Le restanti tre ore le passai a rimuginare su quello che Grace mi aveva detto in biblioteca. Il risultato fu che non capii niente di quello che quel giorno i professori spiegarono, e, una volta finite le lezioni, mi dovetti preparare mentalmente ad affrontare altre insufficienze. Provai più volte a seguire le spiegazioni, ma la mia mente era altrove. Non riuscivo a pensare ad altro se non al comportamento assurdo di Grace e, in particolare, di Thomas. Ma che scherzo era? Non erano bambini piccoli. Che bisogno c'era di fingere di essere fidanzati? Ma soprattutto, perché Grace era venuta a dirmelo, pregandomi poi di non dire niente a Thomas?
"È così. Non stiamo insieme, né lo siamo mai stati. Non dire niente a Thomas però. Lui non sa che te l'ho detto, e so per certo che non vorrebbe che tu lo sapessi. Quindi ti prego, non dirgli nulla."
Così aveva detto. Tentai di chiedere altre spiegazioni, ma non feci in tempo ad aprir bocca che già Grace aveva aperto la porta e aveva ricominciato a marciare per il corridoio, lasciandomi lì da solo, in quella sottospecie di sgabuzzino sudicio.
Non riuscivo a trovare una spiegazione logica a tutto ciò. O meglio, mi ero fatto qualche idea, ma molti punti non tornavano. Innanzitutto, Matt e Lettice erano a conoscenza di questa farsa? Oppure anche loro, come me, ci erano cascati stupidamente e pensavano che Thom e Grace stessero davvero insieme? Ero convinto che in qualche modo ci fosse lo zampino di Thomas, ma non riuscivo né a capire dove esattamente avesse messo le mani, né quale fosse la sua percentuale di responsabilità. Avevo però la sensazione che tutta questa storia fosse opera sua. Il problema era capirne il motivo. In effetti, la maggior parte del tempo restante lo spesi nel tentativo di capire per quale ragione mi avessero mentito in modo così infantile. Mentire era sicuramente da Thomas. Ma sapevo bene che ad ogni sua azione corrispondeva una ragione valida, nobile o maligna che fosse -anche se nella maggioranza dei casi si trattava della seconda- perciò mi convinsi che quella bugia così stupida dovesse avere per forza un fine logico. Non mi restava che capire quale fosse. Fu durante la quinta ed ultima ora che mi posi tale obiettivo, ma mi resi ben presto conto che c'era un problema: a quanto pareva, Thomas non sapeva niente del tradimento di Grace. Questo significava che non avrei potuto chiedergli spiegazioni direttamente, altrimenti Grace sarebbe stata scoperta, e avrei sicuramente posto fine alla loro amicizia. Quale fosse il loro concetto di amicizia non era affar mio, anche se nutrivo grandi perplessità al proposito. Avevo tempo fino al giorno successivo per escogitare qualcosa. Avrei messo in atto il mio piano solo durante l'ora della lezione di recupero, in modo da non essere disturbati da altri studenti, soprattutto da Grace e il suo gruppo. Non mi rimaneva che aspettare.
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Don't you trust me?
RomanceJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...