6. Numbers

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«Senta, dottor Bohan, vorrei chiederle un favore...»

«Dica, dica pure Frank! Ma faccia in fretta, c'è una lunga fila fuori dal mio studio» Ridacchiò alla cornetta il dottore.

«Sì sì... volevo dirle... non c'è più bisogno che lei trovi uno psicologo per il paziente 102»

«Gerard Way intende?»

«Sì.»

Ci fu un attimo di silenzio da parte del dottore.

Frank avrebbe voluto dirgli del suo piano, che avrebbe aiutato Gerard a parlare senza opprimerlo o metterlo in ansia come avrebbe fatto uno di quegli psicologi, ma sapeva che non poteva prendere sue iniziative in quel centro di riabilitazione.

«Okay, se è questo che voleva dirmi... devo andare adesso. La saluto, passi una buona domenica»

«Grazie, anche lei.»
Il moro abbassò la cornetta con un sospiro.

Sarebbe riuscito nel suo intento?
Voleva solo fare del bene ad un paziente. Voleva che si sentisse al suo agio, che potesse parlare con qualcuno che non avrebbe fatto scattare la sua ira.
Lui sapeva di poterlo "tenere buono", cosa che gli altri non erano in grado di fare.
E non voleva che, mandando uno sconosciuto a psicanalizzare Way, questo si sarebbe spaventato e lo avrebbe fatto rinchiudere in qualche altro posto.

Gli altri non erano come Frank. A loro importava solo fare lo stretto necessario per avere la paga mensile, non della salute dei pazienti.
A Frank invece preoccupavano le conseguenze.
Era consapevole che se avesse lasciato Way nelle mani di una persona brusca e poco paziente, avrebbe tirato fuori la parte "malata" che risiedeva lui.

***

Tutti i pazienti si diressero nella mensa della struttura, tranne qualcuno che aveva deciso di fare i capricci.

«Chi mi tocca trascinare oggi?» Chiese Benjamin Gallagher, il sostituto di Nick Ramirez.

Aveva dato le dimissioni soltanto un mese dopo essere stato a contatto con "i pazzi". Così li chiamava lui. Non aveva rispetto per niente e nessuno, tranne il suo capo, che lo prendeva palesemente per i fondelli quando riceveva le sue lamentele rivolte ai pazienti.

Ben Gallagher invece era un dipendente abbastanza simpatico e tranquillo. Frank aveva cominciato ad andare d'accordo con lui molto presto.
E, per fortuna, adesso la responsabilità dei pazienti non addossava soltanto Iero, ma anche lui.

Nessuno lavorava direttamente con i pazienti per più di una settimana. Davano tutti le dimissioni oppure venivano licenziati perché aggredivano i pazienti più suscettibili che avevano scatti frequenti.

«Brooks, Díaz, Richardson, Vacanti e... Way» Rispose Linda, con una punta di delusione nel tono della voce quando pronunciò l'ultimo cognome.

Tutti avevano imparato a conoscere le abitudini del paziente 102, e aspettavano soltanto di leggere dei miglioramenti; non volevano che regredisse.

Linda, Roy e Frank prendevano sempre a cuore i casi dei pazienti. Erano molto fortunati a lavorare insieme, infatti.
Potevano dirsi tutto e a volte cercavano di migliorare la situazione delle persone lì dentro, oppure si offrivano personalmente di aiutare nel caso un dipendente addetto alla salute dei pazienti si fosse messo in malattia.

Mentre altre volte non potevano fare nulla per quelli che dovevano essere trasportati in manicomio.

Non appena Frank sentì il cognome "Way" rizzò le orecchie. Era fermo dalla mattina, nessun caso d'emergenza dopo aver svegliato e portato la colazione ai pazienti, quindi se ne era stato seduto in silenzio ad annoiarsi.
«Vengo anch'io»

Patient 102   |   FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora