Prologo
Katherine stava rovistando nel suo armadietto da dieci minuti e ancora non riusciva a trovare quella dannata calcolatrice.
«Ero sicura che fosse qui.» mormorò tra se e sè, spostando tutte le cianfrusaglie che vi trovava.
Aveva dovuto chiedere il permesso per il corridoio a Mr. Rots per cercare la calcolatrice. Il professore le avrebbe tolto punti se non l'avesse avuta. Dalla rabbia quasi si arrampicò dentro la scatoletta di metallo. Squittì contenta quando finalmente trovò l'oggetto, e lo tenne stretto in mano come un trofeo. Chiuse soddisfatta lo sportello dell'armadietto e si girò per tornare in classe.
In quel momento una porta si aprì con fragore. La ragazza si girò di scatto, spaventata dal rumore. I ragazzi che erano appena usciti dal bagno le davano le spalle e non si accorsero della sua presenza. Erano vestiti completamente di nero, giacca di pelle, pantaloni aderenti e scarponcini borchiati. Katherine intuì che stavano dicendo qualcosa, ma da dove si trovava non riusciva a capire di cosa si trattasse.
Uno dei due, quello con i capelli neri, troppo per essere naturali, diede di gomito all'altro, che aveva qualche ciocca bionda tra i capelli castani. Il primo indicò qualcosa sul soffitto e Katherine si accorse che le loro spalle iniziarono a tremare, scosse dalle risate.
Il ragazzo con le ciocche bionde prese l'altro sulle spalle e cercò di rimanere in equilibrio. Katherine si avvicinò curiosa e iniziò a capire quello che stava succedendo, facendo il meno rumore possibile, quasi non respirava. Il ragazzo con i capelli neri aveva in una mano un test andato male, (l'enorme e rossa F era visibilissima da dove si trovava) mentre nell'altra stringeva un accendino, con cui gli stava dando fuoco, proprio sotto il rilevatore di fumo.
L'allarme partì dagli altoparlanti sopra la testa di Katherine. E il ragazzo con i capelli neri si girò ridendo, mentre l'acqua iniziava ad inondare i corridoi. In quel momento lo riconobbe: Michael Clifford. In tutta la scuola aveva la fama di playboy e piantagrane, con un record di tre sospensioni. Accanto a lui, o meglio sotto, c'era Jack Barakat, il suo compare pluriripetente.
«Cazzo.» fu l'unica parola che Micheal disse vedendo Katherine, prima di sparire nuovamente dentro il bagno, spinto dal suo amico, che stava lanciando occhiate truci alla ragazza. Le porte delle classi si spalancarono vomitando studenti urlanti, che sgomitavano per essere i primi ad uscire, Katherine li seguì con calma, cercando di non rimanerne travolta.
***
«Signorina May, è sicura di quello che dice?» le chiese nuovamente il preside.
Katherine era stata convocata nel suo ufficio quando Mr. Rots aveva detto di averle dato il permesso per i corridoi. Lei si strofinò i capelli fradici con l'asciugamano che le aveva dato la segretaria e annuì. Nessuno l'aveva ritenuta colpevole, era da sempre una studentessa modello e l'avevano chiamata come testimone.
Comunque aveva tenuto la bocca chiusa, non aveva nessuna intenzione di spiattellare tutto, di fare la spia. Il preside la guardò da dietro i suoi occhialetti sporchi e poi annuì, lasciandola tornare a casa. Sua madre non le fece domande sulla strada del ritorno. Si limitò a guardardarla di tanto in tanto, per poi tornare a guardare la strada.
***
Il giorno dopo a scuola fu una tortura. Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, il fatto che non avesse fatto nomi aveva insospettito molte persone. Charlotte la aspetta davanti al suo armadietto, battendo le dita ritmicamente sui libri che aveva in mano.
«Buongiorno.» la salutò Katherine.
«Sono due i pettegolezzi che girano su di te.» le disse subito l'amica, lei e Katherine si conoscevano dalla seconda media, e da quello che si ricordava, Charlotte era sempre stata interessata ai pettegolezzi. Katherine sbuffò, lei non li sopportava, i pettegolezzi.
«Quali sarebbero questi pettegolezzi?» chiese inserendo il codice nel lucchetto. Charlotte si sistemò i capelli ricci dietro le orecchie e si guardò intorno, come per assicurarsi che nessuno le stesse ascoltando.
«Il primo è che, in un attimo di rabbia, ribellione o che so io, sia stata tu a far scattare l'allarme, sfruttando la fiducia dei professori e del preside stesso.» Era incredibile quanto alle persone piacesse parlare dei fatti degli altri.
«La seconda,» continuò poi l'amica, «è che tu sappia chi sia stato, ma lo stai comprendo perchè è il tuo ragazzo.» Charlotte sgranò gli occhi azzurri cercando una conferma.
«Quale ragazzo?» le chiese Katherine prendendo i libri dall'armadietto.
«Questo me lo devi dire tu.» disse Charlotte. Katherine stava per darle una risposta sarcastica quando la campanella suonò. Chiuse l'armadietto e la salutò, avevano classi diverse.
Entrata in classe si sedette al solito posto, in terza fila, e poggiò i libri sul banco. Gli occhi degli altri studenti continuavano a seguirla e lei abbassò la testa, cercando di nascondere il viso dietro una tenda di capelli rossi. In quel momento sentì la sedia del posto accanto al suo stridere sul pavimento.
«Katy, giusto?» Michael Clifford le sorrise.
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Rumors || Michael Clifford
Fanfiction《Katy, giusto? 》 《Katherine.》 《Va bene, Katy.》 Katherine May è una studentessa modello, i professori si fidano di lei e i suoi voti sono tra i migliori della scuola; Michael Clifford è il ragazzo con la fama di teppista e casanova, un sacco di brutt...