~34~ Obviously

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Forse perché mi ritrovai nello stesso punto, forse per qualche altro motivo a me ignoto, fatto sta che non appena mi trovai al centro della camera ebbi la sensazione di essere già passato di lì.

È la tua camera, cretino. Ovvio che ci sei già passato.

Non ne ero del tutto convinto. Cioè, era ovvio che ci fossi già passato, essendo quella camera mia, ma tentai comunque di capire l'origine del deja-vu. E ci riuscii perfettamente dopo poco tempo: la prima volta che Thomas era stato a casa mia, più precisamente quando io tentai malamente di medicare il taglio che mi ero fatto nel tentativo di salvare il portatile. Quando mi trovai il viso di Thom a pochi centimetri dal mio. Quando per farmi stare fermo mi dovette tenere stretto con le sue braccia muscolose. E quando il mio soldatino decise di mettersi sull'attenti senza che io avessi impartito ordini. Già. Fino ad allora avevo tentato in ogni modo possibile di dimenticarmi di quella vicenda; del resto, io e Thom nel giro di pochi mesi eravamo riusciti finalmente, dopo quattro anni, ad avere un rapporto più o meno normale, se escludiamo le sue innumerevoli stravaganze e il mio odiare quasi ogni cosa (su questo, però, stavo lavorando, ed ero riuscito ad ottenere risultati abbastanza soddisfacenti: ero addirittura riuscito a rivolgere la parola anche a quella gallina di Lettice). Non riuscivo a capire perché una cosa del genere doveva venirmi in mente proprio in quel momento. In quel punto della mia camera ci ero passato decine di volte dopo quell'avvenimento. Eppure, non riuscivo a togliermi di testa il fatto che il soldatino... In quell'occasione avesse disobbedito agli ordini.

E a quel punto, la mia testa mi diede il colpo di grazia, poiché cominciai a pensare alle faccende di amore. Nei miei diciassette anni di età, non mi ero mai innamorato di nessuno. Nemmeno quando ero più piccolo, a dodici/tredici anni, che è l'età in cui si prendono le prime cotte. Nessuna ragazza mi aveva mai attratto particolarmente, e allo stesso modo nessuna ragazza era attratta da me. Il motivo, pensavo, era il mio essere stato sempre così asociale ed aver sempre odiato più o meno tutto il genere umano che mi circondava. In compenso, avevo letto tantissimo dell'amore, da un numero indicibile di libri, ed ero del tutto sicuro di non essere innamorato nemmeno un po', perché non mi rispecchiavo in nessuna delle caretteristiche che distingue gli innamorati descritti nei libri. Per non parlare poi del sesso. Era un argomento che non mi aveva mai interessato particolarmente, tanto che, in quel pomeriggio estremamente imbarazzante con Thomas, ebbi la conferma che il mio povero amico di sotto, del tutto abbandonato a sé stesso, fosse ancora funzionante. Poiché nessuna ragazza aveva mai attiratto la mia attenzione, consideravo l'argomento sesso un fallimento totale. Ero a conoscenza dell'esistenza di un gruppo di persone chiamate asessuali, e non ero troppo lontano dal pensare che ne facessi parte anche io, data la totale assenza di amore o desiderio nella mia vita. Mi domandai quindi come mai il corpo di Thomas avesse scatenato in me una tale reazione quel giorno. Decisi però di pensare alla risposta dopo aver controllato il telefono, e aver risposto a dovere a chiunque avesse osato disturbarmi nella lettura.

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