Capitolo 7 -L'INDIZIO DEL MEDAGLIONE

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Affascinate dal Tempio della Concordia e soddisfatte delle numerose foto, le persone del gruppo pian piano ritornavano al punto di incontro, come formichine con il bottino da riportare alla tana.

Io intanto sudavo freddo di fronte alla curiosità di Noa. Si era offerto di aiutarmi e lì di fronte a me aspettava una risposta che tardava a venire.

La sua domanda"Posso sapere cosa stai cercando, magari potrei aiutarti?" mi aveva raggelato, nonostante la temperatura esterna fosse vicina ai 40 gradi.

Il mio corpo era paralizzato e i miei sensi sembravano incapaci di avvertire le sensazioni fisiche.

Provai a deglutire, perché la bocca mi si era asciugata ed esordì con una risata, che sembrava quasi isterica.

Per poi dire "È un po' lungo da spiegare, ma ha a che fare con un medaglione con incisa la scritta Tempio di Giunone seguita dall'anno 1979."

"Gli enigmi mi appassionano." Mi rispose velocemente riprendendo il suo posto davanti al gruppo.

E proseguì "La Valle è composta da dieci templi. Il tempio è la casa della Divinità. I dieci templi che possiamo trovare nella Valle si rifanno tutti a un Dio in particolare.

Dieci templi per dieci divinità greche: Zeus, Ercole, Giunone, Concordia, Olimpo, Efesto, Castore e Polluce, Asclepio, Demetra, Iside e Atena. L'ultimo tempio, quello dedicato a Iside e Atena, sorge nel centro storico della città di Agrigento, eppure è considerato uno dei dieci templi all'interno della Valle."

Eravamo di fronte al Tempio di Zeus, di cui erano rimasti solo pochi resti e Noa continuò la spiegazione: "Questo tempio fu costruito per festeggiare il successo della guerra della popolazione di Agrigento contro Cartagine". Il suo sguardo ora era fisso su di me.

Bella era una giovanile quarantenne. In pochi le davano più di trent'anni. Dimostrava in ogni caso l'età di una signora e gli occhi di quel ventenne poggiati su di lei la facevano pensare a un gesto di cortesia. Sennonché più gli sguardi del giovane si protraevano ed incontravano gli occhi di Bella più le sue convinzioni traballavano.

La sua condotta era sempre stata retta nei confronti del marito e ligia verso le regole del matrimonio, ma ora si sentiva come un funambolo sulla corda: instabile e incerta. Una corrente forte di emozioni le pervadeva il corpo, attraversandola come un fiume in piena.

La visita terminò, Noa rispetto alle altre guide, non aveva mancato un tempio, una statua e si era trattenuto oltre il tempo stabilito con il suo gruppetto di visitatori. La sua conoscenza sembrava infinita, di fronte ad ogni domanda aveva una risposta e sapeva rendere apprezzabili anche le domande più sciocche.

Il gruppo pertanto non si dissolse, ma rimase attorno a lui a cercare risposte alla propria curiosità. Le ragazzine approfittavano delle sue ultime parole e dei suoi ultimi sguardi, magari gli avrebbero poi chiesto una foto da postare su Instagram.

Intanto io mi allontanavo dal gruppo per riprendere la mia ricerca, finché un ragazzo mi si avvicinò. Indossava la stessa maglietta di Noa, ma era più basso e goffo nei movimenti.

Mi fermò con la stessa gentilezza e mi disse di essere un collega di Noa. Noa aveva un messaggio per me. Mi chiedeva di aspettarlo qualche minuto perché aveva un indizio per il mio medaglione.

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