Sensazioni

211 21 2
                                    

Guarda il vuoto, è impassibile.

"Leo dì qualcosa..." tra tutte le reazioni che poteva avere non mi aspettavo che stesse in silenzio.

Si volta a guardarmi, prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia. Sono sorpresa, devo ammettere a me stessa che è da molto tempo che desideravo che lo facesse; non capisco cosa provo sono felice sento il mio cuore che batte velocemente, mi sembra di volare. Arrossisco e chiudo gli occhi, anche i suoi sono chiusi. Con i pollici mi accarezza le guance mentre io metto le mani tra i suoi capelli corti, facendo dei cerchi immaginari con le dita. Improvvisamente si allontana spezzando la magia che si era creata.

"Io non ho sentito nulla di speciale" si allontana con sguardo impassibile ed esce dalla stanza.

Sento male al petto, ho appena capito di provare qualcosa per lui anche se non so bene definire cosa sia. Non posso più stare in infermeria devo uscire, mi sento soffocare. Vado nella mia stanza per trovare qualcosa da indossare; oggi c'è l'incontro con i cittadini per l'amministrazione della giustizia; devo smetterla di pensare a quello che è successo con Leonida e concentrarmi sul mio compito. Prendo un respiro profondo e scendo la scalinata che porta verso la sala grande, noto sul fondo il trono di Arrunte.

"Ci siamo dimenticati di farglielo portare via, ma può tornarci utile almeno per oggi, dato che le ferite devono farti ancora male" mi spiega Julien, ero così distratta da non sentirlo entrare.

"Si hai ragione, per oggi potrò usarlo"

"Com'è andata con Leonida?"

"Non molto bene, mi ha baciata e poi se ne andato dicendo che non ha sentito nulla... Ora non so dove sia.." iniziano a bruciarmi gli occhi, ma faccio un respiro profondo in modo da calmarmi.

"E' in palestra con i soldati a fare lezione... Non prendertela, lo sai che per lui esprimere i suoi sentimenti è difficile..."

Sto per ribattere ma sentiamo bussare alla porta, una volta seduta dico "Avanti!"

Entra il sindaco, seguito da un altro uomo, sul fondo si sistemano due guardie.

"Prego! diteci di cosa avete bisogno"

"Ecco io sono il sindaco... O almeno lo ero prima, non vorrei offendervi ma ecco... Ci stavamo chiedendo cosa sta succedendo... " dice il primo uomo balbettando e tenendo lo sguardo basso.

"Sarò lieta di fare chiarezza, dopo di che non ammetterò nessuna trasgressione alle regole - dico con voce piatta, con la coda dell'occhio vedo Julien alla mia destra annuire - come avete ben capito i poteri precedenti non esistono più. Io, Julien e Leonida da questo momento governeremo su questo territorio, per conto di Caesar. Da domani introdurremo delle nuove regole: alle 21 inizia il coprifuoco; i bambini e i ragazzi hanno l'obbligo assoluto di andare a scuola e gli insegnanti dovranno seguire dei programmi precisi; qualunque forma di comunicazione al di fuori di questo territorio è vietata pertanto provvederemo ad eliminare tutti i mezzi di comunicazione; ci sarà una recinzione intorno al paese, con quattro porte sorvegliate da sentinelle per accedere all'esterno; a ogni cittadino verrà comunicato che lavoro svolgere per la comunità; il cibo verrà razionato e diviso in modo equo. Chiunque non rispetterà tali regole verrà punito in base alla gravità dell'atto commesso" guardo i due uomini, hanno gli occhi spalancati. Sento dalle loro onde mentali che sono molto contrari a ciò che ho detto.

"Tutto questo verrà comunicato ad ogni cittadino, attraverso una lettera entro questa sera" continua Julien.

"Avete altro da chiedere?"

"Si... ecco... i due ragazzi che avete incarcerato... che fine hanno fatto?" Chiede l'uomo che indossa la fascia da sindaco.

"Sono in cella, domani saranno liberi di andare via. Spero solo che non si ripeta un episodio del genere, altrimenti sarà punito molto più duramente." dico con voce dura.

"Naturalmente Signora..."

"Bene se avete finito potete andare..."

"Buona giornata Signora" dopo un inchino escono dalla stanza.

"E' andata bene, li vedo alquanto sottomessi..." dice Julien guardandomi.

"Si, non credo che per il momento ci saranno dei problemi, possiamo concentrarci ad organizzare le nostre truppe"

"Esattamente, credo che puoi prenderti il resto della giornata per te stessa, in fondo ieri hai già fatto più del dovuto"

"Già... Ho bisogno di andare in un posto. A stasera Julien!" mi alzo ed esco dal palazzo del comune.

Inizio a camminare per le strade del paese, quando mi vedono tutti si affrettano a cambiare strada o entrare velocemente in casa. Deve essersi diffuso il racconto dell'incontro con le due Guardie, effettivamente per loro deve essere stato pauroso e orrendo.

"Marta! Marta!!!" sento una vocina pronunciare il mio vecchio nome, mi volto e vedo la piccola Claudia venirmi in contro. E' una bambina adorabile, ha sei anni e prima di andare via per frequentare l'università mi occupavo di lei. Siamo state come sorelle per cinque anni.

Mi chino in avanti "Ciao piccola Claudia!"

"Mi prendi in braccio?" dice allungando le sue piccole braccine.

"Certo! Vieni qui!" sorrido tirandola su.

"Non devi più andare via vero?" mi chiede con voce triste.

"No, per ora resto qui" si avvicina e strofina il suo piccolo nasino contro il mio, inizio a ridere. Stare con lei mi fa sentire sempre così rilassata e felice.

"Sai, mamma mi ha detto che tu non sei più come prima, ora sei cattiva... Però a me non sembri cattiva, Sei davvero cattiva'?"

"No tesoro, solo che adesso devo fare delle cose che a molte persone non piacciono"

"Come i compiti?"

"Si più o meno" dico stringendola contro il mio petto. Oltre ai miei cugini lei è ciò che considero la mia famiglia, ho perso i miei genitori in un incidente.

"Possiamo andare a giocare al parco?" mi chiede facendo gli occhioni dolci, sa che facendo così non sono in grado di dirle di no.

"Certo andiamo!" la metto giù e prendendola per mano andiamo verso il parco.

Appena arriviamo corre verso l'altalena "Spingimi! Spingimi! Voglio volare!"

Inizio a spingerla ridendo. "Più forte!" dice ridendo.

"Ho un idea! Claudia vieni qui, ti faccio vedere un segreto!"

Si avvicina a me con aria circospetta, "E' un segreto che non posso dire neanche a mamma?"

"No a nessuno" dico allungando un mignolo verso di lei, dopo averlo guardato allunga il suo e in coro diciamo "Giurin giurello!" è il nostro modo di fare una promessa.

Dopo di che la prendo in braccio e le dico "Tieniti forte!". Inizio a correre, il virus ha reso i miei muscoli molto potenti, infatti è come se volassi. In un primo momento chiude gli occhi, ma dopo qualche istante si fa coraggio e li apre. Mi guarda esterrefatta poi allarga le braccia e urla "Voliamo!!".

Stiamo in giro per due ore e poi la porto a casa, con un salto arrivo alla finestra della sua stanza.

"Ciao tesoro! adesso devo andare, ci vediamo presto!"

"Ciao Marta! Però torni vero? Giurin giurello?"

"Si Claudia, Giurin giurello!" le rispondo, mi chino e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte, vado via.

Adoro passare del tempo con lei, riesce sempre a farmi dimenticare tutti i problemi e le difficoltà. Non ho ancora voglia di tornare in Comune. Decido di andare sulla montagna che sovrasta il paese, ora che sono <<cambiata>> non ho bisogno di seguire il sentiero e fermarmi dove finisce. Salgo fino alla cima più alta, chiudo gli occhi e ascolto il vento che passa tra le fronde degli alberi e le rocce facendo dei respiri profondi. Sento un rumore dietro di me

"Hey..."

"Cosa ci fai qui? Come mi hai trovata?" dico stupefatta.

DominatoresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora