platone

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ho iniziato a scrivere così. già. spero non vi dia fastidio.

hey, primo capitolo BOMBA dell'anno. vedete che il vostro libretto cringe è pure educativo? ah comunque, è l'8 gennaio: qui lo dico e qui lo nego. non parlerò di ciò che sta succedendo tra gli stati uniti e l'iran, però voglio lasciarvi un video di giopizzi, il quale lo spiega in modo perfetto. lo trovate all'inizio del capitolo.

BANDO ALLE CIANCE, INIZIAMO!

bene, ci troviamo tra il V e il IV secolo a.c., Platone era un allievo del Socratone nazionale. questo si nota, di fatti all'inizio riproponeva soltanto le idee del suo maestro, maestro che, come sappiamo, odiava la scrittura perché la considerava una sintesi di ciò che si pensava e diceva. bene, platoncino non poteva certo disubbidire, ed ecco un estratto 100% REAL di una chat tra platone e socrate.

Platone: Hey fra
Socrate: Ciao
Platone: Che c'hai bro?
Socrate: Credo di aver capito di non capire
Platone: Ah, io non lo so
Socrate: Ecco appunto, *insulti ai sofisti*
Platone: Sisi, vabboh, ho un'idea geniale
Socrate: Senti non dimme che vuoi ancora scrivere
Platone: Nono, utilizzerò una forma di scrittura alternativa: IL DIALOGO!
Socrate: Senti fai quello che cazzo ti pare, io con te ci ho rinunciato.
(se leggete la conversazione con accento calabrese fa ancora più ridere)

e quindi trascrisse conversazioni, dialoghi(in molti di questi socrate era il protagonista) e in una, il simposio, socrate parla di eros, demone dell'amore, ma anche l'amore stesso. e da qui l'amore platonico(o per i fan di mr.so ma non so "amor socraticus"), quell'amore che rinnega il suo alter-ego, l'amore carnale, per dare spazio a quello morale. e nulla. fa già ridere così. no dai, scherzo.

ora i nomi secondo platone:
molti nomi derivano da altri nomi(spesso di altre lingue), quindi un significato ce l'hanno ma, secondo platone, la maggior parte dei nomi non ha un significato, ma è importante per saper riconoscere un qualcosa. un qualcosa di cui, secondo il platoncino, in breve si crea un "modello ideale". vi spiego. la parola "ippopotamo". tu hai appena pensato a un ippopotamo, non all'ippopotamo che hai visto al circo una settimana fa, né a quello che hai visto in un documentario, ma al modello ideale. sbaglio? no, non sbaglio. lo so, grazie. ciò implica che se il mio ippopotamo morisse, il significato di quella parola non muterebbe. e, ancora, se io andassi da uno che conosce gli ippopotami, ma non ha mai visto quelli che ho visto invece io, avrà comunque in mente l'ippopotamo. capite?
credetemi, è più facile di quanto sembri.

ora, il noumeno e il fenomeno
un bel giorno la tipa di platone prende, si sveglia col ciclo, va da lui e succede questo:
Tipa: Ciao.
Platone: Molto allegra oggi, eh?
Tipa: Ma ti fai i cazzi tuoi? Torna daaaa...da Socrate, o come si chiama.
Platone: Ma che c'hai? Ieri sembravi così allegra!
Tipa: Vaffanculo. *se ne va*
(leggetelo con accento napoletano)

platone torna a casa e fa "oh potrei crearci un qualcosa".
quindi separa due aspetti dell'essere umano: il noumeno e il fenomeno.
il fenomeno è ciò che appare, mentre il noumeno è ciò che è, nel caso di platone, una stronza.

ma colleghiamolo a socrate e all'attualità, vi va? socrate definì l'uomo un "animale sociale", e il motivo è abbastanza ovvio: mostra a tutti gli altri uomini il suo modo di essere. ma siamo nell'epoca dei social. che questo "animale sociale" si trasformi in "animale social"? sembra strano, ma sono esattamente l'opposto. mentre l'uomo sociale mostra tutto di sé, l'uomo social seleziona una parte della sua vita da mostrare al mondo intero, quella migliore. l'uomo social appare, l'uomo sociale è. l'uomo dietro un social fa trasparire il fenomeno, l'uomo durante un'uscita tra amici fa trasparire il noumeno.

e ora, dite al vostro horesu. se andate dalla vostra crush, e le dite tutto sto popo di roba...

cioè, come minimo ve la da.
voglio dire, si fidanza con voi.
cioè, no, ve la dà.
perché qualunque cosa va bene, ma MAI rinunciare all'amore carnale!

a presto~

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