Sospiro guardando la casa del sig. Can
Mi vergogno di quello che sto per fare ma non c'è altra scelta, è l'unico modo per salvare me e mia sorella. Il sig. Emre mi ha detto che ogni sera dopo il lavoro Can va a correre, le sue parole mi rimbombano in testa.
Il tuo bene in cambio del mio Sanem!
È ingiusto ma devo farlo.
Chiudo gli occhi e penso a come sarei dietro le sbarre, dormire su un tavolo, fare una doccia una volta a settimana, lo sporco, i ragni.. apro gli occhi terrorizzata cercando di non farmi prendere dal panico. Mi avvicino alla porta guardandomi attentamente intorno, mi sembra di essere in un film di azione. Abbasso la maniglia ma purtroppo è chiusa.
Cosa mi aspettavo? Che lasciasse la porta aperta apposta per me?
L'unico modo che ho per entrare è scavalcare il muro. In questo sono molto fortunata dato che da piccola mi chiamavano scimmia, stavo sempre sugli alberi, ci saltavo addirittura da un albero all'altro. Uno stupido muro non mi farà paura.
Che dio mi perdoni per quello che sto facendo!
Il suo giardino è davvero molto grande, sembra un parco giochi. Ci metterò più tempo del previsto dato che è grande il quadruplo della mia casa. Apro una porta e mi ritrovo in camera sua ma subito dopo sento un rumore provenire dalla cucina. Dei passi sicuramente i suoi si avvicinano sempre di più. Mi metto a terra e con l'aiuto dei gomiti striscio sotto il letto. Il sig. Can entra in camera tutto sudato, si toglie la maglietta e lo butta sul letto. Si mette davanti allo specchio e si slega i capelli lunghi. Si spoglia del tutto lasciandomi a bocca aperta e si chiude in bagno. Dio santo! Entro in un'altra stanza ma non trovo niente. Entro nelle altre stanze rimanenti ma il risultato è lo stesso. Giro su me stessa quando vedo una cartella rossa sul tavolo. Ho corso per tutta la casa come inseguita da un branco di lupi e il file era su uno stupido tavolo? Scambio velocemente la cartella con un'altra vuota e mi dirigo verso la porta. Di nuovo quei passi. Mi abbasso sotto il tavolo e il sig. Can accande lo stereo. Almeno sono brava a nascondino. Con il piede sinistro sposto la sedia facendo rumore. È il momento di uscire prima che mi scopra.
Cerco di aprire la porta ma sembra bloccata. Lo stronzo l'ha chiusa a chiave! E ora come faccio? Ritento abbassando la maniglia quando una mano mi afferra il braccio, nascondo automaticamente la cartella dietro la mia schiena. Incrocio i suoi occhi ed inizio ad avere caldo. I nostri petti si toccano, siamo vicinissimi. È serio, lo sapevo non sono adatta per queste cose. Ma cosa pensavo di fare, entrare in una casa che sembra un labirinto, rubare una cartella ed andarmene come se niente fosse.
"Cosa ci fai a casa mia?" Chiede stringendo la presa sul mio braccio. Inspira col naso e la sua espressione cambia. Mi sento strana, è come se avessi già vissuto quel momento.
"Anzi aspetta, prima di rispondere spengo la musica. Tu non ti muovere" mi volta le spalle. Grazie alla sua distrazione nascondo il file in un vaso nero posto vicino alla porta.
"Ora puoi rispondere, cosa ci fai qui?" richiede studiandomi.
"Ecco, io ho dimenticato una cosa.. però adesso è meglio che vada" cerco di scappare ma lui mi ferma nuovamente.
"Un attimo: dimmi come fai fatto ad entrare" chiede.
"Il sig. Emre mi ha dato la chiave" sono migliorata molto nell'ultimo periodo a dire le bugie.
"E perché?" Alza il sopracciglio.
"Ho versato per sbaglio il caffè a emre ed ho macchiato il suo giaccchetto. L'ho portato in lavanderia ma ho messo una cosa nella sua tasca"
"Quindi fammi capire, c'è un oggetto di tua proprietà nella tasca del giacchetto di emre?" Annuisco a disagio.
"È una cosa così importante? Non potevi aspettare fino a domani?" Chiede
"Si, è importante. Posso andare a prenderlo?"
"Certo, andiamo insieme" gira le spalle e va in camera sua.
"Forza" mi richiama.
Ma cosa ho detto? E se non c'è niente nella tasca? Come ne esco?
Prende il giacchetto e controlla le tasche. La sua espressione cambia, sembra contrariato. Io prego Dio che ci sia qualcosa in quella tasca. Vedo tutto a rallentatore. Estrae un cofanetto e lo apre, all'interno c'è un anello bellissimo. Spalanco gli occhi alla sua vista. È oro con una gemma molto preziosa a forma di cuore.
"Cosa cavolo... sei fidanzata?" Chiede nervoso.
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Albatros
ChickLitAVVISO: QUESTA STORIA E' A META', Can Divit, fotografo di fama mondiale, tornerà ad Istanbul per aiutare il padre a curare gli affari di famiglia ma il suo destino si intreccierà con quello di Sanem, una giovane ragazza che rifiuterà di sposare un u...