Capitolo 50

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Il campanello suonava incessantemente da quasi un'ora. Niccolò, continuava a tenere premuto il dito contro di esso e con l'altra mano batteva forte contro la porta di legno che, sapeva, lo separava da Giulia.

- Guarda che posso continuare così per tutto il girono Giulia, apri questa porta! – disse ancora. La ragazza era dall'altro lato, che fissava il legno scuro, per niente intenzionata ad aprire. Laura fissava la scena, con sguardo triste, seppur fosse enormemente arrabbiata con il cantante., trovava quel suo gesto significativo.

- Giulia! – la chiamò ancora Niccolò, iniziando a perdere la pazienza. La castana aveva le braccia incrociate al petto e non accennava a muoversi.

- Aprigli! – le sussurrò Laura. – Provate a parlarvi, se è qui così disperato un motivo ci sarà no? – provò a farla ragionare l'amica. Giulia negò con il capo, stringendo gli occhi, cercando di frenare le ennesime lacrime che le rigavano il volto da ormai una settimana. Poi lentamente fece qualche passo verso la porta e a Laura le parve che stesse mettendo la mano sul pomello. Niccolò dall'altro lato, come se sentisse la presenza più vicina della ragazza smise di suonare e posò la fronte contro il legno freddo.

- Ti prego Giulia, aprimi! Ho bisogno di parlarti! – disse più lentamente e quasi con le lacrime agli occhi. La ragazza mise una mano sulla porta, inconsapevole che dall'altro lato ci fosse quella di Niccolò nella stessa posizione. Si lasciò sfuggire un singhiozzo più forte, che anche il cantante colse.

- Vattene via Niccolò! Non abbiamo più nulla da dirci! – cercò di mantenere la voce ferma. Poi si voltò dando le spalle alla porta e si lasciò scivolare con la schiena, rannicchiandosi ai suoi piedi. Perché la sua vita doveva essere così complicata. "Perché non posso essere felice?!" pensò, mentre si tirava le ginocchia al petto e vi nascondeva il viso. Niccolò, seppur distrutto, non demorse e si rannicchiò anche lui sul pavimento, con l'intento di restare lì sino a quando Giulia non gli avrebbe aperto. "Prima o poi dovrà uscire!" si disse, indurendo lo sguardo. "Non può finire così!" pensò infuriato, stringendo forte i pugni sulle ginocchia piegate.

***

Laura aprì la porta di casa e sobbalzò nel ritrovarsi Niccolò seduto ai suoi piedi.

- Ma che diavolo? Ma ti pare una cosa normale? – chiese con una mano sul cuore per via dello spavento.

- Devo vederla Laura! Ti prego fammi entrare! – la pregò alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a lei. Laura indurì lo sguardo ed incrociò le braccia al petto.

- Lei non vuole vederti Niccolò! – disse dura.

- Lo so ma tu devi aiutarmi! – le prese le mani fra le sue, guardandola disperato,

- Perché dovrei farlo? L'hai distrutta Niccolò. Giulia si fidava di te, io mi fidavo di te e invece l'hai illusa! Perché? Perché le hai fatto credere che fra voi ci fosse chissà cosa, per poi tornare dalla tua ex spezzandole il cuore? – domandò Laura, con le lacrime agli occhi anche lei. Niccolò abbassò lo sguardo colpevole, aveva sbagliato. Era convinto di provare ancora qualcosa per Federica, ma quando aveva visto Giulia mettere fine alla loro storia, aveva capito che erano più forti i sentimenti verso di lei.

- Non c'è nulla fra me e Federica, ho sbagliato, ma ho anche capito molte cose grazie a questo errore! – disse sincero e Laura schivò le mani con irruenza e per poco non fu sul punto di prenderlo a pugni.

- E ti pare normale che per fare chiarezza sui tuoi sentimenti, hai dovuto spezzarle il cuore così? Dovevi pensarci prima Niccolò, lei ti ha dato tutto e tu ti sei comportato come tutti gli altri! – gli gridò in faccia, facendolo indietreggiare. – Sei finito a letto con quella tipa, dopo nemmeno due ore che avevate litigato! Se ci fosse stato un modo per sistemare la situazione con la tua stupidaggine hai mandato tutto a puttane. Per cui no! – gridò, sbattendosi la porta alle spalle. – Non ti farò entrare, non ti darò più la possibilità di vederla a meno che non sia lei a volerlo! – disse dura, per poi sistemarsi per bene la tracolla dell'università sulla spalla e dandogli una forte spallata andò via, come una furia, lasciandolo da solo sul pianerottolo.

Piccola Stella // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora