32. Il posto del cuore

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Quando rientro in stanza è ormai l'alba, io sono a dir poco esausta e noto una quantità non prevista di persone sul mio letto "Martina!" Urla Maya venendomi ad abbracciare "Ti abbiamo cercato ovunque" prosegue Lando visibilmente preoccupato. Tutti, e dico proprio tutti, iniziano a parlarmi e farmi domande, Maya, Charlie, Michael, Lando, Daniel, Federica, mia madre in telefonata da Milano...solo Charles rimane in silenzio a guardarmi quasi deluso dal mio comportamento "Ragazzi grazie davvero, ma sto bene mi si era scaricato il cellulare niente di preoccupante ora scusatemi ma vorrei solamente dormire" Ci metto qualche minuto ma finalmente riesco a convincerli lasciarci soli e tornare ognuno alla propria vita.
"Dov'eri? E non dirmi stronzate Martina" ha la voce severa come se fosse al corrente della situazione, anche se ovviamente è tutta una mia suggestione "In giro, scusami" lo guardo intimorita mentre si alza e viene ad abbracciarmi con una forza inaspettata "Sono morto Tini, ho finito le interviste e mi hanno detto che eri sparita, non ci vedevo più sono uscito correndo a cercarti per la città, ero disperato" "Mi dispiace di averti fatto star male, non era mia intenzione" dico fredda staccandomi da lui per sfilarmi finalmente questi vestiti di dosso "Puoi dirmi cos'è successo ora?" Il cuore mi rimbalza in gola e sento le gambe cedere lentamente, tanto da dovermi sedere al bordo del letto "Ora non mi va sinceramente, ne parleremo più avanti" lui annuisce capendo non essere proprio il momento per continuare questa conversazione "Ora dormi, tra poco abbiamo un aereo" Ascolto le sue parole sdraiandomi e addormentandomi immediatamente.

/Charles/
Siamo atterrati a Montecarlo da un paio di ore ma Martina continua a non dirmi una sola parola facendomi venire il dubbio che la colpa sia mia, anche se non riesco proprio a capire cosa posso aver sbagliato. Siamo seduti sul divano, lei da un lato io all'opposto, la TV accesa a cui nessuno dei due presta attenzione, tanti, troppi sguardi che lasciano un discorso in sospeso "Tini io non ce la faccio così però" dico senza neanche accorgermene attirando i suoi grandi occhi verde castano verso di me "Charles io-" la voce le si rompe dal pianto, diventando in fretta singhiozzi incontrollabili. Il mio istinto di protezione mi fa alzare di scatto per andare ad accoglierla tra le mie braccia cercando di consolarla "Ti prego parlami, qualsiasi cosa sia possiamo risolverla" le alzo lo sguardo verso di me ma noto che le lacrime non si fermano, sono come un fiume in piena, non l'ho mai vista così, mai, e fa male. Ci mette qualche minuto a riprendere un respiro costante benché il pianto non accenni a diminuire "Devo dirti un cosa" afferma infine facendo sorgere nella mia mente i dubbi più assurdi "Sono qui per questo" le prendo le mani non separando i nostri sguardi mentre lei sembra cercare le forze per parlare "A Singapore ho scoperto una cosa" si interrompe nuovamente facendomi impazzire "Martina! Ti supplico parla" le urlo facendola sussultare "Sono incinta" rimango pietrificato in un limbo che non potevo nemmeno lontanamente prevedere, un bambino. Sono combattutto tra una gioia indescrivibile che prova il mio cuore e un'ansia che lo attanaglia, ma non faccio in tempo a capire quale delle due sensazioni prevalga sull'altra, che lei riapre il discorso "E, sinceramente, non so se sia tuo o di Stefano".  Separo le mie mani dalle sue sentendomi lentamente squarciato interiormente. Lei. Stefano. Un bambino. Il mio futuro. È come se improvvisamente tutte le mie certezze fossero crollate di colpo in un baratro troppo profondo per guardarci dentro. È vero, abbiamo avuto alti e bassi ma alla fine dentro di me ho sempre saputo, e sperato, che alla fine il noi avrebbe prevalso su qualunque cosa, sugli sbagli, le litigate, i dubbi, le altre persone. Ma questo, questo è troppo perfino per due come noi, per il nostro grande amore "Quante possibilità?" Le domando a filo di voce mentre sento una lacrima pizzicarmi gli occhi "Il periodo è quello, penso 50 e 50" "Bene" mi alzo nervoso ed esco di casa, non c'è bisogno che dica qualcosa e lei sa che non potrebbe dir nulla che mi trattenga lì in questo momento. Sto provando così tante emozioni da non poterle spiegare, non so nemmeno più che cosa succederà domani nella mia vita, so solo che ho bisogno di esternarmi da questa situazione da patetico film adolescenziale per tornare lucido, sempre che sia possibile.

Sto camminando da quasi un'ora e, senza farlo a posta, mi ritrovo in quello che è un po' da sempre il nostro posto del cuore, il porto della città. Ho le mani in tasca e scalcio qualche sassolino che trovo sulla mia strada, ascoltando nel mentre tutte le canzoni italiane che lei tanto ama e ormai mi ha messo in testa, non mi sono mai accorto di come tutte parlino di amori, amori lontani, finiti, impossibili o rimpianti, ma pur sempre amori. Sorrido amaramente fermandomi a fissare il tramonto, è pazzesco, chissà se anche lei lo sta guardando da casa, se sorride come me e se ha le mie stesse paure.
"Charles! Ciao" mi giro di scatto ritrovandomi davanti la sorellastra di Martina, mi pare si chiami "Sonia, come mai qua?" Le domando cercando di sembrare totalmente normale "Jogging, tu?" "Un giro" mi rigiro verso il mare sperando mi lasci solo ma questa non sembra la sua intenzione "Allora, dove hai lasciato la mia amata sorella?" "A casa, non si sentiva bene" rispondo con una mezza verità "Non hai voglia di parlare, ok vado" Mi sento uno stronzo e non so per quale motivo il mio lato umano migliore esca con tutti tranne che con Tini, quindi mi volto per fermare la ragazza "Ehy senti non è che vorresti compagnia? Insomma un gelato o qualcosa così" lei annuisce contenta per poi sfilarmi le cuffie e iniziare a parlare del rapporto che ha con suo padre e di come voglia davvero recuperare anche quello con Martina, se solo sapesse quanto io desideri le stesse cose.

Messaggio da: *Tini ❤🌈*
Che ne dici se troviamo una soluzione, insieme?

Lui lo sa?

No

Allora sai cosa fare prima

Chiudo il telefono riponendolo in tasca e riconcentrandomi su Sonia, è davvero una ragazza simpatica e penso valga la pena conoscerla. Da un semplice gelato arriviamo a una vera e propria cena in quello che scopriamo essere il ristorante preferito di entrambi, passo una gran bella serata e soprattutto mi distraggo. Per la prima volta da ore, anche se solo per qualche minuto, riesco a perdermi nelle sue parole e nei suoi racconti, a non pensare a tutto e mi domando se, forse, non ci meritiamo entrambi un amore semplice e genuino, una persona con cui stare bene con tranquillità. "Sonia posso chiederti una cosa?" La sorpendo così mentre passeggiamo sul lungo mare "Certo Charles era ora parlassi un po' tu" risponde ironica sorridendomi "Se tu per caso avessi una relazione difficile, in cui tutto sembra venirti contro, eppure fossi innamorata perdutamente...cosa faresti?" Ci fermiamo a guardarci come se la domanda dovesse rimanere sospesa tra noi per essere compresa a pieno "Penso che, se fossi sicura che questa persona è l'amore della mia vita allora non ci sarebbe niente e nessuno che potrebbe fermarmi" "Ma tutti i problemi possono essere un segnale, un'avvertimento, non credi?" È incredibile come io stia ponendo le mie domande più profonde ad una sconosciuta, ma sento di potermi fidare di lei, a pelle "Io credo che non ci sia una storia perfetta, un'amore perfetto e idilliaco, ma se dentro di te senti di non poter vivere senza una persona allora lotta" abbasso lo sguardo corrucciato cercando di capire le sue parole ma lei, improvvisamente, mi prendo il viso tra le mani e mi bacia.

Charles Leclerc'story

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