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Recarsi in casa del suo ex, da solo, ad Alessio, sin dal principio, non era parsa una grande idea.

Purtroppo, era altresì convinto, di quanto sarebbe stato controproducente andare lì, spalleggiato da qualcuno. Era certo che Tiziano non avrebbe gradito quell'intrusione.

Ma il giovane credeva di non poterne fare a meno; se voleva poter costruire qualcosa nel suo futuro, doveva chiudere definitivamente anche quel capitolo della sua vita.

Gli dispiaceva essersi approfittato dei sentimenti dell'altro pur di non restare da solo, anche se non pensava che ciò, giustificasse i modi violenti con cui l'uomo aveva cercato di "punirlo" e "amarlo".

Era spaventato ed indeciso, ma, alla fine, suonò al suo campanello di casa.

Tiziano venne ad aprire pochi istanti dopo: era evidentemente stupito di trovarlo lì, e non fece nulla per nascondere il suo disprezzo, rivolgendogli uno sguardo saturo d'odio.

L'altro deglutì un paio di volte, prima di riuscire a salutarlo con voce incerta.

-Che vuoi?- gli domandò Tiziano, ed Alessio non fu in grado di impedirsi di compiere un passo, allontanandosi un po' di più da lui.

-Sono venuto... per le chiavi del mio appartamento- mormorò in risposta e l'uomo scosse la testa, incurvando le labbra in uno strano sorrisino.

-Ancora con questa storia? Pensavo che avessi, finalmente, capito e che ti fossi pentito-

Alessio aggrottò la fronte.
-Di cosa stai parlando?- gli chiese, e l'altro si fece, improvvisamente, scuro in viso.

-Di noi due. Ma, a quanto pare, non ci sei ancora arrivato- rispose con voce atona, per poi compiere un passo verso di lui.

Il giovane sussultò e si allontanò ulteriormente dal suo ex, sempre più teso, mentre i muscoli di collo e spalle si irrigidivano e la pelle si copriva di brividi spinosi.

-Tra noi è finita- disse.
Strinse con una mano la grata della gabbia dell'ascensore al suo fianco, aggrappandosi disperatamente a quel metallo freddo, solido, come se fosse un'àncora.

Non voleva scappare, non voleva rischiare qualche movimento improvviso, ma era terrorizzato e sapeva che, se Tiziano avesse deciso di aggredirlo, difficilmente sarebbe potuto fuggire via da lì, quando quello si trovava ad ostruirgli l'unica via di fuga.

Sarebbe potuto scappare correndo verso i piani superiori del palazzo, ma era certo che prima o poi lo avrebbe raggiunto.

-Eppure... sei qui- ribatté l'uomo.
-Perché rivoglio indietro le chiavi-
Tiziano scosse la testa tornando a sorridere.
-Sei qui per me, lo so-
-Ti sbagli... adesso, sto con qualcun altro-

A quelle parole, l'uomo si irrigidì e rimase immobile, stringendo le labbra in una linea sottile. I lineamenti del suo viso parvero farsi più affilati, mentre la tensione tra di loro diveniva quasi palpabile, soffocante.

-E chi sarebbe la persona con cui mi stai tradendo?- gli chiese.
-Io non ti sto tradendo. Non stiamo più insieme, Tiziano, già da un po'.-

Quelle parole non piacquero affatto al suo ex.

Con un piccolo salto gli fu vicino, troppo vicino, ed Alessio sentì il cuore balzargli in gola.

Gli strinse il viso con forza, piantandogli le unghia nella pelle morbida delle guance. Il giovane prese a tremare, impossibilitato a qualsiasi azione. Le nocche della mano, stretta ancora alla grata, sbiancarono e non fu più in grado di celare la sua paura.

-Chi è?!- urlò Tiziano. Alessio cercò di scuotere la testa, fuggendo dai suoi occhi, ma l'altro rinsaldò la presa, lacerandogli la pelle di una guancia.

QUANDO TUTTO FINISCE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora