~26~ Turnip Head

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Thomas POV

Quell'impiccione non poteva farmi domanda peggiore. Cosa gliene fregava a lui dei posti in cui andavo?Quell'ultimo periodo per me era allo stesso tempo magnifico ed orribile. Ero finalmente riuscito a trovare il modo di frequentare Jack. L'idea di Grace di studiare assieme era stata fenomenale. Anzi, era Grace stessa ad essere fenomenale. Le ero veramente grato. Mi aiutava in tutto, e mi sopportava senza lamentarsi mai. Chissà cosa avrebbe pensato Jack se avesse saputo che avevo preso l'abitudine di andare a casa di Grace, prima di vedere lui. Era un fatto che non doveva scoprire in alcun modo, altrimenti la mia dignità sarebbe andata a farsi friggere in un attimo. Purtroppo però, era fondamentale per me consultarmi con lei, in quanto era l'unica persona a conoscenza del fatto che mi piacesse Jack... Un ragazzo. E così, anche il giorno successivo, stavo occupando camera sua. Mentre io ero intento ad andare su e giù per la sua stanza, cosa che avevo l'abitudine di fare ogni volta che ero preoccupato o in ansia, Grace leggeva silenziosamente i suoi manga, quei fumetti giapponesi che tanto amava, ascoltando tranquillamente le mie lamentele, e rispondendomi con tutta la calma che le era possibile. Che doveva essere parecchia.

"Ieri abbiamo fatto soltanto matematica."

"E perché?"

"Non sei anche tu nella mia stessa classe? Quella megera della De Lacy ha fissato un compito subito dopo il rientro dalle vacanze."

"Lo so, ma mancano ancora quasi due settimane. Non avreste fatto meglio a studiare qualcos'altro?"

"No. Jack ha preso di nuovo insufficiente all'ultimo compito. Quindi abbiamo dovuto fare matematica. E poi, lo sai? Mi ha fatto imparare le regole che devo...dovrei rispettare per non farmi buttare fuori dalla classe. Le so tutte. Senti-"

"Sono sicura che tu le conosca tutte" e mentre diceva questo, girò una pagina del suo fumetto "ma si può sapere il motivo di tanta ansia? Hai detto che è andata bene ieri"

"Bhè sì... In realtà no. Si è lamentato del fatto che arrivi sempre più tardi ai nostri incontri."

"Per forza. Perdi sempre più tempo qui a farti domande inutili. Finisce sempre che arrivi in ritardo"

"Sì sì ma... Mi ha chiesto il motivo di tali ritardi. Ed io non ci ho pensato, e gli ho detto che non sono affari suoi. Mi sono arrabbiato, e stavo per rompergli il portatile. Di nuovo. Sono stupido, lo so. E so anche che quando fra poco andrò da lui, me lo chiederà nuovamente. Ed io non saprò cosa rispondergli, mi arrabbierò di nuovo e lui ci rimarrà male. Grace, non voglio che Jack stia male per colpa mia. Ma è un irreparabile impiccione."

"E tu sei un'irreparabile testa di rapa. Quante volte ti ho detto di non minacciarlo quando ti arrabbi? Ma tu niente, continui. Thom, non sei un bambino, dovresti essere in grado di controllare le emozioni. Fai tanto il duro, ma se Jack sentisse tutti i problemi che ti stai facendo in questo momento, anche lui riderebbe a crepapelle."

Chiuse il suo fumetto, si alzò in piedi, e lo lanciò sul suo letto con una mira perfetta, facendolo atterrare intatto sul cuscino. Poi si diresse verso di me, e con tono imperioso mi ordinò di alzarmi. Si mise dietro di me, e cominciò a spintonarmi verso la porta della camera. Sentivo che ci stava mettendo tutta la forza che aveva in corpo. In effetti, essendo più o meno della stessa statura di Jack, doveva essere difficile per lei spostare uno della mia stazza.

"Su su, muoversi! Non vorrai arrivare tardi anche oggi, no?" e, dicendo questo, mi spinse definitamente fuori dalla porta, che chiuse violentemente. Non mi rimaneva che andare da Jack.

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