Epilogo

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Giulia guardava Niccolò caricare i suoi bagagli sull'auto, dalla finestra del salotto della villa, con il cuore a pezzi e le lacrime copiose che le rigavano le guance. Una parte di lei le diceva di correre da lui stringerlo fra le braccia e non lasciarlo più andare, ma la parte più razionale proprio non riusciva a dimenticare quello che era accaduto. Ogni volta che pensava a lui l'immagine di Federica le piombava fra i pensieri. Niccolò si voltò a guardare la finestra prima di salire in macchina e i loro occhi per un istante s'incontrarono, ma la ragazza tirò velocemente la tenda, dandogli le spalle, mentre scossa dai singhiozzi andava in camera sua. Lui guardò addolorato la finestra e poi si sedette in auto, dove Adriano lo aspettava.

- Sei proprio sicuro? – chiese l'amico, guardandolo triste. Niccolò chinò il capo sulle sue mani e poi annuì. Spugna sul sedile posteriore, mugugnava sofferente anche lui triste per quella partenza improvvisa.

- Ho fatto il possibile! – disse flebilmente il moro, per infilarsi gli occhiali e tirarsi su il cappuccio della felpa, posando la testa al finestrino, mentre Adriano metteva in moto la macchina e dava un colpo di clacson agli amici per salutarli. Laura guardò triste l'auto che si allontanava e stringendo forte i pugni si recò a passi pesanti verso la sua camera, dove sapeva avrebbe trovato l'amica. Provò ad aprirla ma la trovò chiusa a chiave.

- Giulia aprimi per piacere! – disse prima pacatamente, senza ottenere risposta, solo singhiozzi sommessi. Con tutta la rabbia che aveva in corpo iniziò a calciare la porta.

- Santo Dio si può sapere che diavolo combini? Apri questa maledetta porta e va da lui! – urlò tirando calci e pugni, lasciandosi travolgere anche lei dalle lacrime mentre Flavio e Simone provavano a calmarla.

- Te ne pentirai! – disse infine scrollandosi di dosso le mani degli amici e andando via per sbollire la rabbia.

***

Laura fissava l'amica con sguardo di rabbia ma allo stesso tempo triste. Voleva prenderla a schiaffi e contemporaneamente abbracciarla. Forse, se si fosse trovata lei nei suoi panni avrebbe reagito alla stessa maniera. Se Adriano l'avesse tradita non lo avrebbe perdonato tanto facilmente. In più ci si metteva il fatto che era stato proprio il tradimento a portare la rovina nella famiglia dell'amica, forse per questo proprio non riusciva a passarci sopra.

- Vorrei picchiarli entrambi! – disse stringendo i pugni, mentre il vento le sferzava fra i capelli.

- A chi lo dici! – rispose Stefano accanto a lei che fissava Giulia, ferma sulla battigia persa con lo sguardo all'orizzonte.

- Proprio non capisco come Niccolò abbia potuto tradirla. Dopo tutto è così innamorato di lei! – fece Laura con la voce spezzata. Stefano sospirò abbattuto, non sapendosi dare una risposta neanche lui.

- Provo a parlarle! – disse dopo un po', iniziando a camminare sulla sabbia calda e dorata. Giulia restava ferma nella sua posizione da ormai quasi un'ora, più o meno da quando Stefano era arrivato da Roma, portando con sé una lettera che tanto la ragazza stava aspettando.

- Ehi! – sussurrò quando le fu vicino. Il vento le smuoveva i capelli e il leggero vestito a fiori che indossava. Si voltò appena a guardare il ragazzo, ma poi tornò con lo sguardo all'orizzonte, dove il sole si apprestava a tramontare.

- Ti va di parlare? – le chiese sporgendosi per guardarla in viso. Giulia non rispose, si scostò solo una ciocca che il vento le aveva portato sul viso.

- Davvero non capisco Giulia. Se lo ami tanto, perché non ci provi? Lasciati tutto alle spalle e ricomincia d'accapo. Sono convinto che se gli dai una seconda possibilità non ti deluderà! – disse il ragazzo. Ma nulla, la castana rimase impassibile, con lo sguardo fisso sul tramonto. Stefano sospirò esasperato e si strizzò gli occhi con le dita.

Piccola Stella // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora