Si, mi stava prendendo in giro. Vidi spuntare sulle sue labbra un sorrisetto malizioso, lo stesso sorrisetto che gli era tipico quando faceva qualche stupidaggine in classe e riusciva nel suo intento.
Era decisamente più alto di me, decisamente più figo di me, decisamente più muscoloso di me (tanto che se gli fosse passato per la testa di accartocciarmi come un foglio di carta avrebbe potuto farlo benissimo ad occhi chiusi), e decisamente più bravo a parlare di me. Tutti punti che giocavano nettamente a mio sfavore. Capii dalla faccia che stava facendo che rispondere a tono non sarebbe stata una bella idea.
Riflettei su quanti punti avessi invece a mio favore, ma non erano molti. Avevo dalla mia parte soltanto il fatto che quella era casa mia, e in quanto ospite decisamente indesiderato non poteva farmi granché. O almeno tentai di convincere me stesso a crederci."Cosa mi interessa? Hai 10 secondi per comiciare a spiegarti. Altrimenti fuori di qui." Cominciai a fare il conto alla rovescia con le dita di una mano, e indicai la porta con l'altra. Alla faccia del non rispondere a tono.
Che cazzo ho appena detto? Ora mi sbriciola
A queste parole cambiò espressione di netto, e quell'orribile sorriso sparì dalla sua faccia, lasciando al suo posto un'espressione serissima.
"Non ti devo nessuna spiegazione, non rompere"
Hey, non mi ha sbriciolato
"Non mi devi nessuna spiegazione? Perché tu lo sappia, non è esattamente rassicurante ritrovarsi un tizio davanti alla porta così a caso, e in particolar modo tu!"
Forse non mi sbriciolerà?
Stavo diventando furibondo. Non mi fidavo per niente di lui.
"Non sono affari tuoi"disse a voce bassa, mentre girava la testa dall'altra parte.
Non sono affari miei!?
Colto dall'ira, allungai il braccio sinistro, e premetti la mano sulla sua guancia, nel tentativo di rivolgerlo di nuovo verso di me. Odiavo anche chi non mi guardava mentre parlava con me.
"Si che lo-"
"HO DETTO CHE NON SONO AFFARI TUOI!"
Ecco, sono morto.
Dicendo questo, mi afferrò il braccio, stringendolo così forte che a stento trattenni un urlo di dolore. Si avvicinò a me, guardandomi fisso con gli occhi carichi di rabbia.
"Hai capito ora, nanetto?" disse con la voce più arrabbiata che avessi mai sentito. Non stava più urlando, ma il suo tono era carico d'ira, e non era difficile captarla.
"Si... " mugugnai, ancora sbigottito.
"Meglio per te" rispose lui. Si era leggermente spostato indietro, e aveva piegato la gamba sinistra sopra il divano, in modo da essere praticamente di fronte a me.
"Non ti immischiare in affari che non ti riguardano, okay nanetto?" continuò. Sebbene fossi in totale disaccordo con quello che aveva detto, specialmente la parte del nanetto, capii che non conveniva andare oltre, e mi arresi:
"Ok...scusami..."
"Lascia stare. Allora, vogliamo farla questa ricerca?" domandò mentre finiva il suo succo, che non si sa di quali leggi della fisica avesse usufruito, ma era riuscito a non rovesciarsi.
È il tizio più lunatico che abbia mai visto
Come faceva a essere così tranquillo? Io, da parte mia, ero terrorizzato. Non mi fidavo affatto di lui, si comportava in modo troppo strano per non nascondere qualcosa.
"Ah, si, la ricerca, ehm, andiamo in camera mia? Ho...ho lì la roba di scuola" borbottai.
La sua capacità di cambiare umore così rapidamente è qualcosa che mi devo annotare.
"Ok, andiamo. Hai una scrivania abbastanza grande per entrambi?" aveva una faccia divertita mentre diceva questo, sembrava quasi che si fosse completamente dimenticato di come mi aveva trattato un minuto prima.
"Si, ma devo prendere una sedia"
"Perfetto"
"Ora però potresti anche lasciarmi il braccio..." E accennai al mio braccio, nel quale si erano nel frattempo formate delle chiazze bianche nei punti in cui le sue dita premevano.
Dalla faccia che fece mi resi conto che non si era minimamente accorto che lo stava ancora stringendo con tutta la potenza che possedeva nelle mani."Uh, si, ehm, sc-"
"No problem" lo interruppi prima che riuscisse a finire la frase.
"andiamo" continuai, conducendolo in camera.
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Don't you trust me?
RomanceJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...