Jack POV
Occupai i venti minuti successivi all'uscita di Grace dall'aula tentando di trovare una spiegazione plausibile che giustificasse il suo comportamento. Non l'avevo mai vista in quel modo. Non avevo idea che una ragazza scontrosa e antipatica come lei potesse improvvisamente trasformarsi in una persona più o meno cordiale e piuttosto solare. E non avevo nemmeno idea che quella persona cordiale e solare passandosi un pettine nero sugli occhi e sciogliendosi i capelli potesse trasformarsi di nuovo nella ragazza scontrosa e antipatica che era prima. Arrivai alla conclusione che quello facesse parte della lunga lista dei misteri delle donne, e che quindi fosse inutile scervellarmici più di tanto.
Mi concentrai invece sulla faccenda di W. Non conoscevo nessuna ragazza il cui nome cominciasse per W. Ma poiché non ero mai interessato a nessuna ragazza in generale, non mi posi nemmeno il problema: figurarsi se una ragazza che non conoscevo il cui nome iniziava per W era interessata a me. Eppure le domande di Grace vertevano tutte su un unico argomento. Che avessi un'ammiratrice segreta? Impossibile, avevo già appurato di non piacere a nessuno. E se invece fossi piaciuto proprio a Grace? Non sembrava del tutto folle come idea. Mi aveva chiesto se fossi fidanzato, se mi piacesse qualcuno, tutte domande che sembravano adatte a scoprire se ci fosse stata una speranza per la persona a cui apparentemente piacevo. E poi l'ultima domanda, quella di Thomas. Si, si, tutto tornava: mi aveva chiesto se fossi amico di Thomas perché in tal caso avrebbe avuto più possibilità di vedermi. Logico! pensai. A rompere il mio improvviso entusiasmo però sopraggiunsero due cose. In primo luogo, Grace non aveva la lettera W né nel suo nome, né nel suo cognome, inoltre aveva affermato di essere lei a voler sapere se fossi amico di Thomas, quindi non aveva senso. Pensai che fosse un comportamento abbastanza ingenuo se veramente si stava rivolgendo alla persona che le piaceva. E poi no, il ragionamento non stava su: una bella ragazza come lei non si sarebbe mai voluta mettere con un tappo come me. Inoltre, la porta si aprì, e comparve la Holling che, come al solito, aveva il respiro affannato. Ma stavolta era chiaro che non aveva il fiatone a causa delle sue solite corse per i corridoi. Aveva gli occhi rossi, due strisce nere e lucide le rigavano le guance leggermente rugose, e le tremavano le mani. Appena giunta nei pressi della cattedra lasciò andare tutto ciò che aveva in mano, e fu così che tre libri e un numero indefinito di penne e quaderni caddero in terra sonoramente.
"Parker, mi faccia il favore di raccogliere lei. Torno tra un minuto". Detto questo, uscì di nuovo dalla classe, probabilmente per andarsi a risistemare un po'. Appena rientrò in classe, le righe nere erano sparite, e le mani le tremavano di meno.
"Sa, Parker, alcune persone sono veramente ignobili. Perdere un'ora di lezione per quel...quel...quel Daw...". Non capii chi stesse cercando di nominare la Holling, perché dopo aver gonfiato il petto ed essere diventata completamente rossa in viso, scoppiò in lacrime con un urlo straziante. Senza riuscire a dire nulla, tra le lacrime nere che le rigavano il volto nuovamente, uscì ancora una volta dalla porta, e si ripresentò cinque minuti dopo più o meno nelle stesse condizioni di quando era rientrata la prima volta.
"Prof...? Sta bene?"
"Si Parker, sì. Ma alcune persone sono veramente ignobili". Stava di nuovo gonfiando il petto, ma questa volta riuscì a trattenersi, salvata dal suono della campanella.
"Faccia la ricerca insieme a Wright su Baudelaire. La voglio per la prossima settimana."
"L'abbiamo già fatta"
"Ah, allora...benissimo, sul poeta successivo quindi". E, raccolte di nuovo le sue cose, sbatté la porta, lasciandomi da solo in aula.
Era noto a tutti che la Holling fosse tutt'altro che debole di carattere. Era molto severa con i voti, e concedeva occhi dolci e parole gentili solo a Dawling, mio professore di inglese. Eravamo tutti grati di non avere lei tra i docenti della nostra classe. Motivo per cui il fatto che fosse scoppiata in un pianto disperato davanti al sottoscritto mi lasciò non poco perplesso. Tuttavia mi venne in mente che, tra tutti, un' unica persona era in grado di andare contro ogni regola scritta e non. E, guarda caso, quella persona si era ammalata improvvisamente da un'ora ad un'altra, quando in realtà la mattina stava benissimo. Evidentemente Thomas Wright aveva deciso di saltare la lezione, e fare le cose in grande, come al solito. Rimaneva da capire cosa avesse fatto di tanto grave da ridurre la Holling in lacrime.
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Don't you trust me?
RomantizmJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...