2. Nigthmares

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Second Chapter

Christine ha sempre avuto problemi ad addormentarsi, sin da quando è arrivata in quel misterioso mondo che era la Terra; perciò non si stupisce quando vede la sveglia segnare l’una di notte, decidendo di alzarsi e prepararsi una tazza di latte e cacao.

Ha anche imparato, nelle tre settimane successive al salvataggio del soldato, che non è l’unica a soffrire di insonnia; James inizia a ricordare, sfortunatamente per la sua mente è più semplice riportare a galla i ricordi più vicini nel tempo, ossia tutto quello a cui è stato sottoposto nelle file dell’Hydra e quello che è stato costretto a fare. Gli incubi sono frequenti, alcuni più dolorosi di altri, alcuni sono solo una sensazione che striscia sottopelle al risveglio, le cui  immagini non riappaiono davanti agli occhi. Chrissie ogni tanto si avvicina alla sua porta, per assicurarsi che stia bene e se abbia bisogno di qualcosa; altre volte lascia che sia lui a liberarsi di tutto, senza invadere troppo i suoi spazi. Quella notte, però, sentiva che era qualcosa di diverso; è così che al primo urlo disperato, lascia la tazza sul bancone e corre nella camera degli ospiti. James ha il lenzuolo attorcigliato al corpo, le mani strette in pugno con la metallica che fa un rumore sinistro da quanto sta stringendo e urla come se qualcuno lo stesse torturando proprio in quel momento. Il suo dolore la travolge, appesantendole il respiro e facendole tornare alla mente le notti insonni con suo fratello a combattere quelle che i loro maestri chiamavano visioni del tutto normali per una persona potente come lui, ma che intanto lo stavano divorando dall’interno.

Si inginocchia vicino a lui, cautamente, cercando di trasmettere quanta più tranquillità possa per farlo calmare un minimo; poggia una mano sul suo petto madido di sudore <<James, sveglia>> lo chiama con calma <<James, è solo un sogno>> continua con più forza e lui apre gli occhi terrorizzato.
Respira a fatica, guardandosi attorno <<Christine>> riesce a esalare impaurito <<Faranno del male anche a te>> continua, ora con un velo di preoccupazione negli occhi azzurri.
Lei scuote la testa, spostandogli i capelli dal viso <<Siamo al sicuro, James, era solo un sogno, va tutto bene>> lo rassicura con dolcezza.

Il soldato continua a guardarsi intorno, poi il suo respiro rallenta e focalizza la sua attenzione sulla ragazza che pazientemente aspetta che torni alla realtà; sospira, mettendosi seduto meglio e si passa le mani tra i capelli <<Non volevo svegliarti di nuovo>> mormora contrito.
Christine scuote la testa <<Ero già sveglia, non dormo molto comunque>> lo rassicura <<Va meglio, ora?>> si preoccupa.
Annuisce <<Sono tornato>> risponde prendendo un respiro profondo, rimane con gli occhi sulla sua figura <<Ho sentito come qualcosa che mi avvolgeva, mi calmava, eri tu?>> chiede confuso.
La ragazza si limita a sorridere <<Perché non vieni in cucina? Stavo per bermi una tazza di latte, ti va di farmi compagnia?>> propone.

James la guarda sempre più confuso e leggermente infastidito dalla mancata risposta, però decide che una tazza di latte non può che fargli bene al momento, così la segue in cucina; si siede sullo sgabello e la osserva mentre mette la sua tazza già pronta nel microonde, ormai fredda per averlo aiutato a ritornare dall’incubo, e intanto prepara quella per lui.
<<Con cosa lo vuoi?>> gli chiede, riportandolo alla realtà per l’ennesima volta.
Ci pensa un attimo <<Ricordo profumo di cannella, associato al latte>> risponde insicuro <<Credo ce lo preparasse la madre di Steve>> continua perso in quel ricordo.
Chrissie sorride soddisfatta, inizia anche a ricordare la sua vita negli anni Quaranta <<E latte e cannella sia, Steve ha provato a farmelo assaggiare senza successo>> commenta, cercando la spezia nella dispensa.
<<E’ stato qui?>> si informa, uno strano fastidio gli formicola nel petto, vicino a quell’organo che lo tiene in vita ma che non crede di poter sentire più.
Annuisce <<Per un paio di settimane, prima che lo S.H.I.E.L.D. gli desse l’appartamento dove ti hanno mandato>> gli spiega, poi si accorge di quello che ha detto <<Scusa, era un po’ rude come risposta>> si affretta a dire.
Lui si stringe nelle spalle <<Hai detto solo la verità>> mormora.
Christine posa la tazza di latte e cannella e recupera la sua, posando in mezzo a loro un pacco di biscotti con gocce di cioccolato <<Senti, so che in certo senso è la verità, ma è anche vero che non hai avuto scelta e l’incubo di poco fa ne è la dimostrazione. Chiunque avrebbe ceduto, James, anche il più forte tra i miei maestri si sarebbe piegato alla loro volontà>> gli dice con serietà <<La tua unica colpa è di essere attaccato alla vita e nessuno può biasimarti per questo>> conclude, prendendo un biscotto.

Counting Stars // James Buchanan &quot;Bucky&quot; Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora