AMINA
Non disprezzavo Thomas Smith. Non lo disprezzavo per niente, nonostante fosse un ragazzo e avrebbe dovuto essere mio nemico. Riuscivo ad esprimermi facilmente in sua presenza e riuscivo perfino a non usare troppe minacce. Vero, la mazza era sempre a portata di mano, non sia mai credesse di fare un passo falso verso la sottoscritta, anche se non sembrava affatto il tipo. Però era divertente, intelligente e riusciva a tenere testa al mio senso dell'ironia senza spaventarsi o voler scappare. Il test l'aveva superato. Forse potevo considerarlo più che semplice conoscente, ma nemmeno amico. Lo conoscevo da appena cinque giorni d'altronde. Giuliana aveva già voluto farmi delle domande al riguardo, ma io le avevo detto che non avevo alcun tipo di interesse verso di lui che non fosse strettamente lavorativo. Vero, lo tolleravo alla grande, ma basta. Chi non tolleravo per niente era qualcun altro, ossia coso.
Lui proprio mi stava sulle ovaie, facendole contorcere dal fastidio che mi provocava. Il solo guardare il suo viso mi irritava. Non ero il tipo da arrabbiarmi fino a quel punto, di solito riuscivo a rimanere calma nonostante le mie minacce molto poco invasive, ma lui riusciva a farmi perdere le staffe. Il teatrino che aveva fatto la sera prima era stato alquanto ridicolo. Si era intromesso in una conversazione non sua credendo pure di avere la meglio! Elettroshock... sedia elettrica... trapano... Avevo vari metodi in mente da usare.
Intanto quella mattina di venerdì avevo un appuntamento importante quanto l'incontro con la regina d'Inghilterra. Anzi, che dico, quanto l'incontro con Dio in persona! Ebbene sì, ricevetti un messaggio la sera prima da Thomas che mi avvisava di presentarmi alla Valente Editori quella mattina per mostrare insieme le nostre idee, anzi, le MIE idee, al capo dei capi, il dio per eccellenza, il mio pagatore, la persona che mi amava al punto da farmi lavorare a distanza e, se avesse potuto, trasportarmi direttamente sulla luna... Signore e Signori, il Dottor Marco Valente in persona! Sì, ci sarebbe stato un incontro tra me e lui!!! Oddèi, ero emozionata! Cosa avrebbe fatto alla mia vista?! Mi avrebbe trucidata con uno sguardo? Lanciata dalla finestra? Sparata con una pistola? Infilzata con una spada? Ah, l'amore che lui ha per me...
A pensarci, il coso brutto e inchiostrato era proprio suo figlio. Mannaggia. Come poteva avere il suo stesso sangu- Amina? Se ci pensi, non è che il Dottor Valente sprizzi gioia da tutti i pori e dia il benvenuto alle persone mandando baci e abbracci con tanto di segno della pace sulla fronte... Già. Forse un po' era comprensibile la leggera somiglianza di carattere tra i due, anche se Marco Valente era Marco Valente, gente. Insomma, era puccioso e coccoloso. Vomito arcobaleni da sola... smettila, Amina.
Quindi, armata di pazienza e katana- ehm, volevo dire, armata di pazienza e coraggio, presi la cartellina, la infilai nel mio zaino, e lo misi in spalla. Poi, finalmente, uscii dalla topaia a prendere aria fresca e pura. Solo che quando uscii fuori dall'edificio una ventata di smog e inquinamento mi colpì in faccia come la sfiga. Beh, sempre meglio che stare chiusi in casa...
Avevo cercato sul navigatore telefonico come raggiungere l'azienda, e scoprii di dover prendere almeno un tram dopo aver fatto un tratto di strada a piedi. Mi armai di buona volontà e mi incamminai. Era piacevole camminare e faceva bene. Quasi quasi infilo le cuffiette e ascolto della buona musica... tipo Ed Sheeran. Solo che un rombo di motore mi distrasse dal pensiero. Chi cavolo è che provoca tutto questo inquinamento acustico?!
Mi girai alla mia destra fino a trovarmi di fianco una di quelle motociclette da sogno. Io ADORAVO le moto! La mia nonna aveva la passione per le moto e da adolescente andavo sempre in moto con lei! E io avrei sempre voluto avere una moto proprio come quella che avevo di fronte! Solo che non ero sicura se il tizio col giubbotto di pelle che lo calzava alla perfezione e quel casco nero prendesse in considerazione l'idea di regalarmela, ecco... Che poi se ci penso... che cavolo ci fa lì impalato accanto a me?!
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Our Neighbors - I Nostri Vicini Di Casa ✔️
RomanceCOMPLETA! 'Tu stai osando dare ordini a me?' Fu l'unica frase che uscì dalla sua testolina vuota. Era confermato: tutto muscoli, niente cervello. 'Oh, mi scusi, Sua Maestà! Non era mia intenzione mancarle di rispetto! Va meglio così?' Lo provocai...