Capitolo 2 -L'ARRIVO

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Il Maine dall'alto del paesaggio aereo sembrava ancora più bello. Penisole di costa rocciosa, spiagge sabbiose, villaggi di pescatori e a far capolino quelle graziose casette di pietra, tipiche del New England.

Le ore di volo erano tante e Bella era riuscita a convincere Asia a sdraiarsi un po' sul sedile per far riposare la sua bambola. "Mamma ma non ha sonno", aveva esordito Asia, quasi a sfidare la madre. Bella però con la sua calma e pacatezza riusciva sempre a domarla, facendola riflettere. "Dovrà pur riposarsi un attimo se vorrà rimanere sveglia per il resto di questo lungo viaggio e tu con lei" Uno stratagemma per farla addormentare, che aveva funzionato. Bella la osservava dormire. Teneva la bocca leggermente aperta e gli occhi socchiusi, come se stesse solo sonnecchiando, avvolta da quella sua innocenza fanciullesca.

La sua testa era sprofondata sulla spalla del padre, come a cercare protezione. John era il suo altro mondo. Lui che non era mai sazio della figlia, che la accontentava nelle sue richieste e nei suoi capricci, che quando rientrava dal lavoro le donava il suo primo sguardo.

Bella adorava il suo modo di essere padre: così dolce e premuroso, all'occorrenza anche impositivo, un ruolo che gli riconosceva saper ricoprire alla perfezione, a differenza di quello di marito, di sposo, di amante, di cui non le era rimasto più che il ricordo.

"Siamo sopra l'Italia" aveva detto John e Bella si era destata di soprassalto. Il suo paese, che gioia poterci tornare.

Stringeva forte il medaglione che aveva al collo, era quello della madre.
L'ultimo ricordo dell'Italia era nel giorno dei morti, ironia della sorte la madre di Bella era morta proprio quel giorno, dopo una lunga agonia. Quella volta il rientro in Sicilia aveva dell'amaro e del senso di impotenza, l'impotenza di un figlio al capezzale della madre, che nulla può fare.

Bella sentiva di non poter cambiare le cose ma che le cose stavano inevitabilmente cambiando lei. Senza la telefonata serale di sua madre, i suoi consigli, la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Anche il padre di Bella, senza la moglie a fianco, di lì a poco, come una candela che affievolisce di giorno in giorno, si era spento.

Con il passare del tempo la morte dei genitori per Bella era diventata  di stimolo per essere più autonoma e più attenta nei confronti di sua figlia.
Aveva capito che nella vita è sempre meglio non perdere tempo perché l'attimo è davvero fuggente. La vita è qui e ora.

Quel medaglione portava un segreto, un segreto che la madre di Bella aveva gelosamente custodito e che aveva portato con sé a miglior vita. Bella ci aveva trovato una incisione nel retro: "Tempio di Giunone 1979" e quando aveva letto che il tempio si trovava ad Agrigento, nella Valle dei Templi, si era riproposta di visitarla quanto prima per cercarne spiegazioni.

"Montagne! Sono le Alpi"disse John, anche lui era entusiasta di essere di ritorno. Quando parlava con i suoi amici italiani diceva sempre "Non ti accorgi di quanto sia bella l'Italia finché non emigri".

Bella e John si sporgevano entrambi verso il finestrino, allungando il collo con la meraviglia nello sguardo, come bambini davanti al loro pacco di Natale .
Sgranavano gli occhi di fronte al mare della Liguria, alle dolci montagne dell'Appennino e di nuovo mare e ancora mare. "Eccola lì la Sicilia! "Urlò Bella appena scorse lo Stretto.

Iniziava la discesa e il pilota chiese di spegnere le luci. D'improvviso l'aereo si abbassò in picchiata, il carrello scese e un urto sul ruvido asfalto definì il riuscito atterraggio. I visi tesi dei passeggeri si rilassarono in un applauso liberatorio. Erano arrivati.

L'aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino li accoglieva con un sole forte e caldo.
Bella e John, con Asia per mano, si facevano strada verso il ritiro bagagli con il sorriso sulle labbra e gli occhi felici e impazienti.

Il Segreto del MedaglioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora