Percy socchiuse gli occhi, cercando di concentrarsi esclusivamente sul centro del bersaglio.
Era sempre stato bravo solamente con la spada, completamente negato con arco e frecce, però ora voleva tentarsi con una sfida.
Sarebbe riuscito a fare il lancio dei coltelli.
Data la sua mira al Campo Mezzosangue, ne dubitava seriamente.
Fece un respiro profondo.
Quanto sarà difficile, pensò, magari Apollo mi ha lasciato la sua benedizione. Si Percy, vai convinto.
Bilanciò il peso sulle gambe e si inclinò leggermente all'indietro per avere più forza.
Poi lanciò il coltello.
Sperò con tutto se stesso che centrasse il bersaglio, ma ovviamente questo non accadde.
Il coltello non rimase neppure attaccato al bersaglio, ma cadde a terra con un tonfo rumoroso.
Percy sospirò, passandosi una mano tra i capelli scuri.
"Ritenta, magari sarai più fortunato Testa d'Alghe" lo prese in giro una voce proveniente dall'entrata dell'armeria.
Il figlio di Poseidone si voltò e sorrise con ironia ad Annabeth che lo osservava appoggiata allo stipite della porta.
"Mi stai dicendo che non potrò giocare a freccette in nessun pub con il signor D?" disse, in tono teatrale.
La figlia di Atena si avvicinò al bersaglio.
"Dico" disse mentre si chinava per raccogliere il coltello "che potresti giocare, ma ovviamente perderesti. Sei sempre stato più bravo con la spada"
"Mi ricordo degli allenamneti con Dedalo o Quintus o... detto sinceramente? Non l'ho ancora capito e non ci tengo"
Lei rise, posizionandosi accanto a lui.
"Guarda e impara" disse.
Prese la mira e lanciò il coltello.
Fece centro.
Si voltò con un sorrisetto.
Percy sbuffò.
"Hai barato" l'attaccò "possiedi un pugnale, sarebbe strano se non sapessi come lanciarlo"
"Tutte scuse!"
Scoppiarono a ridere, guardandosi negli occhi, complici come solo due migliori amici sanno essere.
Si sedettero per terra, continuando a sorridere.
Il vestito di Annabeth le si allargava intorno come una campana rossa.
Il figlio di Poseidone si ritrovò a guardarla in un modo strano, l'accenno di un sorriso sulle labbra.
Era bello essere con lei.
Anche solo stare a guardarsi negli occhi.
Era incredibile come certe volte riuscissero ad intrattenere intere conversazioni solamente guardandosi, come fossero una squadra perfettamente sincronizzata.
E in fin dei conti lo erano.
Erano migliori amici da un mucchio di tempo, da quando avevano dodici anni.
Si rese conto di essersi soffermato sulle labbra di lei, di aver percorso il loro perimetro e l'arco di cupido con lo sguardo.
Cosa gli stava accadendo?
Perchè trovava i capelli di Annabeth e il modo in cui i ciuffi le sfuggivano in morbidi ricci biondi dalla crocchia degna del secolo in cui si trovavano incredibilmente affascinanti?
Oggettivamente, la figlia di Atena era sempre stata carina – e negli ultimi anni era diventata davvero bella – eppure lui non aveva mai pensato a lei in quel modo.
"Che c'è?" gli chiese "Mi guardi in modo buffo"
"Niente" rispose Percy, schiarendo la voce "pensavo che siamo amici da un sacco di tempo"
"Tu..." lei arrossì leggermente "sei la cosa più vicina al concetto di famiglia a cui riesca a pensare. Così come Grover e Talia. Un tempo, credevo che anche Luke fosse la mia famiglia"
Il figlio di Poseidone sentì una strana fitta al nome del figlio di Ermes.
Poi, però si illuminò.
"A proposito di Luke" disse "devo dirti una cosa che è successa poco fa"
Come aveva fatto a dimenticarsene?
"Chirone ti ha inviato un altro messaggio-Iride?" Annabeth era agitata, gli occhi grigi erano improvvisamente diventati tempestosi "È successo qualcosa al Campo? Piper, Leo...?"
"Ho un cattiva notizia e una buona" Percy si rabbuiò "Apollo mi ha fatto visita"
La figlia di Atena scattò in piedi.
"Cosa?!" gidò, mentre anche lui si alzava "Quando?! Perchè non me l'hai detto subito?!"
"Ehi Sapientona calmati"
Lei fece un respiro profondo.
"D'accordo" disse "scusa. Raccontami"
E Percy raccontò.
Le disse di come Apollo gli avesse detto che solo loro due potevano sconfiggere Luke, di come avrebbero dovuto cavarsela da soli – come sempre, dopotutto – e di come ci fosse un modo per tornare a casa.
"Quindi gli dei ci aiuteranno per tornare a New York?" Annabeth lanciò un gridolino di felicità.
Senza pensare, si lanciò su Percy e lo abbracciò.
Lui la strinse a sè, mentre il cuore pareva volergli esplodere.
"Di Immortales, a volte la dea Tyche si ricorda di noi!" sussurrò ancora lei.
Poi sembrò rendersi conto di quello che aveva fatto, perchè si irrigidì e si fece indietro, imbarazzata.
"Ehm" lui esitò, rosso come un peperone "dobbiamo sconfiggere Luke. Apollo mi ha detto che solo così ci aiuteranno"°
Annabeth annuì, di nuova cupa in volto.
"Con gli dei c'è sempre una fregatura" commentò e Percy non potè fare a meno di ridere.
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Lost Love
FanfictionAmbientato dopo "Eroi dell'Olimpo - Il sangue dell'Olimpo" e "Shadowhunters - Signora della Mezzanotte" Narrami, o Musa, del figlio di Poseidone e della figlia di Atena il terribile fato intrecciato dalle Parche. Raccontami, anzi tempo, il loro viag...