Capitolo 11

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Appena le ragazze arrivarono alla partita Lauren andò negli spogliatoi mentre Camila, Normani e Ashley andarono sugli spalti, Lauren cercò di tranquillizzarsi il più possibile, anche se effettivamente non era molto semplice, sospirò e vide Keana e Alexa avvicinarsi

"Ehi Laur, sei pronta?"

Disse Keana, Lauren in realtà non lo sapeva, però annuì con convinzione, chissà, magari si sarebbe convinta con le sue stesse parole.
Sospirò sistemandosi i pantaloncini e poi annuì, come per dire che sarebbe andato tutto bene. Era la prima partita della stagione e lei di certo non poteva fallire. Giocava come playmaker, un ruolo tanto difficile quanto divertente.

Le ragazze uscirono dallo spogliatoio e vennero accolte da un boato che indicava che la folla che stava sugli spalti, Lauren dedico un sorriso radioso a tutti loro, ma con lo sguardo cercava solo una persona, che fortunatamente trovò.
Camila era seduta nella terza fila e stava sorridendo a Lauren che reciprocò l'azione.

"Dai Laur, spacca tutto come sempre!"

Disse Alexa, era la verità, Lauren aveva sempre spaccato, aveva sempre giocato bene, tranne contro i Chicago Bulls...decise di scacciare quel pensiero scuotendo la testa e andò al centro del campo dove la capitana delle Denver Nuggets aspettava desiderosa di iniziare.

Appena gli occhi di quest'ultima di posarono su Lauren si leccò le labbra, Lauren alzò un sopracciglio e fece di tutto per rimanere concentrata.

L'arbitro si avvicinò a loro con il fischietto il bocca e la palla nella mano destra, con la mano sinistra mise un confine fra le due ragazze che allentava sempre di più facendo il countdown.

"3...2...1..."

E il boato di un fischio riempì la stanza, Lauren si affrettò a prendere la palla e modellarla per un secondo sulle sue mani per poi passarla a Keana, che vedendo Alexa libera sull'altra ala gliela passò velocemente, Lauren intercettò il prossimo movimento di Alexa calcolando che sicuramente l'avversaria, che era anche la capitana delle Nuggets, le avrebbe sicuramente tolto la palla, Lauren si posizionò quindi alla destra di Alexa aspettando il passo falso.

E così successe. Lauren recuperò la palla e cominciò a correre, a pochi centimetri dal canestro fece un salto e ci si aggrappò per poi mettere la palla nel canestro e far guadagnare due punti alla sua squadra.

La capitana delle Nuggets guardò Lauren con sempre più interesse, così tanto far storcere il naso a Camila, che la fulminava con lo sguardo.

A Lauren venne passata nuovamente la palla e lei si affrettò a palleggiare per poi tirare e fare un tiro da tre punti.

Giocare era davvero una cosa eccitante, Lauren amava la sensazione che sentiva giocando, quella sensazione che tutto quanto fosse al suo posto, che tutto andasse bene e nulla potesse scalfire quella felicità.

Ed era per questo che amava Camila. L'amaca? Era troppo presto? Si l'amava, ma non sapeva se era troppo presto, si morse il labbro frustrata mentre la palla riempiva di nuovo il canestro.

Amava Camila perché la faceva sentire libera, felice, senza preoccupazioni, come una bambina che non deve fare null'altro se non amare le persone che le stanno accanto. E voleva Camila accanto per sempre, non le importava il fatto che probabilmente era troppo presto.

La partita si concluse 80-36 per i Lakers, ovviamente avevano vinto, e Lauren aveva fatto più della metà dei canestri.

Andò immediatamente a lavarsi, voleva tornare da Camila e darle un bacio, dedicarle la vittoria e baciarla di nuovo.

Il loro rapporto si era sviluppato in modo così bello in poco tempo e Lauren non riusciva a non esserne felice, insomma, lei e Camila erano  diventate così tanto.

"Complimenti Jauregui!"

Esclamò un'Alexa in reggiseno andando ad abbracciare Lauren che si stava mettendo la maglia, le due si strinsero e a interrompere quel momento fu Camila che non togliendo un secondo lo sguardo da Alexa disse

"Lauren, amore, vieni, dobbiamo andare"

Camila enfatizzò la parola amore facendo strabuzzare gli occhi sia a Lauren che ad Alexa, che guardava Camila con uno sguardo che so loro due potevano interpretare, Lauren se ne accorse e decise che più tardi avrebbe chiesto tutto a Camila.

Prese il borsone e salutò le sue compagne di squadra che si congratularono un'altra volta con lei per l'ottima partita prima di uscire dal palazzetto dove si era tenuta la partita.

Una scarica di persone la assalì e Lauren fece immediatamente affidamento ai suoi due assistenti per la sicurezza.

Lauren con da piccola odiava i posti pieni di persone, odiava essere circondata, quindi quando non aveva ancora la sicurezza le era capitato di avere degli attacchi di panico che però non aveva mai svelato a nessuno, convinta fosse una cosa passeggera.

Salì in macchina tenendo Camila per mano, era ancora sconvolta da quello che aveva detto la cubana, non ci poteva credere, l'aveva chiamata amore perché effettivamente l'amava  o l'aveva chiamata così per qualche altro motivo?

Lauren questo non lo sapeva, cercava solo di fare affidamento al suo autocontrollo.

"Complimenti Lolo"

Disse Camila prima di dare un piccolo bacio a Lauren che sorrise facendo sparire ogni tipo di pensiero dalla testa, Camila cancellava ogni preoccupazione, le sue labbra erano come una gomma, e le preoccupazioni di Lauren erano scritte a matita, ma solo la gomma di Camila riusciva a cancellarle.

"Grazie Camzi"

"Dobbiamo festeggiare"

Esclamò Ashley sorridendo a Lauren, la quale annuì un po' confusa, non aveva idea di cosa volesse fare Ashley per festeggiare.

"Andiamo in discoteca stasera, tanto domani non hai allenamento, è domenica, e Camila non ha il turno al bar"

Lauren annuì non molto convinta, ora sarebbe andata a casa sua a cambiarsi per poi ritrovarsi con Camila e le altre direttamente davanti al locale. Ed era agitata. Ma faceva bene ad esserlo visto che Camila quella sera aveva deciso di torturarla. (In senso buono ovviamente)

Sucker For You (LAUREN G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora