi prendendo un foglio e una penna, pronto a scrivere.
《Baylee Jensen》, disse e subito alzai gli occhi dal foglio fissandola. 《Che succede?》
《Niente》, risposi seriamente contraendo la mascella e scrissi il nome senza dire altro.


《Quindi mi stai dicendo che lei vuole fare un colloquio con te? Di sua spontanea volontà?》, chiese Aaron confuso mentre stavamo seduti al bancone di un bar.
《Esatto, e qualcosa non quadra. Non ha senso》, dissi seriamente scolandomi tutto il bicchiere di bourbon e posandolo, poi, sul bancone. 《Se crede che vivrà una favola, lavorando per me, si sbaglia》, dissi per poi continuare. 《Ho un piano, e tu dovrai aiutarmi.》

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