IV. Soli

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Bastò una sola occhiata a Julian perchè si rendesse conto di quello che stava succedendo.
Ma la sua acuta intelligenza, in quel momento, fu un duro colpo da digerire.
"Questa non è New York" disse Percy.
Il Nephilim si voltò a guardare i suoi compagni.
"Dove siamo?" fece Emma, con gli occhi castani rabbuiati.
"Questa è Londra" disse Julian.
Vi era stato due mesi prima, in vacanza con i fratelli dalla prozia Marjorie.
Era rimasto affascinato da quella città così antica, ma nonostante tutto davvero moderna.
Aveva passato ore a dipingere la figura del London Bridge, in diversi momenti della giornata.
All'alba, a mezzogiorno e al tramonto, per vedere il modo in cui la luce colpiva il ponte.
Ponte che si stagliava davanti a loro, sopra il Tamigi.
Eppure c'er qualcosa di diverso.
Il sole stava tramontando e le strade erano ancora deserte.
"Ci ha ingannato" decise Percy, gli occhi verdi furenti "Magnus Bane ci ha ingannato!"
"Non penso lo abbia fatto apposta" disse Emma "io mi fido di Magnus"
"Ragazzi" la voce di Annaebth, che finora era stata stranamente in silenzio, era preoccupata "c'è un problema"
"Intendi a parte il fatto che siamo in Inghilterra?" fece il figlio di Poseidone con ironia "Dovevo passare da mia madre per cena prima di andare al Campo Mezzosangue. Mi ucciderà"
Lei gli strinse la mano più forte.
"Non capisci" continuò "guarda"
Julian seguì lo sguardo della semidea.
E notò ciò inizialmente la sua mente si era rifiutata di processare.
Appena aveva riaperto gli occhi, aveva notato qualcosa di strano.
E ora sapeva cosa.
Le strade erano sterrate e i lampioni illuminati a gas erano ancora spenti.
Si sentì la bocca asciutta quando vide una carrozza parcheggiata a lato della strada, accanto ad un negozio.
Sulla cassetta davanti un uomo sonnecchiava, tra le mani le redini dei cavalli che sbuffavano annoiati.
"Non siamo nel ventunesimo secolo" continuò Annabeth "questi edifici... ho studiato Londra e la sua architettura, anni fa, e questa non è la Londra del ventunesimo secolo. Questi edifici sono vittoriani"
"Intendi dell'epoca vittoriana?" chiese Emma.
La figlia di Atena annuì.
"Quindi siamo nel diciannovesimo secolo?" Percy si guardò intorno "Questo è davvero strano. Più di qualsiasi altra cosa mi sia successa"
"Ditemi che è uno scherzo" la voce di Emma era tesa.
Julian non si trattenne.
Sapeva che lei era la fidanzata di Mark, che era intoccabile per valide ragioni, ma non riuscì a fermarsi.
Le prese la mano e la strinse.
La sua parabatai lo guardò con riconoscenza.
Parabatai.
Aveva cominciato ad odiare quella parola.
Se solo non ci fosse stata una legge che vietava ai parabatai di innamorarsi.
No, basta, si impose, Emma non ti ama. Te lo ha detto chiaramente. Smettila di fantasticare.
Lei forse non lo amava, ma lui si.
E non sopprtava la vista della sua Emma, sempre così coraggiosa, spaventata.
Ma d'altronde poteva forse biasimarla?
Biasimare il fatto che si sentisse sperduta?
Lui stesso si sentiva così.
"È uno scherzo" ripetè lei "Magnus! Magnus! Basta così!"
Poi si interruppe.
"Magnus?" ripetè, trattenendo il fiato.
Julian seguì il suo sguardo.
E lo vide.
Magnus Bane era sul marciapiede opposto, avvolto in un completo nero – il più sobrio che gli avesse mai visto indossare – e indossava un cappello di velluto sui capelli neri.
"Stregone!" Percy aveva già cominciato a correre verso l'uomo.
"Perchè non pensa mai prima di agire?" borbottò a mezza voce Annabeth, mentre si affrettava a seguirlo.
I due Nephilim si lanciarono al loro inseguimento.
Magnus alzò lo sguardo felino, confuso.
"E voi chi sareste?"
Ma Emma lo ignorò.
Gli gettò le braccia al collo, sorridendo.
"Oh grazie all'Angelo! Non provare mai più a farci uno scherzo del genere!"
Ma Julian, il cui sesto senso non sbagliava mai, aveva un brutto presentimento.
"Emma" le disse "questo non è il nostro Magnus"
Magnus allontanò la ragazza da lui.
"Come fai a conoscere il mio nome, ragazzo?" chiese.
"Magnus, siamo Emma Carstairs e Julian Blackthorn" insistè Emma "non ci riconosci?"
"Emma" stavolta fu Annabeth a parlare "questo è il Magnus di quest'epoca"
Lo stregone li squadrò.
"Chi siete?" sibilò, poi notò i marchi che avvolgevano le braccia nude di Julian ed Emma e sospirò "Altri Nephilim, dovevo immaginarmelo. Ma voi non venite dall'Istituto di Londra. E non venite nemmeno da quest'epoca, lo vedo da come siete vestiti"
Lanciò uno sguardo alle sgargianti magliette arancioni di Percy ed Annabeth.
"La moda nella vostra epoca è scomparsa del tutto? Non sono psicologicamente pronto ad una cosa del genere"
"Grazie tante" commentò Percy, sarcastico.
Magnus si rivolse ai Nephilim.
"So già che me ne pentirò ma... Carstairs e Blakthorn avete detto? Questa si che è bella... che ne dite di parlare in un luogo più tranquillo?"

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