~40~ You knew

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E l'ora di recupero arrivò. Entrammo in quella classe ormai per me così familiare, quasi più che le aule normali, e ci mettemmo a sedere ai nostri banchi. Fui lieto di notare che il sottobanco di Thomas era stracolmo di libri come sempre. Dopo poco però, Thom si alzò dalla sedia: tirò fuori tutti i libri che teneva stipati sotto il suo banco, e con una velocità supersonica li mise tutti in ordine, incastrandoli con una tale maestria che sembrava stesse giocando a Tetris. Lo stesso fece coi segnalibri: quelli non occupati a tenere il segno delle pagine finirono tutti raggruppati sopra la sua costruzione, premuti a forza contro la parte inferiore del banco. Sperai dentro di me che non ci fossero chewing gum lì sotto. Fatto ciò, Thomas si diresse con tutta tranquillità verso di me, e si posizionò a sedere sopra il banco accanto al mio, con le gambe che gli penzolavano. Poiché io mi trovavo soltanto su una normale sedia, mi sembrava ancora più alto del solito. Non riuscii bene a capire il perché, anzi, in realtà non ci feci nemmeno caso, ma stavolta non mi dava fastidio la sua statura così imponente. Sapevamo entrambi che la Holling non sarebbe entrata per fare lezione. Quella mattina infatti, avevo ideato il piano: avrei chiesto aiuto a Matt. Sebbene non facesse esattamente parte della branca di persone che mi stavano simpatiche, conoscevo bene la sua pigrizia e voglia di non fare niente. Sarebbe stato facile per lui convincere Thomas a fare un qualche scherzo alla Holling, in modo che non si presentasse per la lezione di recupero. E Thomas, come previsto, non se lo fece ripetere due volte. La seconda parte del piano era poco definita, sostanzialmente era divisa in due parti: estrapolare a Thom la confessione, minacciarlo di raccontare a tutti della sua passione per i libri se non mi avesse dato retta. Ero ben consapevole che non avevo l'autorità né la stazza per mettere in atto la seconda parte, ma decisi di provarci comunque. Cominciai quindi con la prima parte.

"Senti ma...con Grace come va?" Cercai di sembrare il più naturale possibile. È un tipo di domanda che gli amici si fanno no?

"Perché questa domanda?" Mi guardò storto. Evidentemente la faccenda Grace lo aveva fatto impanicare.

"Non lo so, è che...insomma, non mi sembrate così...uniti ecco. Non credo di evervi visto baciarvi nemmeno una volta. E in generale è già tanto se state accanto."
Sapevo che sospettava qualcosa. Poco male, se lo meritava.

"Nanetto, dove vuoi arrivare?" Continuò a guardarmi male. Il tono della sua voce era alterato, sembrava quasi che stesse per urlarmi contro. Inoltre, mi aveva chiamato di nuovo nanetto, e senza correggersi.

"Bho, non sono esperto di queste cose. Ma sei sicuro che sia così che si comportano le coppie? Mentre tutti stanno appiccicati tutto il giorno voi a malapena vi guardate"

Scese di scatto dal banco, dirigendosi verso di me. Era arrabbiato come non mai. Lo capii dalla sua espressione.

"Alzati!" gridò. Non obbedii.

"Alzati da quella cazzo di sedia!"

Dunque è così? Il vero Thomas è questo? È il solito bullo che non appena si sente in pericolo picchia qualcuno? Sta per fare lo stesso con me? Sono solo una delle sue vittime quindi? E tutta quella faccenda dell'essere amici l'ha dimenticata? Evidentemente sì. Non sono altro che un nanetto da picchiare.

L'idea di essere ritornati all'inizio non mi piaceva. Ma avevo deciso di arrendermi. In Thomas Wright non c'era, né c'era mai stato niente di buono. Stupido io che mi ero fidato. Non tentai nemmeno di ribellarmi quando Thomas, preso dall'ira, mi spinse verso la parete più vicina alla mia sedia, né quando, nel fare questo, lo spigolo di un banco si ficcò dritto dritto dentro la mia coscia. Ero pronto a ricevere le botte. Ne avevo ricevute tante prima di fare amicizia con Thomas, ero una vittima facile. Sapevo come funzionava. Prima ti metteva al muro. Poi ti diceva qualcosa di estremamente odioso. Se erano presenti altre persone, ridevano. Altrimenti, rideva lui da solo. Ed in quel momento, tutto coincideva. Le mani di Thomas premute contro il muro, in modo che io non potessi in alcun modo spostarmi, il suo volto arrabbiato, mancavano solo le altre persone. Mi guardò di nuovo malissimo.

"Quindi tu lo sapevi!"

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