16. You Deserve It

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«E così pensi di poter mandare via anche il signor Bogdanov adesso? No Frank, ormai devi lasciare che si occupi di Gerard Way, non puoi stravolgere la sua vita per sempre.»

Stravolgere la sua vita per sempre.
Cosa intendeva Linda? Stravolgere la vita di Gerard? E in che modo?

«Ah sì? Credevo fossi la più umana qui, che fa uno strappo alla regola per fare star bene quelli che la circondano. Parole tue, non è nulla di nuovo»

«Stai puntando sui miei sensi di colpa?» Chiese irritata Linda, incrociando le braccia.

Era arrabbiata con Frank perché aveva lasciato che a prendersi cura del paziente Way fosse uno psicoterapeuta– cosa di cui non aveva bisogno – e se ne era lavato le mani.
Adesso come poteva lui sistemare le cose?

Byron Bogdanov non era un sempliciotto, stupido o quant'altro. Conosceva la gente di lì e riconosceva se qualcuno lo stava prendendo in giro.

Non potevano semplicemente dirgli che il suo lavoro lì era finito.

«Linda, ti sto chiedendo un favore, so benissimo di aver sbagliato ma ti prego, lo sai come sono fatto, sbaglio sempre, sbaglio troppo, ma tu mi hai sempre appoggiato. Ti chiedo solo di non smettere adesso, non proprio adesso, ho bisogno di te»

Linda aggrottò la fronte ma non potè evitare che la sua espressione si addolcisse alle sue parole.
Sbuffò e annuì, scuotendo poi la testa in modo esasperato.

«A volte mi sembra di farti da madre, e non è molto confortevole dato che ho soltanto cinque anni in più di te»

Frank sorrise. Sapeva di poter contare su di lei, che non lo avrebbe mai abbandonato... come aveva invece fatto lui con Gerard.

***

«Eccola! Signor Bogdanov, le devo dare una spiacevole notizia.» Cominciò Linda, sfregandosi il collo con un'espressione imbarazzata.

«Oh, mi dica pure... spero non sia troppo spiacevole»

«Vede... il paziente Way verrà trasferito domattina, perciò dobbiamo terminare qui il suo incarico. Mi dispiace molt-»

«Ho capito. Sì sì, ho capito le vostre intenzioni. Non volete più che venga? Cosa c'è, ho sbagliato qualcosa? Mi sembrava di piacere al paziente Way.»

«Non è questo il punto, signor Bogdanov, con tutto il rispetto. Le abbiamo salvato un incontro per domani, così che lei possa salutare il paziente» Si intromise Frank, sorridendo cordiale, anche se dentro esplodeva di impazienza.

Byron sospirò guardando sospettoso l'assistente Iero, dopo annuì incerto.
«Okay. Se è così che deve andare» Fece spallucce e si sistemò la giacca, buttandosi poi seduto su una sedia grigia della reception. «Potrei almeno avere un caffè? E, visito oggi il paziente. Domani ho altri appuntamenti»

«Certamente» Rispose Linda scomparendo dietro la porta oltre il bancone per raggiungere la macchina del caffè.
Notò che Frank l'aveva seguita e così lo raggiunse, bisbigliando: «È okay. Ma finiamola qui, non posso sempre raccontare balle»

«Wo, okay, niente balle» Ripetè Frank sorpreso e divertito, di solito Linda non diceva nemmeno parole tipo "cavolo" o "diavolo".

***

«Gerard» Salutò lo psicoterapeuta.

«Bogdanov»

«Come mai così freddo? È successo qualcosa mentre non ci vedevamo?»

«Lei non è sempre presente nella mia vita, lo ricordi» Rise il paziente, scuotendo la testa. «Ma è tutto okay, penso, sì, tutto okay».

Patient 102   |   FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora