34. Roma

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Roma nun fa la stupida stasera
damme na mano a faglie dì de sì
scegli tutte le stelle più brillarelle che voi
e un friccico de luna tutta pe noi
faglie sentì che è quasi primavera
manna li meglio grilli pe fa cri cri
prestame er potentino più malandrino che c'hai
Roma reggeme er moccolo stasera

"Allora, ti piace?" Gli chiedo tenendolo per mano mentre faccio da Cicerone nella capitale di cui vado tanto fiera "Non pensavo fosse così bella, insomma ne ho sentito parlare ma così è da far paura! Peccato che quando siamo venuti per il concerto non abbiamo potuto visitarla come merita" sorridiamo entusiasti "E non hai ancora visto il meglio" È tutto il giorno che camminiamo come due semplici turisti, ben attenti a non farci riconoscere ma anche a goderci il momento sapendo che questi giorni rimarranno per sempre magici e fermi nel tempo. Quando arriva sera inoltrata, dopo esserci gustati il tramonto calare sul Colosseo e aver cenato in un tipico ristorantino, lo porto a Piazza di Spagna "Bene ora sai cosa si dice vero?" "Dovrei?" Mi chiede ridendo sedendosi sul bordo della fontana facendomi scuotere la testa "Si! Si dice che se getti una monetina, rigorosamente girato di spalle, a Fontana di Trevi con qualcuno, ci tornerete insieme" "È tipo una promessa?" Domanda tirando fuori due monete "Al destino" gli sorrido per poi afferrare una delle due e voltarmi di schiena "Ah esprimi un desiderio" "Sai già cosa voglio" sussurra chiudendo poi gli occhi. Guardo il cielo un'ultima volta, la luna è bellissima sta sera, poi chiudo gli occhi anche io e lancio la famosa monetina desiderando solo una cosa: voglio vivere così felice per sempre.

Charles Leclerc'story

Stiamo camminando abbracciati lungo le strette vie della città, dirigendoci verso il bed and breakfast che abbiamo scelto per la notte, non è di lusso ma è esattamente ciò che cercavamo, qualcosa di caratteristico e familiare

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Stiamo camminando abbracciati lungo le strette vie della città, dirigendoci verso il bed and breakfast che abbiamo scelto per la notte, non è di lusso ma è esattamente ciò che cercavamo, qualcosa di caratteristico e familiare. Mancano pochi minuti ancora per arrivare quando notiamo in un angolo della strada un piccolo cagnolino con un cartello legato al collo "Non possono tenermi, fatelo voi" "Amore non possiamo lasciarlo qui" "Ma Tini come facciamo? Sicuramente non ce lo portiamo dietro, anche volendo-" lo guardo con la mia solita faccia da cucciolo indifeso che ha bisogno di qualcosa e lui, come sempre, cede "Va bene prendilo" batto le mani saltellando per poi schioccargli un bacio sulle labbra, mi giro verso il cucciolo e noto che è una femminuccia "Dovrai darle un nome" continua il monegasco mentre io mi coccolo per bene la nuova arrivata "Che ne dici di Ronnie?" "Beh è tua scegli tu" risponde lui dolcemente "No carino, è nostra e non accetto ma" scoppiamo a ridere insieme e sono sicura che questa allegria rieccheggi per tutta la strada e, per quanto mi riguarda, per tutta la città "E Ronnie sia" mi prende sotto braccio e, come prevedibile, si fa immediatamente sciogliere anche dalla piccola che sembra decisamente tranquilla tra le mie mani "Siete carine insieme" "Grazie papà" gli rispondo sorridente e spensierata. Non ho dato peso a delle parole così importanti e nemmeno lui, per una sera siamo realmente riusciti a dimenticarci di tutto e vivere come due normalissimi ragazzi di vent'anni e vi assicuro che, nonostante tutto, questo momento rimarrà per sempre tra i miei preferiti della vita. Sarà per la città magica, per la calda notte di settembre, per il cagnolino trovato che avevo sempre desiderato. Sarà perché quando ci baciamo sentiamo dei fischi di qualche romano da dietro, i commenti con quell'accento così marcato, sarà perché qualche via più in là sentiamo suonare 'Roma nun fà la stupida sta sera'. Sarà perché si sentono le TV accese nelle case, perché vediamo una coppia baciarsi alla finestra, sarà per quel ragazzo che è passato in Vespa con un mazzo di rose. Sarà perché c'è un'aria diversa, qui, tra queste strade, ma io e Charles stiamo vivendo la nostra favola e tutto vogliamo tranne che svegliarci.

Martin Azzoli's story

Il secondo, nonchè ultimo giorno, inizia nel migliore dei modi, la città ci regala una calda giornata di sole e noi non vediamo l'ora ti tornare alla scoperta

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Il secondo, nonchè ultimo giorno, inizia nel migliore dei modi, la città ci regala una calda giornata di sole e noi non vediamo l'ora ti tornare alla scoperta. Stiamo beatamente passeggiando per i Fori quando veniamo interrotti da questa ragazza italiana "O mio dio" Ci giriamo di scatto notando come stia venendo verso di noi "Vi prego possiamo fare una foto? Non potete capire vi amo troppo" "Certo" le rispondiamo contemporaneamente facendola ridere, è molto gentile e soprattutto ci riempie di complimenti facendomi sciogliere "Non sei abituata eh" dice Charles quando rimaniamo soli "Non sono mica una stella come te" gli rispondo ridendo tornando poi ad ammirare la meraviglia del luogo dove ci troviamo.

"Comunque non ce n'è per nessuno" gli dico sorridente mentre lo guardo perdersi nel meraviglioso paesaggio che ci offre il ristorante "Cosa intendi?" "Che tu e lei - dico riferendomi alla città - siete da togliere il fiato" allunga la mano sul tavolo per afferrare la mia "Ti amo tini" mi sorride con quegli occhi buoni che si ritrova per poi essere interrotto dal cameriere "Ma senti, preferisci qui o Parigi?" "Non lo so, penso qua senza offesa per la Francia" continuo ridendo mentre addento l'ennesimo cucchiaio di risotto ai funghi che entrambi abbiamo ordinato "Comunque domani ti accompagno a Milano" alzo lo sguardo sorpresa dalla sua affermazione. Domani è il fatidico giorno in cui io e Stefano ci rivediamo, è il primo passo di quello che potrebbe diventare un lunghissimo cammino insieme e mi lascia perplessa sapere che Charles voglia farlo con me "Senti non serve, davvero. So quanto ti pesa tutta la situazione e non voglio litigare ancora" "Te lo devo Marti, non ti lascerò andare a Milano da sola, non ti lascerò più da sola" sorrido pensando mi segua anche lui ma non lo fa, rimane estremamente serio, fin troppo "Devo dirti una cosa" dice dopo qualche istante di silenzio prendendo poi un sorso dal suo bicchiere di vino rosso che al momento gli invidio parecchio "Io so cosa voglio e con chi, ma quando mi hai dato quella notizia ero confuso" sospira passandosi una mano tra i capelli che fino a quel momento erano ordinati, per poi continuare con questo discorso "È capitato per caso che io incontrassi Sonia" "Mia sorella?" Annuisce abbassando lo sguardo "Mi ha aiutato, a modo suo, ma alla fine mi ha fatto capire che-" lo interrompo non volendo sapere altro, non subito perlomeno "Ma che ne sa lei di me e di te? Come può averti aiutato una completa sconosciuta?!" "Ci siamo baciati anzi sarebbe più corretto dire che mi ha baciato lei, ma non odiarla! Insomma ho capito subito che stavo facendo l'errore più grande della mia vita e sono corso da te" Io giuro che quella la ammazzo. "Fammi capire, tu baci la mia sorellastra mentre io mi dispero, poi torni facendo anche il finto misericordioso?!" I toni come era ben prevedibile si stanno alzando parecchio, tanto che decidiamo di interrompere la conversazione e proseguirla in un posto più appartato, più adatto. Qualcuno mi dia la forza perché io non ne ho veramente più.

Martinazzoli

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