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-Sei sicura che sia questo?-
-Sì, certo. Io e Dario l'abbiamo accompagnato a casa un paio di volte: quanti Alessio Terranova vuoi che ci siano in questo palazzo?-
-No... è che mi sembra così strano. Abitiamo tutti vicini-
-Parla per voi, io e Dario abitiamo dall'altra parte della città-
-È tutta colpa di Carlo e Guido che hanno voluto aprire le proprie attività commerciali vicine: come se non potessero vivere troppo lontani l'uno dall'altro, come due bambini. E noi che ci siamo immischiati con loro, ci siamo trovati a ronzare tutti intorno allo stesso fiore e...-

-Hai finito con lo sproloquio?- lo interruppe Sara.

Mattia si morse un labbro abbassando gli occhi sul pavimento: la verità era che non gli piaceva granché quella situazione.

Si trovava davanti la porta dell'appartamento di Alessio in compagnia di Sara, una perfetta sconosciuta e non aveva ancora idea del perché.

Certo, lui e la giovane ragazza dai lunghi capelli biondi, si erano trovati a scambiarsi un paio di battute l'ultima volta in cui Mattia si era recato alla pizzeria di Carlo: d'allora non vi metteva più piede... più o meno.

In realtà, aveva trovato modo di tornarci senza farsi scoprire dal suo compagno, dato che, quest'ultimo, si era categoricamente rifiutato di immischiarsi nelle vicende amorose del suo migliore amico: non si rivolgevano più la parola dal loro litigio.

Mattia dava tutta la colpa di quella situazione ad Alessio ed al suo poco coraggio: era certo che Guido l'avesse già sgamato, ma il ragazzo aveva trovato in Sara una buona complice, seppur non la considerasse ancora un'amica della quale fidarsi, e quella storia, per motivi ancora poco chiari, lo coinvolgeva in modi inaspettati.

Aveva ragionato a lungo cercando di darsi una spiegazione per quel suo morboso interesse nei confronti delle vicissitudini amorose di Carlo e, l'unica risposta che era stato in grado di darsi, non l'aveva soddisfatto neanche un po'.

Era consapevole, così come non faceva altro che ripetergli Guido, di stare esagerando: non poteva continuare ad immischiarsi in quel modo nella vita di Alessio solo perché sosteneva di voler aiutare un suo amico.

Carlo aveva iniziato una relazione con Javier: come poteva aiutarlo cercando di spingerlo tra le braccia di una persona che aveva finito per rifiutare?

"Possibile che stia facendo tutto questo per..." pensò, ma non ebbe il coraggio di concludere la frase neanche lasciandola lì, sotto chiave tra i suoi pensieri e Sara, inconsapevolmente, finì per aiutarlo a tacere mentalmente riportando l'attenzione del suo accompagnatore su di sé.

Avevano preso a darsi appuntamento nel magazzino della pizzeria circa una settimana prima: a partire da un paio di giorni dopo lo "scontro tra titani", così come lo avevano soprannominato. I due avevano trovato un punto d'incontro che sembrava fosse in grado di aiutare entrambi a risolvere i nodi che gli stavano a cuore.

Sara voleva aiutare Alessio.

Mattia desiderava far tornare il sereno all'interno dell'amicizia tra Carlo e Guido e, per farlo, era arrivato alla conclusione che, la chiave fosse proprio Alessio; quindi, avrebbe aiutato anche lui.

Sara incrociò le braccia sotto al seno e prese a picchiettarsi un braccio con un dito, aggrottando la fronte. Il ragazzo trasalì nel percepire quello sguardo accusatore su di sé:
-Sì, sono in ansia- borbottò quest'ultimo distogliendo gli occhi da quelli scuri dell'altra.

-Guido non sa che sei qui- disse Sara:
-No-
-Non era una domanda... si incazzerà? Questa era una domanda- Mattia sorrise titubante: -Okay, suoniamo- continuò la ragazza, senza attendere risposta dall'altro.

Scostò la frangia dal viso e sbuffò piano come se anche lei, in fin dei conti, fosse indecisa se suonare o meno al campanello di casa Terranova.

QUANDO TUTTO FINISCE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora