Ehilà❤️
Oggi volevo parlarvi della guerra impossibile tra i Simpson e i Griffin.
Buona lettura ❤️
________________________Il rapporto che lega un maestro ad un discepolo è sempre particolare. La distanza tra amore e odio può essere molto sottile, e in certi casi si arriva ad un punto di rottura. Nella migliore delle ipotesi ci si confronta, fino a rendersi conto che un buon insegnante è un formatore che evita di plasmare l’allievo a propria immagine e somiglianza. Questo, in fondo, è quello che è successo tra I Simpson e I Griffin, e tra Matt Groening e Seth MacFarlane, creatori delle due serie d’animazione che ci tengono compagnia rispettivamente dal 1987 (ieri abbiamo celebrato il trentennale) e il 1999.
La questione è nota a tutti: Simpson e Griffin hanno passato anni a punzecchiarsi all’interno dei propri show (indimenticabile la valanga di cloni di Homer, in mezzo alla quale compare improvvisamente Peter Griffin), salvo poi arrivare nel 2014 ad un crossover che li uniti in un doppio episodio solo parzialmente ben riuscito. L’incontro tra le due famiglie, una mera operazione di marketing esplicitata come tale fin da subito da Stewie e Chris, ha evidenziato l’incomunicabilità tra le due serie, simili solo se osservate con una buona dose di superficialità
Pensiamoci un attimo: I Simpson hanno sempre proposto un adattamento sociologico rivoluzionario dei cliché tipici delle comedy televisive americane, regalando un finale lieto che li ha messi al riparo da fastidiose censure (le stesse che hanno stravolto I Griffin nella versione italiana). Le avventure di Homer e la sua famiglia hanno dato un senso realistico al surrealismo di base, fungendo da lente d’ingrandimento dissacrante e alla portata di tutti. Rappresentano un messaggio di speranza in una società in difficoltà, a differenza dei Griffin. Nella creatura di MacFarlane è il nichilismo a fare da padrone: la lente d’ingrandimento è distorta in forme disturbanti ed esasperanti, senza via d’uscita. Il finale è spesso poco lieto, la famiglia è alla deriva e la società in fiamme. La critica lascia spazio ad un giudizio estremo: siamo perduti, senza riferimenti. La società americana non può essere guidare verso una nuova era (e come lei, buona parte del mondo occidentale): si può solo prendere in giro.E allora che hanno in comune Griffin e Simpson? Non certo il metro espressivo (e The Simpsons Guy, contestualizzato all’interno della tredicesima stagione dei primi, l’ha dimostrato con la forza di un uragano), e nemmeno gli intenti. Ci sono due famiglie ristrutturate nei loro stereotipi, come capita spessissimo negli show americani, e poco altro. C’è un maestro (Matt Groening) che ha formato inconsapevolmente un discepolo geniale (Seth MacFarlane), e due percorsi artistici che si incrociano di rado, non si influenzano granché (seppure la poetica dei Simpson si sia avvicinata timidamente negli anni a quella dei Griffin) e sono, allo stesso tempo, poco compatibili e capaci di offrirci dei punti di vista ugualmente validi.
Questo, in conclusione, dimostra che la guerra tra Simpson e Griffin non è mai esistita, e il crossover del 2014 non ha fatto altro che esplicitarlo (con giudice, non a caso, Fred Flintstone). Gli autori si sono divertiti a punzecchiarsi attraverso lo strumento che meglio padroneggiano (la satira), ma c’è alla base una stima immensa tra un maestro e un allievo che hanno preso strade differenti. Le parole di MacFarlane lo confermano: “È improbabile che una serie televisiva possa ottenere lo stesso successo, la stessa importanza e la stessa rilevanza dei Simpson”. “Credo che lo show, nelle sue prime stagioni, sia una delle migliori sitcom di sempre, insieme ad Arcibaldo, Mary Tyler Moore Show e Dick Van Dyke”.Griffin e Simpson non potranno mai convivere in un unico show e l’operazione commerciale del 2014 resterà sempre tale, ma in fondo non è importante: le due serie si possono apprezzare per motivi diversi (a patto che si eviti ogni pregiudizio di sorta, fin quando non esagerano) e ci offrono lo spunto per capire meglio in che mondo viviamo e, in certi casi, chi siamo. Sia nel momento in cui ci ritroviamo con un vicino bigotto, che quando ci ritroviamo ad affrontare un duello di svariati minuti tra un uomo bizzarro e un gallo. La messa è diversa, le potenzialità di riflettere e divertirsi no.
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𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎
RandomQuando da bambini guardavamo i cartoni animati pensavamo sempre che fossero la cosa più innocente del mondo. Crescendo, però, abbiamo iniziato a capire che non tutto ciò che ci sembra buono in realtà lo è. So che l'hanno già fatto in molti,ma volevo...