CAPITOLO 16 - L'ANFORA

70 15 7
                                    

Bella

"È il tuo ragazzo?" Lara mi guardava confusa, non si aspettava che avrei replicato.
Sono cresciuta con l'idea che le donne dovrebbero aiutarsi e farsi coraggio tra loro, piuttosto che mettersi a fare la guerra, ma il modo di fare di Lara mi aveva indispettito fin dall'inizio e ora eravamo in guerra per lo stesso uomo.

Lara mi guardava ma esitava a rispondere. Era in piedi, ora a disagio.
Ad un certo punto i suoi occhi si levarono dai miei, rasserenati. Guardando verso la porta vidi che era arrivato Fabio. Entrò distratto dicendo "Dobbiamo andare Lara, è arrivato il gruppo." Poi mi vide e mi salutò.

Lara si alzò di scatto e lo raggiunse. Non si voltò nemmeno per salutarmi.
Rimasi seduta da sola nell'ufficio delle guide. Cercai in quei quadri il Tempio di Giunone. Stava lì maestoso e misterioso.

Salì sulla collina del tempio, le rovine erano davvero tante e io non avevo mai fatto la speleologa. Ogni pietra sembrava uguale all'altra, per terra prendevano la forma di frammenti di un qualcosa di più grande che ancora non realizzavo. Avevo letto che l'Altare dei Sacrifici era il luogo in cui venivano fatti i sacrifici agli dei, ma anche quello in cui si fermavano coloro che non erano degni di entrare nel tempio.

Guardavo per terra come a cercare di esaminare per trovare il punto a cui si riferiva la mappa, ma il tempo passava e non riuscivo a trovare un indizio. Finché sentì la sua voce.
Mi disse in tono canzonatorio "Per caso ha bisogno di un aiuto signorina? Noi guide alle volte riusciamo anche a capirci qualcosa in mezzo a questi ruderi"

Il cuore stava battendomi come non mai e non riuscivo a nascondere il mio sorriso. Non lo vedevo ancora; la sua voce proveniva da un punto dietro di me, ma non avevo dubbi, quel tono suadente era di Noa.

Chiusi gli occhi cercando di contenere la mia felicità, ma il cielo era diventato più azzurro e più terso e tutto sembrava più bello e più colorato da quando avevo sentito la sua voce. Lui era lì, per me.

Mi voltai, teneva in mano un piccolo piccone e una piccola vanga e sfoggiava il suo affascinante sorriso.
"Secondo me dovrebbe essere qui" disse convinto. Non capivo come potesse sapere del punto raffigurato nella mappa.
E concluse "Sì da quel che ho capito da Fabio dovrebbe essere qui".

Lo salutai dicendo un imbarazzato "Ciao" evitando appositamente saluti e ringraziamenti, per l'aiuto che stava per darmi, perché mi avrebbero sicuramente reso le guance più rosse di una ciliegia.

Pensavo "Cos'è Fabio, un veggente? Io non gli ho detto nulla". Usai un tono più soft e gli chiesi semplicemente: "Cosa?" facendo finta di non aver capito.

"Mi sono informato con Fabio, lui aveva parlato con Lara e io ho tratto le mie conclusioni sulla mappa. Penso di sapere dove si trovi l'anfora che stai cercando."

Ero contenta che si fosse dato pensiero per la mappa perché in un qualche modo voleva dire che si era interessato a me, d'altro canto sentivo che lo stare assieme a lui poteva diventare rischioso ed essere l'inizio di un punto di non ritorno nella mia relazione con John.

Quel libro di Susanna Tamaro l'avevo letto e riletto e proprio in quel momento mi venivano alla mente le parole della nonna:
"E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta...Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e và dove lui ti porta".

Avevo sempre usato la ragione nelle mie scelte, ma ora era venuto il momento di farmi portare dal cuore e così rimasi ferma, lo ascoltai e il mio cuore rispose di lasciare che le cose andassero come dovevano andare.

Intanto Noa si era accovacciato e disse "Il punto dove dobbiamo scavare è questo. Qui si nascondevano gli oggetti che non si voleva sacrificare".
Iniziò a picconare e io a vangare.
Il buco era poco profondo quando Noa mi disse:"Senti questo rumore? Non è più sordo ma è acuto."

Era quasi un tintinnare. Noa iniziò a scavare a mani nude fino a tirar fuori dalla terra una piccola anfora, era l'anfora raffigurata nella mappa.

Il Segreto del MedaglioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora