Mi trascinò a passo spedito per almeno cinque minuti attraverso tutti i corridoi della scuola, facendo avanti e indietro varie volte, ed evitando il più possibile ragazzi e professori. Finalmente si fermò davanti ad una porticina tutta rovinata, e tirò fuori un mazzo di chiavi, altrettanto rovinato.
"Grace, ma questa non è...?"
"Zitto". Dopo avermi ammutolito così, cominciò a cercare tra il mazzo di chiavi, e una volta trovata quella giusta, aprì la porta, che fece un rumore fastidiosissimo, e mi fece entrare. Come immaginavo, quella era la biblioteca della scuola. Era piena zeppa di polvere ovunque, sul pavimento, sugli scaffali, tra i libri, ovunque. Inoltre c'era una quantità di oggetti sparsi dall'identità ignota. Notai anche che ogni tanto, su un libro, o in terra, c'erano quelle che mi sembravano macchinine, ma erano talmente rovinate che non ero del tutto sicuro di cosa fossero. Una era persino finita sopra una macchina da scrivere, e mi sembrava incastrata al posto di una delle lettere. Ma per quanto ne sapevo io, poteva anche essere che quella lettera fosse deformata a tal punto da somigliare ad una macchina. Evitai di chiedermi come mai delle macchinine stessero dentro quella sottospecie di biblioteca. Grace si sedette in terra, a gambe incrociate, su un tappeto un po' meno polveroso degli altri oggetti.
"Allora, apri bene le orecchie"
"Non vedo cos'altro potrei fare. È appena suonata la seconda ora e mi trovo in uno sgabuzzino sudicio, sommerso di polvere, ad aspettare che tu mi dica qualcosa. Non mi pare abbia alternativa se non ascoltarti"
"Bene. Vedi non sclerare o comunque reagire in modo rumoroso."
"Perché non dovrei reagi-"
"E non cominciare a fare domande!" rispose in modo alquanto alterato.
"Sei tu che mi hai portato in questo posto così sporco. Andiamo, è da stamattina che ti comporti in modo strano. Avrò pur diritto a qualche domanda!"
"Quando hai imparato a rispondere così? Ti ha per caso insegnato Thomas? Perdi questa abitudine."
Pensai che se non altro Thomas aveva fatto qualcosa di utile.
"E tu vedi di perdere l'abitudine di apparire all'improvviso, prendermi per i polsi e trascinarmi ovunque fuorché nella direzione dove sto andando io."
"Ma io non sono mai apparsa all'improvviso"
Come no. Appari sempre all'improvviso. Come Thomas.
"E invece sì. Ad esempio quando sei piombata in classe e hai cominciato a farmi tutte quelle domande relative a W. A proposito, che fine ha fatto?"
"Quella è un'altra faccenda, ora non ti interessa"
Invece a me di W interessava. Non poteva chiedermi tutte quelle cose e poi abbandonare la questione lì, come se niente fosse.
"Invece a me int-"
"Ti avevo detto di stare zitto." Assunse un' espressione talmente irata che pensai fosse meglio darle retta. Mi aspettavo di tutto da Grace, poteva benissimo anche venirle in mente di prendermi a botte se le andava, visto che a statura mi superava lei. Che odio.
"Allora muoviti a dirmi quello che mi volevi dire."
"Arriverò subito al dunque: Thomas e io non stiamo insieme, né lo siamo mai stati."
"Aspetta, cosa?"
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Don't you trust me?
RomanceJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...