PROLOGO

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NOTA AUTRICE:
Prima di leggere questo spin-off va consigliata la lettura prima della trilogia "My Boss - Il Mio Capo", poi dello spin-off "My Protector - Il Mio Protettore" e infine dello spin-off "Our Twinguards - Le Nostre Guardie Gemelle" che trovate sul mio profilo, per facilitarne la lettura e capirne tutti i passaggi. Questo sarà l'ultimo spin-off della serie. Buona lettura!

Milano, Italia

Passeggiava per i corridoi della sua nuova azienda e sorrideva beato. Finalmente ne era il capo indiscusso e, nonostante l'avesse ereditata da suo padre, ne era fiero. Essere il capo lo faceva sentire forte e sicuro di sé, e sapere che tutte le donne sarebbero cadute ai suoi piedi non appena lo avessero incontrato, gli dava un senso di soddisfazione personale.

Suo padre aveva abdicato il giorno prima, decidendo che ne aveva ormai abbastanza e che sarebbe stato fiero di concederne il trono a lui, il suo figlio ormai adulto e responsabile. Sì, proprio ciò che era diventato. Aveva ventidue anni e, nonostante la giovane età, era già laureato in economia e finanza e, buon per lui, appariva anche più maturo della sua età. Ed ora era perfino il CEO dell'azienda automobilistica con più fatturato al mondo. Era praticamente... perfetto.

Riconosceva di essere vanitoso, di essere bello e di avere potere. Le congratulazioni che stava ricevendo attorno a sé dai suoi dipendenti, sì, perché ora erano i suoi dipendenti, non facevano altro che esaltare il suo ego. Fortunatamente era conosciuto come il degno erede di suo padre e tutti sapevano che sarebbe stato in grado di svolgere il suo lavoro in maniera impeccabile avendolo già visto all'opera come vice direttore negli ultimi sei mesi. I suoi dipendenti non avevano niente da temere perché lui avrebbe garantito tutti i loro diritti. Era in gamba e molto generoso.

'Congratulazioni, Dottore...' Una delle sue impiegate si fece avanti per salutarlo.

'Grazie...' Rispose facendo uno dei suoi sorrisi seducenti. La donna rimase ad ammirarlo con un luccichio negli occhi.

'Dottore, benvenuto...' Gli disse un'altra e lui le fece un occhiolino di rimando che la fece quasi svenire dall'imbarazzo.

Riuscì finalmente ad arrivare al trentaduesimo piano dell'edificio e a raggiungere la porta del suo ufficio che aveva ora il suo nome stampato sopra. Sorrise fiero di sé. Aprì così la porta per respirare la nuova aria che regnava in quella stanza, stanza in cui vi si era trovato migliaia di volte, ma mai come direttore. Tutto aveva un significato diverso. Inspirò profondamente chiudendo lentamente gli occhi per poi riaprirli e poggiarli sulla poltrona che da quel momento in poi sarebbe stata tutta sua. Solo che la suddetta poltrona non era libera come si supponeva che fosse, ma qualcuno vi era accomodato comodamente con le gambe appoggiate sulla scrivania, masticando, poco piacevolmente all'udito, una chewing gum.

Roteò gli occhi a colui che aveva appena rovinato il suo momento idilliaco con tanto di musica angelica immaginaria di sottofondo.

'Ma che meraviglioso benvenuto che mi dai, cugino...' Rispose l'altro mettendosi ancora più comodo e incrociando le braccia al petto.

'In realtà tu l'hai dato a me, cuginetto, e non è proprio un benvenuto.' Chiuse la porta avvicinandosi alla scrivania.

'Ah, certo! Dimenticavo le congratulazioni...'

'Ti dispiacerebbe togliere quelle sporche scarpacce dalla mia scrivania? E alzati pure da quella poltrona, grazie.' Gli fece gesto con la mano di alzarsi e smammare.

'Sai, è così comoda che proprio non riesco a scollarmi da essa. Forse perché apparteneva a mio padre una volta?' Lo provocò suo cugino sorridendo malizioso.

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