"Papà"
Poseidone era vestito come suo solito: una camicia hawaiana colorata e costume da bagno, seduto su uno scoglio in riva al mare.
Il suo sguardo pareva perso oltre l'orizzonte, mentre, a intervalli regolari, tirava un po' di più la lenza attaccata alla canna da pesca.
"Figliolo" disse il dio "siediti accanto a me"
Percy obbedì.
"Hai preso qualcosa?" domandò, giusto per rompere il silenzio.
Poseidone scosse la testa.
"Pesci piccoli" disse "li ho ributtati in mare"
"Quindi una balenottera azzurra?"
Il dio fece un piccolo sorriso.
Percy improvvisamente riconobbe la spiaggia di Mountauk, dove i suoi genitori si erano incontrati.
"Sei stato bravo oggi" gli disse suo padre, dopo un po' "durante la battaglia"
Il ragazzo si voltò a guardarlo.
"Sono morto? È una specie di passaggio intermedio prima di andare negli Inferi? Ricordo che Luke mi ha pugnalato"
Si toccò il tuo vecchio tallone di Achille, ma la maglietta era intatta.
"No, Percy. Stai sognando. Questo era l'unico modo che avevo per parlarti"
"Perchè? Devo tornare all'Istituto, devo svegliarmi. Devo aiutare Annabeth ad uccidere Luke..."
Poseidone alzò una mano, sempre senza guardarlo.
"Luke è morto" disse.
Annabeth ce l'aveva fatta: lo aveva ucciso.
Percy si rese conto che molto probabilmente era distrutta, situazione aggravata dal fatto che magari pensava che lui stesse morendo.
Doveva svegliarsi.
"E allora perchè sto sognando?"
"Zeus ha proibito che io e Atena parliamo con te o Annabeth, perchè dice che siamo quelli che più rischiano di intralciare il futuro. Questo era l'unico modo per parlarti, dirti che sono fiero di te"
"Grazie"
Percy rimase in silenzio per un po'.
"C'è una cosa di cui vorrei chiederti" esitò "la maledizione che hai scagliato contro i figli di Atena, perchè succedessero cose terribili se uno di loro si fosse innamorato di un figlio di Poseidone"
"Perseus" Poseidone lo guardò negli occhi "ci sono cose che non è tuo compito sapere"
"Ma..."
Il dio scosse la testa, il viso duro e severo.
Percy aprì gli occhi di scatto, con un gemito per una fitta leggera alla base della schiena.
"Percy!" esclamò una voce "Di Immortales!"
Annabeth gli strinse così forte la mano da fargli quasi perdere la sensibilità di essa.
"Ehi" sussurrò lui.
"Sono così felice che tu stia bene"
La figlia di Atena gli diede un bacio in fronte e poi si fermò davanti a lui, guardandolo negli occhi mentre i suoi diventavano lucidi.
Percy si tirò a sedere, rendendosi conto di essere steso su una specie di divanetto bianco in una piccola sala.
Si sporse in avanti e la baciò con intensità, mentre lei gli posava le mani sul viso come se non credesse che fosse davvero lì.
Era così bello poterla baciare di nuovo ricordando tutto ciò che provava.
"Ti amo" le bisbigliò sulle labbra, gli occhi chiusi e la fronte appoggiata alla sua "cos'è successo?"
Annabeth fece un respiro tremante.
Rimasero seduti sul divanetto, le mani interecciate e i respiri che si mischiavano.
"Dopo che Luke ti ha pugnalato alle spalle" raccontò "abbiamo duellato e alla fine sono riuscita a pugnalarlo al cuore"
La voce le si spezzò.
"Ero così arrabbiata, per quello che ci aveva fatto, per la pozione, per quello che ti aveva appena fatto... ero fuori di me. Mi facevo quasi paura" disse "Emma è riuscita a prenderti tra le braccia prima che toccassi terra e quando sono venuta io stessa a sorreggerti ho scorto mia madre che mi sorrideva tra le macerie del cortile. Poi mi sono ritrovata sull'Olimpo"
Percy le strinse più forte la mano.
Si guardò intorno e si rese conto che il panorama che vedeva fuori dalle finestre di alabastro era lo stesso che si vedeva dal Monte Olimpo a New York.
"Apollo ha fatto una delle sue magie curative, come premio per aver salvato di nuovo il fondoschiena agli dei" concluse "e ti ha lasciato qui a riposare"
"Quanto ho dormito?"
Annabeth alzò le spalle.
"Non molto penso"
Percy aveva quasi paura di chiedere ciò che avrebbe voluto, ma si fece coraggio.
"Quindi..." esitò, guardandola negli occhi grigi "ora torneremo a casa?"
Il volto di Annabeth si aprì in un sorriso.
"Hanno giurato sullo Stige che un volta che ti saresti svegliato ci avrebbero rimandati a casa, seguendo le istruzioni di Estia" disse "manca poco, Percy"
Lui la baciò un'altra volta, felice come lo era stato dopo averla ritrovata al Campo Giove.
"Prima però c'è una cosa che voglio che mio padre giuri" disse.
Annabeth inarcò un sopracciglio, mentre Percy si alzava.
"Vieni con me"
Le prese la mano e la condusse alla sala del trono, dove i dodici troni degli Olimpi si ergevano.
"Perseus Jackson" tuonò Zeus, nel suo abito gessato grigio "Ypnos ti ha dato tregua a quanto vedo"
Il figlio di Poseidone si inchinò, seguito dalla figlia di Atena.
Ma non le lasciò la mano.
Vide Atena guadare le loro dita intrecciate con un cipiglio, mentre Poseidone faceva di tutto per non incrociare il suo sguardo.
"Divino Zeus" esordì "chiedo il permesso di parlare con mio padre e con la dea Atena"
Annabeth gli strinse più forte la mano, guardandolo allarmata.
"Non tentare troppo la sorte" sembravano dire i suoi occhi grigi.
Percy le sorrise rassicurante: ricordava le parole di Poseidone, nel suo sogno, riguardo Zeus, ma non gli importava.
Aveva un piano.
"Ehm... d'accordo" concesse il dio del cielo, a disagio "tutto qui? Niente richiesta di immortalità, di forza eterna... niente di niente? Non capirò mai la generazione del vostro tempo"
Si risedette sul trono, intento a lucidare la sua folgore.
I due dei chiamati in causa guadarono i due semidei.
"Cos'hai in mente, Perseus?" chiese Atena, guardinga.
Il ragazzo sollevò il mento.
"Siamo a conoscenza della maledizione sui vostri discendenti" disse "quella che ad ogni figlio di Atena è vietato innamorarsi di un figlio di Poseidone"
"Quella maledizione è colpa di tuo padre, Perseus, perchè non sa perdere" replicò la dea della saggezza.
Il dio del mare la guardò offeso.
"Tu hai barato! Lo sanno tutti! I cavalli sono meglio di una piantina!"
Atena lo guardò con odio, ricambiata da Poseidone.
"Basta così" intervenne Percy "perchè continuate a farvi guerra a vicenda? Non potete semplicemente accettare ciò che è successo millenni fa e andare avanti? Togli la maledizione, papà. Come vedi non mi ha impedito di amare una figlia di Atena"
"Tu la ami davvero?" indagò Atena.
I suoi occhi grigi erano tempestosi.
Percy si voltò e guardò Annabeth negli occhi.
Aveva rifiutato l'immortalità per stare con lei.
Era caduto nel Tartaro con lei.
Quando aveva perso la memoria, lei era l'unica cosa che Era non era stata in grado di cancellare.
Si, l'amava davvero.
"Guarda come la guarda" mormorò Poseidone "l'ama davvero"
Fece un sospiro e si voltò verso la dea.
"D'accordo. Giuro sullo Stige che toglierò la maledizione" disse "pace?"
Le tese una mano.
Atena lo squadrò, indecisa.
Poi, con un sospiro e un piccolo cipiglio divertito in viso, accettò la mano che il dio le porgeva.
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Lost Love
FanfictionAmbientato dopo "Eroi dell'Olimpo - Il sangue dell'Olimpo" e "Shadowhunters - Signora della Mezzanotte" Narrami, o Musa, del figlio di Poseidone e della figlia di Atena il terribile fato intrecciato dalle Parche. Raccontami, anzi tempo, il loro viag...