Aveva dunque capito che ero a conoscenza della loro messinscena. Volevo però farmelo dire da lui. Le botte le avrei ricevute comunque, perciò tanto valeva arrivare fino in fondo. Volevo che fosse lui, Thomas stesso, a dirmelo. In questo modo, avrei potuto sconfiggerlo almeno una volta. Poi mi avrebbe picchiato, è vero, ma non mi importava. Perciò decisi di farmi coraggio, lo guardai dritto negli occhi, e risposi alla sua domanda con:
"Io sapevo cosa?"
"Non fare il finto tonto!" urlò. Premette ancora di più le mie braccia contro la parete. I gomiti cominciarono a farmi male. Ma non mi importava.
"Finto tonto?" chiesi. Non feci in tempo ad alzare il viso per guardarlo nuovamente, che vidi il palmo della sua mano avvicinarsi a gran velocità. Seguì un bruciore lancinante sulla mia guancia destra: mi aveva tirato uno schiaffo.
"Tu e le tue stupide domande!" Urlò. E un altro schiaffo, stavolta sull'altra guancia.
"Davvero non capisci? Sei così idiota?"
E giù un altro schiaffo, più forte dei precedenti. Sentii il sapore del ferro in bocca. Probabilmente mi aveva preso un labbro."Possibile che non tu ci arrivi?" Urlò di nuovo. Questa volta era un pugno. Colpì il lato destro del mio viso, in basso. Sarebbe stato abbastanza forte da farmi cadere, ma Thomas stava premendo il mio braccio al muro con la mano che non utilizzava per tirarmi i colpi. Rimasi con la testa abbassata verso sinistra, in attesa di ricevere altre botte. Me le ero meritate. Avevo voluto credere in una persona che non era altro che un pazzo egoista. Tutto il tempo che avevo passato assieme a Thomas era falso. Tutte le sue parole, il suo comportamento che sembrava fosse migliorato, la sua personalità che sembrava fosse diventata meno violenta, tutto, tutto era stato soltanto una costruzione. Era ritornato ad essere il Thomas di sempre: poteva essere un lettore come me, sì, ma non sapeva risolvere i problemi in altro modo se non con le minacce o le botte. Te lo meriti Jack.
Improvvisamente, una goccia di quella che sembrava acqua cadde sulla mia guancia. Ero abbastanza stordito, perciò non ci feci caso. Quando però un'altra goccia atterrò sul mio labbro, questo bruciò incredibilmente. Evidentemente era davvero spaccato. Una terza goccia cadde di nuovo sulla mia guancia. Alzai piano la testa, consapevole che avrei ricevuto altri pugni se lo avessi fatto. Ma i pugni me li avrebbe tirati lo stesso, quindi tanto valeva capire da dove provenissero quelle gocce e accelerare quella tortura. Vidi l'inimmaginabile. Il volto di Thomas era rosso, incredibilmente rosso, le sopracciglia aggrottate, e dagli occhi bagnati partivano le lacrime che atterravano una ad una su di me. Thomas stava... piangendo? Pensai che fosse una specie di illusione causata dalle botte, ma non avevo picchiato la testa, e per ora Thomas non ci aveva dato giù troppo pesante. Stava piangendo veramente. Mi limitai a fissarlo, senza capire cosa dover fare. Stava ancora tenendo il mio braccio contro il muro, ed era talmente vicino che era impossibile muoversi. Strinse di nuovo il pugno, ed ero pronto a riceverlo, ma a differenza di quanto mi aspettassi, non arrivò a grande velocità. Si fermò sul mio petto, premendolo leggermente. Non capendo come mai quel pugno fosse così leggero, credetti che si stesse solo preparando per tirarmene uno più forte. Le sue lacrime continuavano a cadere. Giurai di averlo sentito singhiozzare. Non capivo cosa stesse succedendo.
"Thomas...tutto ok?"
Ero proprio uno scemo. Ero io quello che stava venendo picchiato, mica lui. Eppure ero io a chiedergli se fosse tutto ok. Thomas lasciò andare le mie braccia, ma continuò a tenere la testa chinata, guardandomi. Anche io mi raddrizzai, non essendo più costretto al muro. Guardai Thomas, che nonostante avesse il viso rivolto verso il basso, continuava ad essere incredibilmente più alto di me, soprattutto a una distanza così ravvicinata.
"No che non è ok. Sarebbe ok se non dovessi prenderti a botte per riuscire a dirti che mi piaci."
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Don't you trust me?
RomanceJack Parker, diciassette anni, frequenta la quarta superiore. Odia tutto e tutti, va male a scuola, è completamente asociale, e non ha alcun tipo di obiettivo se non quello di leggere dalla mattina alla sera. Non sopporta un'infinità di cose, in par...