First Chapter
Christine sospira camminando per il corridoio asettico dell’ospedale di Washington: sapeva che questa storia sarebbe finita male da quando Maria Hill l’ha chiamata per informarla della morte di Nick Fury. Certo, non si immaginava di dover andare a trovare uno Steve Rogers vivo per miracolo, ma qualcosa del genere se l’aspettava; le suole quasi immacolate delle sue nuove Adidas scricchiolano leggermente quando entra nella sua stanza, sentendo un peso levarsi dal cuore a vederlo sveglio.
<<Proprio non ci riesci a non finire con qualcosa di rotto a ogni missione, eh Steve?>> scherza, incrociando le braccia sotto al seno, fermandosi davanti al letto del capitano.
Lui si stringe nelle spalle, senza nascondere una piccola smorfia di dolore al movimento <<Che ci posso fare? È il mio marchio di fabbrica>> risponde ironico, facendole sbuffare una risata.
Si avvicina al suo capezzale e gli sfiora i capelli biondi <<Come stai, Steve? E sai cosa intendo>> gli chiede seria, osservando i suoi occhi azzurri che hanno ormai perso la loro brillantezza.
Il Capitano abbassa lo sguardo e sospira <<Da una parte fa un male cane, perché posso solo immaginare cosa gli abbiano fatto in questi settant’anni, dall’altra un po’ mi solleva il fatto di sapere che è vivo, anche se solo e ferito>> risponde sinceramente, non riuscirebbe comunque a nascondere qualcosa a Christine un po’ perché è sempre stato una frana nel mentire, un po’ perché la ragazza sente quando sta mentendo.
Lei gli stringe la mano, donandogli un altro po’ di quella speranza che ha iniziato a infondergli quando si è risvegliato nel ventunesimo secolo <<Risolveremo anche questa Steve, te lo prometto>> gli assicura.
Steve sorride, facendole segno di avvicinarsi di più, così che le possa lasciare un bacio sulla guancia <<Grazie Chrissie>> dice semplicemente e arrossisce un poco per il gesto poco usuale per lui.
Gli carezza dolcemente la guancia <<Sarò all’appuntamento quando ti dimetteranno, l’uomo oscuro vuole vedere anche me a quanto pare>> scherza sul finale <<Nel frattempo recupera le forze e prometto di portarti uno dei miei infusi, quelli che ti piacciono tanto>> sorride, facendo fare la stessa cosa al Capitano.
<<Quello al retrogusto di menta, se è possibile>> chiede gentile.
Chrissie annuisce e ridacchia <<Ciao Sam!>> saluta senza girarsi, percependo la presenza del loro nuovo amico.
L’ex soldato corruga la fronte <<Non ho nemmeno bussato, come diamine hai fatto?>> chiede confuso.
La ragazza si limita a ridacchiare di nuovo, per poi lasciare un bacio sulla guancia di Steve <<Ti lascio nelle mani di Sam, riposati>> gli dice alzandosi <<Io vado a fare una corsa, per quanto sia noioso senza di te>> continua sistemando la felpa leggera che porta.
Rogers ridacchia <<Tornerò in piedi e ti darò filo da torcere, vedrai>> le promette con un ghigno sarcastico, sapendo che probabilmente la doppierà due o tre volte.
Esce salutando anche Falcon, che si accomoda nella sedia vicino al letto <<Come diavolo fa a sapere chi sia dietro di lei?>> gli chiede confuso <<Tira a indovinare?>> continua retorico.
L’amico ride di cuore <<No Sam, lei sa e basta. È fatta così>> e ridacchia all’espressione ancora più confusa di Sam <<Percepisce tutto ciò che le sta attorno, un giorno ti spiegherà>> gli assicura.
Christine, nel frattempo, è davvero arrivata al parco, solo che è quello attorno al Potomac e non il solito dove vanno con Steve a correre; si siede su una panchina e scorre le informazioni che stanno arrivando sul suo tablet, non le resta che aspettare.
Due cappuccini e tre cornetti al cioccolato dopo -il suo tallone d'Achille-, il tablet l'avvisa dell'avvicinamento del suo target; si alza, seguendo le indicazioni e sospirando alla vista dell’uomo che sta spuntando dal piccolo boschetto, ancora sporco di fango e con il braccio evidentemente fuori uso.
<<Andare in giro conciato così non l’aiuterà a passare inosservato, Sergente Barnes>> si palesa, fermandosi davanti a lui.
L’uomo si blocca, posizione di attacco e pronto a difendersi; la osserva dall’alto in basso, cercando di capire come faccia a conoscere il suo nome o, per lo meno, il nome che il Capitano ha detto essere il suo.
Chrissie fa un passo avanti, lentamente <<Riposo soldato, non sono qui per farti del male o riportarti indietro, voglio solo aiutarti>> gli dice calma, sentendolo rilassarsi un po’.
Barnes corruga la fronte <<Perché dovresti?>> le chiede scettico.
Lei si stringe nelle spalle <<Ho fatto una promessa a un amico>> risponde semplicemente <<Vieni, posso curarti e ripulirti, poi puoi decidere se rimanere o darti alla macchia>> continua arrivando a un passo da lui.
La osserva, sentendo di potersi fidare della ragazza, come se qualcosa lo avesse avvolto e fatto sentire al sicuro; annuisce, facendosi guidare sino a un SUV nero poco fuori il parco.
Mentre guida sicura per le strade ancora trafficate della città, continua a osservarla e una domanda gli nasce spontanea <<Chi sei?>> le chiede serio.
Lei si gira un attimo a guardarlo, per poi tornare alla strada <<Mi chiamo Christine, gli amici mi chiamano Chrissie. Tu come preferisci essere chiamato?>> gli chiede, sapendo che quello è uno dei problemi che affollano la sua mente violata.
Corruga la fronte <<Bucky, credo, non ho avuto un nome per molto tempo>> risponde insicuro.
Christine annuisce <<E Bucky sia>> commenta fermando la macchina davanti a una piccola villetta.
Gli fa strada, accendendo la luce nel soggiorno e portandolo su per delle scale <<Per prima cosa, leviamo il fango e la sporcizia di dosso>> inizia entrando in una camera <<Questi sono abiti che dovrebbero starti, qua c’è il bagno, lavati bene il corpo per ora, così sarai pulito per quando ti fascerò la spalla. Ai capelli penseremo dopo, non preoccuparti, se ti serve aiuto premi quel bottone lì, d’accordo?>> gli spiega con calma, portandolo in bagno.
Rimasto solo James sospira ed esegue ciò che gli è stato detto, ormai abituato solo a ordini urlati a cui obbedire se non vuole ricevere delle punizioni; riesce a lavarsi per bene il corpo come gli ha detto la ragazza, ma non riesce a non bagnare i capelli. Un po’ è spaventato da cosa potrebbe succedere se scende così da lei, ma non ha altra scelta; così indossa i pantaloni di tuta che gli ha dato e decide di evitare la maglia, preferendo indossarla dopo che lo avrà medicato.
Scende le scale e raggiunge la cucina, l’ha vista quando sono arrivati e rimane bloccato quando lei gli parla rimanendo di spalle: sa di avere un passo leggero, l’hanno addestrato per questo, come ha fatto a sentirlo? Le scale non scricchiolano nemmeno e non può averlo visto, perché è sempre stata di spalle e non è uscita da lì.
<<Allora, ho preparato un infuso, ti scalderà un po’ e aiuterà il tuo stomaco a riabituarsi al cibo normale, non ti davano spesso da mangiare vero?>> gli chiede girandosi.
Scuote la testa <<Bastava che fossi in forze per la missione>> risponde confuso e Chrissie percepisce la sua paura, così viene in suo soccorso <<Non preoccuparti per i capelli, te l’ho detto perché sapevo che con una mano sarebbe stato difficile lavarli>> gli spiega con calma <<Magari dopo ci ripassiamo, ok?>> gli sorride incoraggiante.
Il soldato corruga la fronte, avvicinandosi al bancone e sedendosi in uno sgabello, sentendo che può farlo liberamente <<Non vuoi punirmi?>> le chiede sorpreso.
Lei scuote la testa <<Te l’ho detto al parco e te lo ripeto, non voglio farti del male, voglio solo aiutarti>> lo rassicura e si avvicina <<È un problema se controllo le tue ferite?>> gli chiede, non volendo spaventarlo.
James scuote la testa e si gira per permetterle di muoversi liberamente, senza l’intralcio del bancone; sfiora il livido sul suo costato e i tagli dovuti alla caduta dall'helicarrier per recuperare il Capitano.
<<Posso farti una domanda, James?>> gli chiede mentre si posiziona dietro la sua spalla destra.
Lui annuisce soltanto <<Il siero che ti hanno iniettato, funziona come quello del Capitano? Accelera la tua guarigione?>> gli domanda.
Il soldato corruga la fronte e sospira, ricordando di sentire il suo corpo curarsi dopo le sessioni di tortura <<Sì, funziona come il suo>> risponde con voce roca.
Chrissie annuisce soltanto, posizionando il suo braccio così da poter rimettere la spalla al suo posto <<Al tre, ok?>> lo avverte e subito sente di nuovo la sua voce dolce <<Tre!>> e lo schiocco dell’articolazione che torna in asse.
James si lascia sfuggire un urlo sorpreso <<Avevi detto tre>> borbotta.
La ragazza ridacchia <<Esatto, non detto che avrei contato sino a tre>> gli fa notare divertita <<Non c’è bisogno della fasciatura, il siero sta già agendo, non forzarla troppo per un paio di giorni per sicurezza>> gli consiglia, poi gli allunga la tazza con l’infuso ormai pronto <<Inizia a bere questo e mangia un paio di cracker, abitueranno il tuo stomaco a cibi solidi. Io intanto ti medico i tagli>> gli sorride.
Dopo qualche minuto, James sente il bisogno di sapere come ha fatto a sapere che stava entrando in cucina <<Christine?>> la richiama, la voce ancora roca.
Lei solo mugugna in risposta, concentrata a mettere degli strip su un taglio piuttosto profondo <<Posso farti una domanda?>> le chiede timoroso.
Altro mugugno, che però non riesce a interpretare così rimane in silenzio <<Che domanda, James?>> lo richiama, capendo perché è rimasto in silenzio.
Trattiene il fiato mentre gli passa un unguento sul livido sul costato <<Come facevi a sapere che ero sulla porta della cucina? Sono consapevole di non poter essere sentito mentre cammino, mi hanno addestrato per quello e tu non ti sei girata ne uscita dalla stanza>> le chiede poi.
Lei sorride, cominciando a disinfettare il taglio sullo zigomo <<Per ora posso dirti che è una mia dote, diciamo così. Quando ti sarai ripreso un po’ e se sarai ancora qua, ti spiegherò da dove viene questa dote>> gli risponde <<Ci stai?>> continua guardandolo negli occhi.
Barnes riflette un attimo, poi annuisce <<Posso rimanere davvero?>> chiede incerto.
Christine annuisce <<Per il tempo che riterrai necessario, non voglio obbligarti a far qualcosa che non vuoi. Tieni conto che è molto difficile che qualcuno ti trovi qua, i miei indirizzi non erano nei file dello S.H.I.E.L.D. perché per il resto del mondo io nemmeno dovrei essere qua>> gli spiega un po’ vagamente <<Farò chiarezza quando ti spiegherò della mia dote>> aggiunge imbarazzata.
Lui annuisce <<Grazie, per aiutarmi>> mormora abbassando lo sguardo.
Lei sorride soltanto, facendogli cenno di alzarsi <<Ti do una lavata ai capelli e poi ti lascio riposare>> gli dice facendo strada verso il bagno.
Lo fa sedere spalle alla vasca, con la sua altezza riesce a mettere indietro la testa abbastanza da lavarlo comodamente; stanno in silenzio, Christine mormora la melodia di una canzone che passano spesso in radio e James si gode la sensazione del tocco dolce della ragazza, per la prima volta dopo tanti anni non ha paura di avere le mani addosso di qualcun altro che non sia lui.
<<Ecco qua, ora sono puliti!>> esclama quando finisce <<Vuoi che gli asciughi o preferisci di no?>> gli chiede passandogli un asciugamano per tamponarli.
Lui scuote la testa, anche se bloccato un po’ dalle sue mani <<No, va bene così>> risponde roco, è già tanto aver un odore diverso da quello della polvere da sparo addosso e aver fatto una doccia calda <<Vorrei riposare, se posso>> aggiunge insicuro.
Chrissie mette l’asciugamano attorno al suo collo, così che non si bagni la maglia <<Ti mostro la tua camera>> gli dice soltanto, gentile, allungando la mano per aiutarlo a tirarsi su.
La guarda insicuro, perché sa di doverle dare la sinistra per non forzare la destra; lei capisce e gli sorride tranquilla <<Non aver paura, se ti può consolare, mio fratello ha una protesi come la tua ma nella mano destra>> confessa per tranquillizzarlo.
Lui corruga la fronte e accetta la mano, riflettendo su come possa esserselo fatto <<In combattimento, gli hanno tagliato di netto il braccio all’altezza del gomito>> risponde alla sua domanda, quasi l’avesse sentita.
Di nuovo, la guarda sorpreso <<Scusa, a volte dimentico che non tutti sono abituati a questo mio anticipare le mosse>> mormora imbarazzata.
<<È strano, tutto qui>> risponde lui, sincero.
Gli mostra la camera di fronte al bagno <<Ecco qua, domani provvederò a mettere gli altri vestiti nel tuo armadio e magari vado a prenderti qualcosa di ricambio. Il bagno è unico, ricorda di bussare prima di entrare ok?>> gli chiede gentile.
Lui annuisce e la ringrazia ancora; Christine semplicemente gli augura una buonanotte ed esce dalla camera, lasciando la porta leggermente aperta. Fa una doccia veloce e si sistema nel letto, sospirando pesantemente: non dirà a Steve che l’ha trovato e che lo tiene al sicuro a casa sua, creerà delle tracce che lui possa seguire così da non insospettirlo. Mentirgli è l’ultima cosa che vuole fare, ma non sopporterebbe il dolore nei suoi occhi quando vedrà che il Bucky che conosceva da ragazzino non è quello che per anni è stato chiamato Soldato d’Inverno.☆☆☆☆☆☆☆☆
Salve a tutti! Benvenuti nella mia umile dimora.
Come avrete già letto nel capitolo dedicato alle precisazioni, questa storia sarà un crossover, i cui dettagli verranno chiariti man mano che la storia avanza.
Siamo solo all'inizio, perciò mi scuso se sembrerà un po' lenta, ma non voglio accelerare e farla sembrare troppo irrealistica.
Lasciate un commento su eventuali dubbi o consigli, visto che è la prima volta che provo a cimentarmi in storie sull'MCU, saranno ben accetti.
Grazie per aver letto!
See you soon💜Ps. Gli aggiornamenti avverranno ogni due settimane circa; perdonatemi, ma ho molto da fare per l'università e non mi rimane poi molto tempo.
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Counting Stars // James Buchanan "Bucky" Barnes
Fanfiction"> >" "> > >" -------------- Christine è arrivata sulla Terra molto tempo fa, quando nel suo mondo la guerra giungeva al suo culmine e la dittatura veniva instaurata; ha vagato per i mondi per anni, forse secoli, poi qualcuno ha fatto il suo nome...