50. SOTTO LO STESSO TETTO

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AMINA

Vivere all'avventura e attraversare pericoli era sempre stata la mia specialità, ma ultimamente ne erano successe davvero tante, forse troppe. Neanche ero venuta fuori dal deludente matrimonio con Homer (stavo ancora in depressione post divorzio, scusate tanto!), che persone a caso volevano ammazzarmi senza che io avessi una colpa. Lo so, sono famosa, fantastica, magnificente e invidiabile, ma attentare alla mia vita sembra un po' troppo. Mica vado dalla Rowling e la butto giù dalle scale solo perché è incredibilmente magnifica? Di fans ne avevo fin troppe e Aida era probabilmente una di quelle. Peccato per la poveretta che stava silenziosamente combattendo contro un disturbo della personalità. Ero sicura che tutto sarebbe andato per il meglio col passare del tempo. Ed M.J.? Ok, ho capito, mi aveva appena dato prova del suo amore lanciandosi nella traiettoria del tagliacarte prendendosi quel colpo al posto mio, ma poteva evitarlo. Avrei potuto ben gestire la situazione e le mie ferite, grazie mille. Non che mi avesse fatto prendere un colpo quando l'avevo visto a terra insanguinato, proprio no. Mi era solo salita la pressione e, una volta in ospedale, mi ero sfogata appropriatamente con lui minacciandolo con le mie stampelle. Eh già, le stampelle. Diciamo che il capitombolo fu molto buffo ed era un vero peccato che non potessi mandarlo a Paperissima. Almeno la popolazione mondiale si sarebbe fatta una grossa risata. Comunque la mia gamba sarebbe stata per qualche giorno fuori uso e le stampelle mi avrebbero aiutato, eccome se mi avrebbero aiutato. A prendere a bastonate le persone sicuramente.

Quel giorno, infatti, ebbi più di un motivo per cui usare quegli aggeggi in maniera impropria, ossia sugli scalpi umani di persone a me vicine. Beh, uno dei tanti avrebbe dovuto essere Tom visto che aveva incintata una certa pazza nevrotica ed era successivamente sparito dai miei raggi laser distruggi amici. Ma quel giorno avrei voluto usarli per batterli ripetutamente sulla schiena di Giuliana e del suo belloccio. Fortunata lei che aveva due bambini in grembo- a proposito, non ve l'avevo detto che sarei diventata zia di ben DUE nipotini?! Siiiiiiiiiii!!! Feci pure una sorta di ballo del qua qua quando lo seppi, ma poi tutto si era tramutato in rabbia spietata quando successe quello che proprio non doveva succedere.

Ebbene, quando ritornammo dall'ospedale, con tanto di coso al seguito infortunato (facevamo un'accoppiata vincente in quello stato), trovammo Giuls andare avanti e indietro dal nostro appartamento a quello del belloccio muscoloso con dei borsoni tra le mani, mentre il suo incintatore andava avanti e indietro dal suo appartamento al nostro con delle scatole. Che cavolo stava succedendo?! Io ed M.J. rimanemmo a guardarli a bocca aperta fino a quando non si accorsero di noi. L'espressione che fecero fu quella di un gatto colto con le mani nel sacco. Sembravano infatti avere molta fretta di spostare tutte quelle cose.

'Ehm... siete già di ritorno?' Chiese Giuls con tanto di gocciolina di sudore che le scendeva lungo la fronte.

'No, guarda, in realtà pensavamo di farci qualche mese in ospedale per vacanza. Sai, è così un posto allegro e pieno di vitalità che è stato molto difficile lasciarlo. Ho dovuto addirittura trascinare M.J. con la forza perché proprio si era affezionato alla sua camera nel reparto di medicina generale insieme ai malati terminali. Già.' Risposi. Poi sorrisi macabramente. 'Passiamo a noi... cosa succede qui?' Indicai lo scatolone che Mattuccio aveva tra le mani.

'Ehm... assolutamente nient-'

'Semplice. Stiamo trasferendo le cose di mio cugino in casa tua e le cose di Giuliana in casa mia.' Spiegò faccino carino interrompendo Giuls. Per un attimo rimasi con la testa tra le nuvole con tanto di equazioni mentali per cercare di comprendere il significato delle parole.

Praticamente le cose di coso stavano venendo trasportate in casa mia, mentre le cose di Giuls in casa di cosetto coccoloso. Mmh... Facendomi due calcoli e sapendo che la matematica non è un'opinione (constatando anche la natura degli oggetti trasportati) arrivai ad una conclusione.

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