35. Re

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"Vicolo degli innamorati, vedi il destino" sorride il monegasco appena usciti dal ristorante romano 'Zodiaco', famoso soprattutto per la magica vista notturna che ha sulla capitale "Non cambiare discorso ora" gli rispondo io fredda senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi "Senti Martina io mi sono sentito di dirti la verità, sì ho baciato Sonia ma è stato un attimo, il tempo di capire quanto io tenga a te e quanto io voglia vivere il resto della mia vita con te" si avvicina a prendermi le mani mentre io, finalmente, inizio a far mente locale. Mi volto ad osservare la grande metropoli sotto di noi "Grazie Charles" sussurro abbracciandolo "So che non erano tue le cattive intenzioni" "Nemmeno sue" ribatte ma capisce dal mio sguardo come sia meglio non parlare di lei, non ora almeno "Ti amo principino" mi avvicino per baciarlo ma mi ferma per parlare "Ma come principino, siamo a Roma chiamami Re" scoppio a ridere "Va bene sua maestà" "E se io sono il tuo Re, tu vuoi essere la mia Regina?" Gli stringo le braccia attorno al collo per poi baciarlo decisa, ora lo posso dire: scoppio di gioia.

Rimanderò tutto a domani
Sono di carta tutti gli aereoplani
Sei tu il mio re ed io la tua regina in un'eterna Roma
E all'aria tutti i piani
Riavviciniamo i sogni più lontani
Che poi lo sai, che non c'è segreto
Per vivere a colori

Milano
Scendo dal treno che è ormai ora di pranzo, Charles non è potuto venire, suo malgrado, visto l'imminente gran premio in Russia, quindi alla stazione è venuto direttamente ad aspettarmi Stefano "Ciao Marti" mi saluta sorridente come sempre venendomi ad abbracciare con lieve imbarazzo "Come va?" Gli domando per rompere il ghiaccio mentre ci avviamo verso la sua macchina "Non così male, tu?" "Penso anche io" Il tragitto verso casa sua lo passiamo parlando del più e del meno, soprattutto di lavoro e di come la sua stagione sia iniziata incredibilmente bene "Non ho mai avuto dubbi" affermo infine mentre metto piede in quella che per qualche giorno era stata anche casa mia. Ci sediamo in cucina dove lui, gentile come sempre, mi ha fatto trovare la pizza del mio ristorante preferito di Milano "Te ne sei ricordato" "Ovviamente" "Allora, penso sia inutile girarci molto intorno" affermo guardandolo negli occhi mentre prendo un morso dalla mia pizza "Hai ragione, quindi se dovesse essere mio..." si interrompe aspettando la mia idea, come se il 'progetto' potesse essere solo mio "Se sei il padre voglio tu lo sia al 100 per cento, sotto ogni aspetto" "E noi?" "Non lo so, insomma è ovvio che, per motivi che entrambi conosciamo bene, vorrei che mio figlio crescesse con entrambi i suoi genitori, insieme" abbasso lo sguardo incerta, mi sembra quasi di star tradendo Charles e addirittura me stessa "E tu credi si possa formare una famiglia senza amore?" Sospiro tornando a guardarlo "L'amore ci sarà, se è quello di cui ha bisogno il bambino ci sarà. In fondo nessuno dei due fingeva quindi qualcosa ci dev'essere stato" mi prende la mano sorridendomi per tranquillizzarmi "Non voglio essere quello che si intromette tra te e l'amore della tua vita" sentire quelle parole mi fa spezzare il cuore, le condivido, so che ha ragione ma so anche che questo bimbo viene prima di tutto "Nessuno verrà mai più prima di mio figlio e suo padre, chiunque egli sia, ha il diritto di viverselo tanto quanto me".

La colazione dalla mamma, a casa, nella mia cucina con la mia routine non ha prezzo. Sono felice di essere qua, nonostante vorrei essere in Russia per il gran premio che si disputerà oggi so che per nulla al mondo Charles e Maya mi avrebbero lasciato prendervi parte. A causa di 'motivi di salute' non ci sarò nè a Sochi nè tantomeno a Suzuka, ma ho fatto promettere ai miei due amati che mi avrebbero lasciato tornare al lavoro dal Messico, una delle mie piste preferite di sempre. Quindi eccomi qua ad aspettare la gara costantemente sorvegliata da mia mamma, che si sta rivelando più apprensiva del solito dopo aver appreso la notizia "Amore mio sei sicura di voler vedere la gara? Sappiamo che ti agiti e poi-" "Mamma! Basta con questa storia su, adesso vieni a sederti e guarda con me" "Ma è ora di pranzo" Mi giro a guardarla malissimo convincendola a sedersi al mio fianco "Però dopo la partenza ti porto da mangiare" "Se insisti" dico ridendo e facendola sorridere, sappiamo entrambe che ultimamente mangio anche troppo ma lei dice che è normale e io, beh io non rifiuto mai il cibo

Martinazzoli
Milan, Italy

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Martinazzoli This hot italian days
Ph @Federicamasolin

Charles_leclerc 😍😍😍

Danielricciardo E non solo i giorni sono HOT
   landonorris IF YOU KNOW WHAT HE MEANS

Federicamasolin ❤❤

Charlotte.TT My friend is better than yours 🔥

"Ciao principino" gli salto letteralmente addosso appena varca la soglia di casa "Ciao Tini" ricambia, ovviamente, l'abbraccio per poi baciarmi a fior di labbra "Sei ancora nervoso?" Gli domando riferendomi al gran premio "Non lo so, mi dà fastidio questo sì, però ora che sono con te mi passa" Un sorriso spunta sul mio viso dopo le sue parole spegnendosi però appena noto come non sia ricambiato "Ma c'è qualcos'altro?" "Senti Martina, detto sinceramente, non vorrei tu continuassi a lavorare. Insomma capisco tutto ma Messico, Stati Uniti, Brasile, Abu Dhabi...non fanno bene nè a te nè a lui" dice serio indicando la mia pancia che è ancora completamente piatta "Ne avevamo già parlato, io non smetto di lavorare, non sono malata" lui sbuffa sedendosi sul suo trolley ancora vicino all'ingresso "Ma sei incinta! Cavolo Tini a volte sembra che nemmeno te lo ricordi, esci, fai serata, lavori cone se nulla fosse" "E cosa dovrei fare morire in casa per nove mesi girandomi i pollici? No perché quei rari momenti in cui lo faccio non riesco a pensare ad altro che-" non finisco la frase alzando le braccia al cielo platealmente, sicura che non sia necessario specificare ciò a cui penso "Non puoi scappare dalla realtà Martina, nessuno di noi due può" mi metto a ridere istericamente "Charles non farò quello che mi dite tu, mia madre, Maya e chiunque altro, sono stufa di essere costretta a fare le cose che vogliono gli altri" "Sai anche tu che lo facciamo per il vostro bene e poi, se fosse mio, credo di aver un minimo di voce in capitolo" "L'hai detto tu, SE fosse tuo! Non ho bisogno del vostro aiuto, grazie" gli passo oltre andando a prendere Ronnie e mettendomi poi le scarpe, sempre sotto il suo sguardo vigile "Cosa pensi di fare ora?" Lo guardo stizzita "Quello che voglio, mettetevelo bene in testa" mi volto ed esco sbattendo la porta con forza per poi fermarmi a fissare il cielo grigio di Milano. Mi poso con la schiena all'ingresso accarezzando Ronnie che sembra essere scioccata dalla mia follia, quasi quanto lo sono io. È un periodo orribile, non so cosa ne sarà del mio futuro e non ho alcun poter su questo, penso di impazzire ogni singolo giorno, ma Charles non c'entra niente con questo mio malumore, anzi. Sospiro tornando a girarmi verso la porta e aprendola, trovandomi il monegasco ancora seduto sulla valigia con la testa tra le mani, non si è accorto della mia presenza, sembra ancora più scoinvolto di me. Poso il cucciolo avvicinandomi a lui e abbracciandolo "Tini cosa-?" "Sono fuori di testa, lo so, scusami" gli alzo il viso così da far incontrare i nostri occhi, entrambi lucidi "Hai gli occhi più belli del mondo, lo sai vero?" Gli dico accarezzandogli le fossette che compaiono sulle sue guance con un sorriso "Ti amo piccola folle Martina Azzoli" mi abbasso e lo bacio dolcemente per poi farlo alzare e trascinarlo, tra un bacio e l'altro, su per le scale e infine in camera mia "Ho bisogno di te Charles, ora" lui continua a depositare lenti baci sul mio collo, facendomi venire la pelle d'oca, per poi posarmi dolcemente sul letto e continuare a fare ciò che sa rendermi così tranquilla "Starò attento" sussurra sfilandomi la maglietta "Non ce n'è bisogno lo sai" gli rispondo ridendo e, vedendolo quasi incerto, tirandolo nuovamente a me con le mani nei suoi capelli "Mi fai impazzire" sono le ultime parole che vengono pronunciate prima che l'intera stanza si riempia del nostro calore, del suo profumo, dei nostri respiri e di quel meraviglioso e magico silenzio che dice tanto, tutto, ma allo stesso tempo sembra quasi surreale.

Cin Cin /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora