5. That Smile

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«Eccoti qui, come te la cavi?»

«Uhm... bene» Rispose Gerard poco convinto, mentre faceva dondolare i piedi giù dal letto.
Finalmente il suo sedere toccava qualcosa di appena più morbido di quell'odioso posto umido e puzzolente che era il corridoio di sotto.

«Qualcosa mi dice che non dovrei crederti.» Disse Frank ridacchiando e avvicinandosi a lui per dargli qualcosa.

Non appena Gerard abbassò lo sguardo sulla sua mano, sorrise ampiamente.
«L'hai portato»

Prese il succo dalla mano dell'assistente e lo ispezionò.
Era lo stesso gusto, alla pera, la stessa bottiglietta dell'altra volta.
Gliel'aveva portata una settimana prima mentre lui era in isolamento.

«Sì.»
Frank si piegò sulle ginocchia e svitò il tappo dalla bottiglietta di succo che era tra le mani di Gerard.

«Grazie» Sussurrò timido il ragazzo pallido, prendendo un sorso del succo più buono che avesse mai bevuto.
O forse perchè non aveva bevuto altre bevande a parte la cola e la limonata.
O semplicemente perché era stato Frank a portarglielo.

«Di niente!» Rispose Frank sorridendogli.

Era di buon umore.
Soprattutto dopo aver visto Gerard così. Contento per un piccolo gesto.
Adesso che ci pensava, non aveva mai visto Gerard sorridere. Quel sorriso, che ancora gli segnava il volto, era molto bello.
Era vero.
Ed era triste, il fatto che fosse vero.
Perché nessuno sorriderebbe per una bottiglietta di succo alla pera.
Perciò Frank era felice e un po' angosciato allo stesso tempo.
Sollevò un braccio e lo avvicinò con molta lentezza ai capelli di Gerard.
Stette fermo a poca distanza, per assicurarsi di non far spaventare il paziente in alcun modo.

Il più grande smise di bere e sollevò lo sguardo verso la mano dell'assistente. Non fece nient'altro però.

Così Frank mise la mano sopra la testa di Gerard.
Gli sorrise, dopodiché scompigliò i suoi capelli.

Gerard abbozzò un nuovo sorriso, «Frank?»

«Dimmi»

«Perché sei qui?»

Il sorriso di Gerard svanì improvvisamente.

Quello di Frank lentamente.

«Cosa intendi?»

«Gli altri non perdono tempo qui...» Rispose Gerard, guardando verso il basso.

«G-Gee, non è perdere tempo questo.» La voce un po' spezzata dall'amarezza di quella frase, si riprese con un tono serio.
Gerard non era una perdita di tempo. Per nessuno.

«Gee?»

«Gee...rard»

Gerard ridacchiò. «Mi piace Gee»

«Anche a me piace»

«Uhm, con te cosa usano? Frank? Frankie?» Pensò ad alta voce.

Frank rise, «Vuoi trovare un nomignolo a me?»

Gerard annuì, mettendo il broncio alla risata dell'assistente, «Non ridere.»

Patient 102   |   FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora