Thomas POV
Mi trovavo nella biblioteca della scuola. Più che una biblioteca, era uno sgabuzzino polveroso riempito di libri e volumi premuti a forza contro gli scaffali, tanto che questi ultimi sembravano esplodere da un momento all'altro. Sulle mensole non c'erano solo libri, ma ogni genere di oggetti e macchinari: una vecchia macchina da scrivere, dalla quale metà delle lettere molto probabilmente erano saltate via anni e anni prima, aveva il suo posto sopra una decina di libri sullo scaffale di fronte alla porta; un ombrello nero, anche se per la polvere ormai era diventato grigio chiaro, con almeno cinque o sei buchi nella tela, e tre o quattro stecche rotte, stava appoggiato all'angolo formato dagli scaffali a destra dell'entrata; alcune macchinine rosse e verdi, anche se era difficile distinguerne il colore, sia per la polvere, sia perché il lungo tempo che avevano passato lì aveva fatto in modo di rimuovere a pezzi la vernice, erano sparse ovunque: sopra i libri, accanto ad essi, per terra, una era addirittura finita dentro l'ombrello e una era incastonata al posto di una lettera sulla macchina da scrivere. Cosa ci facessero delle macchinine dentro la biblioteca di una scuola non mi era dato saperlo; per terra, oltre ai centimetri di polvere, c'era un tappetino rosso e qualche lettera proveniente dalla macchina da scrivere sparsa qua e là. Avevo deciso che quel posto era il luogo perfetto per incontrarci col mio gruppo. Nessuno ci entrava mai, e, soprattutto, nessuno si accorgeva se qualcuno era all'interno. Questo per due motivi: c'era una sola finestra, piccolissima, posta sulla stessa parete della porta, che dava quindi sul corridoio. Nonostante rimanesse sempre socchiusa, era troppo in alto rispetto alla porta e troppo piccola perché qualcuno potesse sentire i rumori provenienti da dentro, e allo stesso modo era impossibile sbirciare all'interno: non c'erano alunni alti tre metri che girovagavano per la nostra scuola. In secondo luogo, la stanza era provvista di due sole fonti di luce: quella che filtrava dalla finestrina, e quella prodotta da una vecchia lampadina appesa al soffitto. L'illuminazione non era quindi sufficiente affinché da fuori ci si potesse accorgere che qualcuno si trovava là dentro. Una delle numerose volte che mi avevano sbattuto fuori dalla classe, ero riuscito a trovare le chiavi, che fornivano un ulteriore vantaggio: infatti, da quel momento, potevamo chiuderci all'interno, in modo da non essere disturbati. Le chiavi le avevo tenute io. Grace, Matt e Lettice per entrare dovevano o essere con me, o sperare che ci fosse uno di noi all'interno, insieme a me ovviamente, che gli aprisse.
Quel giorno però c'ero solo io lì dentro. Stavo aspettando una persona. Una persona che speravo mi stesse per riferire notizie che reputavo di fondamentale importanza. Non stavo più nella pelle. Stai calmo, calmo Thomas mi dicevo. Ma dentro di me ero tutto fuorché calmo. E avevo le mie buone ragioni per non esserlo. Non avevo idea di che ore fossero. Nell'ansia totale in cui mi trovavo, avevo lasciato il telefono in classe, sotto al mio banco. Era la prima volta che io, Thomas Wright, ero stato preso dall'ansia. Non era mai successo in vita mia. Mi chiedevo da quanto tempo mi trovassi lì ad aspettare. Finché tre colpi secchi indicarono che qualcuno stava bussando alla porticina.
"Oi Thom! Ci sei?" Era una voce di ragazza.
"Identificati"
"Apri immediatamente questa porta o torno indietro a dare spiegazioni non sulla mia identità, ma su quella di W. Muoviti."
*-*-*-*
Salve a tutti! Ho due annunci importantissimi da fare:
1) Chiedo umilmente scusa se aggiorno veramente poco. In origine mi ero prefissata l'obiettivo di aggiornare una volta a settimana, la domenica o il sabato. Peccato che esista il fattore scuola, che purtroppo mi impedisce di aggiornare con continuità. Avete presente quando per settimane non si fa niente e poi in un'unica settimana abbiamo stipati tipo 5 compiti più tutte le interrogazioni? Ecco, la mia situazione è questa. Ma passiamo al punto due, il più importante:
2) Don't You Trust Me? è prossima alle 600 letture, ed io nemmeno me ne ero accorta! Vorrei ringraziarvi tantissimo per questo, perché, onestamente, non me lo aspettavo. Chissà, magari arriveremo a 1000 prima o poi... A questo proposito, mi farebbe piacere se commentaste. Vorrei sapere cosa ne pensate, se e cosa posso migliorare, e così via.
Detto questo, Sayonara a tutti! 🌸
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Don't you trust me?
RomantizmJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...