Mother love

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Se vi andasse, date un'occhiata allo spazio autrice alla fine del capitolo, ci sarebbe un piccolo annuncio che mi piacerebbe leggeste. Buona lettura!👑

Chapter 23- Mother love
Il tempo passò velocemente e in men che non si dica Londra fu invasa dalla magica aria del Natale.
Quel 7 di Dicembre, esattamente una settimana dopo il primo concerto dei Queen, Eleonor si era recata all'Herrold Store per comprare un nuovo puntale per l'albero di Natale che lei e tutta la sua famiglia avrebbero addobbato l'indomani.
Per tutti quei giorni Eleonor e Roger non si erano nuovamente parlati, né visti. La castana era sicura di non poterlo incontrare al lavoro, conoscendo i suoi turni a memoria, sapendo che ci sarebbe stato soltanto Freddie quel pomeriggio.
Quel giorno, però, il destino parve prendersi gioco della ragazza. Difatti Eleonor non fece in tempo a varcare la porta del negozio, che vide davanti al bancone sia Freddie che Roger intenti a parlare con Simon.
Il primo, udendo la campanella, si voltò illuminandosi.
-Ehilà, chi vedono i miei occhi- il moro scosse il braccio del biondo, il quale si voltò subito rimanendo spiazzato
-Salve a tutti- salutò lei incerta
-Chi non muore si rivede, com'è che si dice?- Roger fu acido.
Eleonor non gli rispose.
-Qual buon vento?- le chiese poi
-Non illuderti, sono venuta qui a cercare un puntale per l'albero di Natale, ne avevo visto uno tempo fa e ci tenevo a comprarlo- gli comunicò
-Bene.-
-Vieni, ti porto a prenderlo- le fece cenno di seguirlo il biondo.
Eleonor, seppur controvoglia, dopo aver salutato Simon e Freddie, lo seguì.
-Che ci fai qui oggi?- gli domandò lei mentre il ragazzo era intento a frugare tra gli scaffali, sapendo bene a quale puntale si riferisse
-John è con Claire, Brian con Grace e siccome non avevo nulla da fare sono venuto a far compagnia a Fred- le raccontò, vedendola annuire silenziosamente
-Tu invece, che combini?-
-Niente di nuovo, sono sempre super indaffarata con le cose di Nicole, perciò oggi che è fuori città ne ho approfittato per venire a prendere il puntale-
-Era quello color argento opaco con le righe rosse, giusto?-
-Esatto- confermò lei.
Il biondo finalmente lo trovò e glielo porse, poggiandosi poi con la spalla sinistra ad uno scaffale. Eleonor capì che non l'avrebbe lasciata andare subito, perciò non provò a fare il minimo passo.
-Deduco tu voglia parlarmi- gli disse
-Sarebbe il caso- le rispose ovvio
-Sei sparita da una settimana, non ti sei fatta più vedere o sentire, cosa dovrei pensare?-
-Ti ho già detto come stanno le cose, non penso io debba dirti altro. Sei abbastanza maturo da comprendere la situazione-
-Per te, quindi, la nostra relazione è finita?- le chiese in cerca di risposte concrete.
Eleonor titubò nel rispondergli.
-Mi sembrava palese- finse menefreghismo
-Non è affatto palese, invece. Stavolta non ci sono motivazioni valide che ti possano spingere a prendere una tale decisione, andava tutto alla grande!- le disse Roger incredulo
-Andava, hai detto bene- annuì lei
-Andava tutto alla grande fino a che non è tornata Debbie-
-Ancora con questa storia di Debbie?- emise un verso frustrato lui, scompigliandosi la chioma dorata
-Quante volte dovrò ripeterti che a me Debbie non fa più né caldo né freddo? Lei è acqua passata- le ripeté spazientito
-Tu a parole puoi dirmi ciò che vuoi, ma sono i gesti che contano. E io dai tuoi gesti e da certi tuoi sguardi ho capito che lei per te è ancora influente e questa cosa mi fa male, Roger!- sbottò la castana nervosamente
-Io so cosa vi ha legato, me lo avete raccontato entrambi, ecco perché non voglio essere la terza incomoda di turno-
Eleonor chinò il capo tristemente e allora Roger, avendo esaurito la pazienza e le parole, andò alla ricerca della sua mano stringendola nella sua, conducendola automaticamente con sé verso l'uscita.
-Fred il puntale lo pago io, segnalo-
-Sarà fatto, biondo. Ciao ciao El- li congedò allegramente Freddie, avendo già capito tutto.
Il biondo, salutato l'amico, diresse la ragazza verso lo sportello della sua auto e lo aprì facendole cenno di entrare nel veicolo.
-No, Roger- si rifiutò
-Va bene, farò a modo mio allora- senza tanti indugi Roger la spinse nell'abitacolo, con la dovuta delicatezza, richiudendo la portiera e andandosi a sedere al suo fianco immediatamente dopo
-Sai che se mi metto ad urlare potresti essere accusato di sequestro di persona? Perlopiù sono minorenne, quindi la pena si allungherebbe-
-Fai un po' tu- si limitò a risponderle lui facendo retromarcia e immettendosi nella strada principale, dirigendosi verso casa sua.
Per tutto il tragitto Eleonor non spiccicò più parola e nemmeno quando entrarono nell'abitazione del biondo, in un primo momento.
Lui, come sempre, fece tutte le sue cose, dall'appendere la giacca all'attaccapanni, all'aprire le veneziane del salone, così da ottenere un po' di luce naturale.
-Dovevi urlare e dare di matto, allora perché te ne stai muta?- chiese poi ad Eleonor voltandosi a guardarla
-Non ho niente da dire, forse?- si sedette a peso morto sul divano
-Voglio ribattezzare quel divano, "divano del mutismo", dato che ogni volta che vieni qui e ti ci siedi non spiccichi parola- scherzò lui decidendo di raggiungerla
-Ah ah ah, sono sempre più convinta che tu abbia un futuro da comico- gli rispose acida la castana.
Roger accennò un sorrisetto sedendosi di fianco a lei, afferrandola dai polpacci per farla girare completamente nella sua direzione, poggiando le sue gambe su quelle incrociate di lui.
-Che fai?- domandò non capendoci niente
-Oh, Eleonor Eleonor, perché devi rendermi le cose così difficili?- canzonò il biondo scrutandola attentamente
-Io non rendo difficile niente a nessuno, Rog- gli disse silenziosamente
-Invece sì che lo fai, a volte sembri odiarmi-
-Cosa? Non è affatto così!- corrugò la fronte Eleonor difendendo i suoi reali pensieri
-E allora, se non è così, perché vuoi lasciarmi?- le domandò lui con un pizzico di amaro in bocca.
La castana abbassò il capo, non riuscendo a reggere lo sguardo penetrante di Roger su di sé.
-Eleonor, guardami e dimmi cosa c'è-
-Te l'ho detto- rialzò gli occhi lei
-Io non voglio che il mio ragazzo guardi un'altra nello stesso modo in cui guarda me, è deprimente-
-Ma se io ti garantisco che Debbie per me, ormai, è il nulla, perché mai dovresti deprimerti? L'ho specificato anche a lei quando te ne sei andata, per me quello è un capitolo chiuso- Roger non riusciva a capirla pienamente
-Lei è perfetta Roger-
-Eh?-
-Lei è bellissima, ha un fascino disarmante, la prima volta che l'ho vista mi ha incantata. I suoi tratti del viso sono perfetti e i suoi occhi non hanno nulla a che vedere con i miei. In più si veste bene, ha stile e insieme sembrate fatti apposta l'uno per l'altra- si sfogò
-Ma che dici, El?- scosse il capo il biondo esasperato
-La verità, Rog! Lei è perfetta, un vero gioiello, mentre io.. beh io sono un disastro, ho i capelli perennemente in disordine, non ho il senso dello stile, il mio viso è comunissimo e sono un nano, in più..-
Roger, non potendone più delle sciocchezze che Eleonor stava sparando, decise di interromperla a modo suo, fiondandosi prepotentemente sulle sue labbra, alla ricerca di qualcosa di più di un semplice bacetto. D'impatto la castana fu rigida, ma poi, tanto le erano mancate quelle labbra sulle sue, si lasciò cadere all'indietro e sovrastare successivamente dal biondo a gattoni, portando le mani tra i suoi capelli per avere più contatto possibile con lui.
-Capiscilo- mormorò Roger tra un bacio e l'altro
-Cosa?- fece lo stesso Eleonor
-Che non esiste paragone-
-Che vuoi dire?-
-La mia idea di perfezione ora sei tu, non lei- le disse a cuore aperto, riuscendo a toglierle ogni dubbio e riprendendo a baciarla con la foga precedente, dato che questa volta Eleonor non si era imposta dei limiti, lasciandosi andare a quella valanga di emozioni che l'aveva investita, esplorando anche lei per la prima volta il corpo del suo ragazzo, non più spaventata dal fatto di poterlo perdere.

The Only Exception // R.M.T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora