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Non era nemmeno mezzogiorno che il ragazzo si trovò sul tavolo operatorio l'ennesimo paziente di quella giornata. Solitamente non era un problema per lui, ma sentiva che il suo corpo era vicino al limite e non sapeva quanto sarebbe ancora riuscito a resistere. Incideva, cuciva e controllava che i parametri del paziente fossero stabili nonostante le sue gravi condizioni mentre lasciava che il suo potere affluisse nei ferri fra le sue mani che si muovevano nel corpo del paziente.

<<Ma si può sapere cosa gli è successo?>> chiese il medico di supporto.

<<Ha provato a rapinare una banca, ha preso degli ostaggi che ha minacciato di uccidere se non gli avessero aperto il caveau, la polizia è stata costretta a sparargli per fermarlo>> lo informò l'infermiera al suo fianco <<Ci sono due agenti fuori che aspettano per interrogarlo>>

<<Se riusciremo a salvarlo>> disse ancora il medico.

Haechan alzò per un secondo lo sguardo sul medico di supporto e l'infermiera, la testa gli girò per qualche secondo prima di tornare pienamente lucida e sveglia, che sentendosi osservati ricambiarono lo sguardo.

<<Qualcosa non va dottore?>> chiese la ragazza.

<<L'abbiamo perso>> rispose solamente Haechan e in quel momento i macchinari a cui l'uomo era collegato cominciarono a suonare indicando una linea piatta, segno della mancanza di battito cardiaco.

Il medico di supporto sospirò, l'uomo era in gravissime condizioni e quell'operazione era un azzardo. Sin dall'inizio non vi erano grandi possibilità di salvarlo ma avevano comunque preferito provare. Il medico annuì e si sfilò la mascherina.

<<Vai dagli agenti e digli che non ce l'ha fatta>> disse verso l'infermiera, che lasciò cadere sul piccolo tavolino i ferri che sorreggeva e uscì dalla sala operatoria, seguita da Haechan e il medico che si liberarono dei camici di protezione per gettarli.

<<Ho bisogno di un caffè>> disse il medico.

Haechan avrebbe preferito morire piuttosto che andare nel bar che si trovava di fronte all'ospedale, dove sapeva che il collega lo avrebbe trascinato, ma anche lui aveva bisogno di ingerire qualcosa per via della stanchezza.

Il proprietario del bar era dietro al bancone a bere quando un odore lo infastidì subito. Era impossibile per lui non nausearsi davanti a quell'odore che tanto detestava, insieme alla persona che ne era circondata. Lasciò che il ragazzo si avvicinasse al bancone, poi con professionalità mista a ironia gli servi il caffè che era solito prendere prima di recuperare il profumo per ambiente e spruzzarlo per aria.

<<Puzzi di sangue....Haechan>> gli disse Vernon avvicinandosi con un ghigno divertito, a voce bassa per non essere sentito da nessun'altro che lui.

<<A cuccia cane bagnato>> gli sibilò contro, afferrando velocemente il suo caffè e sedendosi ad un tavolino più lontano possibile dal bancone.

***

Seoho era chino sulla sua scrivania e stava distrattamente controllando i vari fascicoli sui casi più recenti che un collega gli aveva, gentilmente, lasciato e il ragazzo si ritrovò a doversi trattenere dal ringhiargli contro. Uno ad uno, ritenendoli noiosi e non di rilevante importanza gli stava scartando, pronto per lasciarli sulla scrivania di uno dei nuovi agenti pronto a gustarsi la scena del novellino in una crisi di panico nel doverli controllare tutti. Prese l'ennesimo fascicolo e lo osservò annoiato fino a quando un particolare non gli saltò agli occhi. Una persona era stata attaccata da quello che la vittima aveva definito un essere strano senza essere riuscita a fornire un identikit che potesse essere d'aiuto. Osservò le foto presenti nel fascicolo in cerca di qualcosa che gli facesse capire di che tipo di essere si trattasse, ma da una prima occhiata non era chiaro. Seoho, seppur fosse uno dei migliori detective in circolazione, quando si trattava di casi sovrannaturali non aveva la tranquillità di concentrarsi perfettamente mentre si trovava nella stazione di polizia, quindi richiuse il fascicolo e lo mise in un cassetto, che chiuse a chiave. Si sarebbe portato dietro il fascicolo, facendolo sparire dall'attenzione degli altri colleghi, in fondo non era la prima volta che nascondeva la presenza del soprannaturale.

***

Mingyu era nella palestra in cui lavorava, e di tanto in tanto aiutava chi gli chiedeva aiuto nello svolgere al meglio gli esercizi. Gli piaceva il suo lavoro e lo faceva con totale tranquillità e leggerezza, di tanto in tanto quando era libero si prendeva del tempo per allenare il suo corpo. Non che ne avesse bisogno, come licantropo il suo corpo era sempre in ottima salute senza che lui facesse nulla. Si allenava più per far passare il tempo quando non aveva qualcosa da fare. Era occupato a guidare un cliente nei suoi esercizi quando il proprietario della palestra lo richiamò.

<<Mingyu, devo parlarti>> gli disse, facendogli cenno di seguirlo.

Il ragazzo lo fece senza problemi e si ritrovarono nell'ufficio che il proprietario si premurò di chiudere.

<<Allora, tu sai che siamo ancora una piccola palestra perciò non abbiamo altri clienti se non persone normali che vengono qui per passare il tempo o sfogarsi>> cominciò. Mingyu annuì così l'uomo riprese <<Poco fa mi ha chiamato il manager del campione coreano di Karate. Deve allenarsi in vista del nuovo campionato e vuole farlo il un posto tranquillo. Ovviamente avrà il suo staff, ma mi hanno chiesto di mettere a disposizione qualcuno che possa seguire i suoi allenamenti ed io voglio che lo faccia tu>>

<<Io?>> chiese Mingyu leggermente stranito <<Ma ci sono personal traineer che lavorano qui da più tempo>>

<<Sì, ma non hanno lo stesso controllo e professionalità che hai tu. Ospitare questo campione potrebbe essere un'ottima occasione per la nostra palestra e non voglio che ci siano problemi>>

Mingyu fu felice di quelle parole e non riuscì a trattenere un sorriso.

<<Lascia fare a me>> disse sicuro di sé.

<<Bravo ragazzo>> annuì il proprietario dandogli una pacca sulla spalla.

Nello stesso momento il telefono sulla scrivania dell'uomo squillò. Questo rispose e velocemente mise giù.

<<È arrivato>> disse, aprendo la porta della stanza e catapultandosi fuori euforico come un bambino in procinto di ricevere il suo regalo.

Mingyu ridacchiò a quella reazione, ma non appena la porta venne aperta qualcosa catturò la sua attenzione. Un odore particolare, che non riusciva ben ad identificare. Storse il naso, stranendosi cercando di concentrarsi al meglio su quell'odore . Non importava quanto potesse concentrarsi, non riusciva a capirne la fonte. Alla fine decise di muoversi anche lui, solo in quel modo avrebbe potuto avere delle risposte.

Raggiunse l'ingresso, quell'odore si faceva sempre più forte, fino a quando non capì di cosa si trattasse.

Davanti a lui vide un ragazzo minuto, il suo fisico non sembrava molto allenato eppure sentiva una forza particolare sprigionarsi da lui. Era quel ragazzo la fonte di quell'odore.

Il ragazzo in questione alzò lo sguardo puntandolo su Mingyu, che subito si sentì strano. Sentì una strana forza colpirlo allo stomaco e la testa girargli vorticosamente rischiando quasi di perdere l'equilibrio. Seppur quella sensazione fu nuova sapeva, per istinto, di cosa si trattasse.

Aveva avuto il suo imprinting.

Sentì qualcosa spingerlo verso il ragazzo, un'imperterrita voglia di abbracciarlo e stringerlo a sé.

Al tempo stesso però Mingyu sentiva che qualcosa non andava.

Guardò meglio il ragazzo, in quegli occhi profondi e vide un lampo che attraverso quelle iridi rendendole rosse per un millesimo di secondo. Allora capì.

Davanti a lui vi era quello che sarebbe dovuto essere la sua anima gemella.

Davanti a lui vi era un vampiro e Mingyu odiava i vampiri.

<<Lui è Mingyu>> sentì dire dal suo capo, cosa che lo risvegliò dai suoi pensieri <<Ti seguirà durante il tuo allentamento>>

<<Ehi>> si ritrovò a dire, con aria menefreghista e minacciosa.

Wonwoo guardò il ragazzo davanti a lui, il suo odore da licantropo gli stuzzicò il naso. Rimase in silenzio a guardarlo per qualche secondo, e ricambiò il saluto, regalandogli il suo miglior sguardo truce e assassino.

Old War (INTERATTIVA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora