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Intorno a lui non vi era altro che oscurità accompagnata da risate inquietanti e urla strazianti. La testa gli girava vorticosamente ma si disse di farsi forza. Cominciò a correre dritto davanti a sé in cerca di quel varco che l'avrebbe portato ad entrare nei meandri della mente di quel ragazzo che aveva ormai perso ogni ragione. Wooyoung corse e corse, senza fermarsi un attimo. Mai, il penetrare la mente di qualcuno, gli era costata così tanta fatica. Si domandò se fosse a causa della verbena nel suo corpo o a causa delle resistenti barriere che Wonwoo aveva messo fra sé e il suo passato. Non sapeva cosa il cacciatore gli avesse fatto per ridurlo in quello stato, sapeva però di doverlo riportare indietro. Il ragazzo riprese a correre, mentre intorno a lui ombre e scenari offuscati cominciarono a fare la loro comparsa. Continuò dritto per la sua strada, certo di essere vicino al suo obbiettivo e rilasciò un sospirò di sollievo quando questo fu davanti a lui. Una porta d'acciaio, simile a quella di caveau ad identificare quanto in profondità, e con quanta sicurezza, Wonwoo avesse rinchiuso quei ricordi. Wooyoung posò la mano su di essa e chiuse gli occhi per qualche secondo fino a quando queste non venne quasi risucchiata da essa, permettendogli così di attraversarla.

Quando si ritrovò all'interno di quei ricordi immediatamente capì perché l'altro ne fosse tanto terrorizzato. L'aria era fredda, intrisa di sangue e erbe aspre. Guardandosi intorno capì di trovarsi in una vecchia cella in pietra sigillata da alcune sbarre in acciaio protette da quello che, dalle varie ombreggiature verdastre, capì fosse un incantesimo sigillante. Quel posto era stato chiaramente per impedire che chiunque vi fosse imprigionato non avesse alcuna possibilità di fuga. Si voltò, studiando al meglio la cella grazie alla fioca luce di una torcia, quasi urlò quando i suoi occhi si puntarono sul ragazzo davanti a sé. Wonwoo era incatenato ad una parete da vecchie catene in argento, bagnato da verbena e incantesimi, il viso era incavato così come il resto del corso sembrava vicino al prosciugarsi come se fosse stato esposto al sole senza alcuna protezione per svariato tempo. Era chiara la sua malnutrizione, o meglio, il fatto che si preoccupassero di dargli la giusta dose di sangue che gli impedisse di morire. Le labbra erano violacee mentre gli occhi solcati da profonde fosse scure. I capelli, lunghi e neri, gli arrivavano al sotto delle spalle e ciò fece domandare a Wooyoung per quanto tempo fosse stato realmente rinchiuso il quel posto, il quello stato.

Una profonda ondata di furia colse il ragazzo, facendo vacillare la sua vista e il suo potere. Istintivamente scagliò un pugno contro una delle pareti, lasciando una profonda e gravosa crepa lungo l'intera cella. Ciò gli servì per sfogare la sua frustrazione e mantenere al contempo la concentrazione che gli avrebbe permesso di restare in quel posto. Il tintinnio delle catene attirò la sua attenzione facendolo voltare verso il ragazzo costretto da esse. Il corvino alzò leggermente il viso stanco e cadaverico, portando lo sguardo davanti a sé in un posto impreciso.

<<Chi c'è>> disse, la voce secca e spaventata.

Wooyoung sentì qualcosa rompersi nel suo cuore. Quanto aveva sofferto l'altro, da solo. Quanto aveva sopportato senza che gli altri sapessero mai nulla.

<<Sono io, Wooyoung>> rispose il ragazzo, avvicinandosi lentamente a lui per posargli una mano sulla guancia.

Wonwoo scattò al contatto, voltando la testa dalla direzione opposta, per liberarsi da esso.

<<Cosa vuoi da me? Io non ti conosco, sei anche tu uno di loro?>> domandò il corvino, tossendo successivamente a causa della gola secca.

Il ragazzo era stato nuovamente rinchiuso in quel posto, attraverso i suoi ricordi. Liberarlo non sarebbe stato facile, Wooyoung lo sapeva. Un conto era liberare qualcuno da un'illusione, un altro era liberare qualcuno da un ricordo in cui le sensazioni e le emozioni erano molto più veritiere essendo state già provate. Il vampiro non aveva spesso usato la capacità di entrare nella mente degli altri. Si era sempre limitato a scovare nelle menti le informazioni di cui aveva bisogno ma mai si era spinto così in profondità. Non aveva rivelato a nessuno quel lato del suo potere, non perché avesse voluto nasconderlo, ma perché non né aveva avuto molta necessità di utilizzarlo.

In quel momento però non solo si era introdotto nella parte più profonda della mente di Wonwoo, ma doveva essere in grado di tirarne fuori entrambi.

<<Sono qui per riportarti a casa Woo>> gli disse dolcemente, posandogli piano una mano sulla testa.

Wonwoo cercò nuovamente di evitare ogni contatto.

<<Io non ho più una casa>> urlò disperato <<Mi avete tolto tutto, cosa volete ancora da me>> si agitò, costringendo le catene che ferirono ancora di più la pelle dei suoi polsi.

Il corvino era troppo immerso in quel ricordo, essere comprensivi non avrebbe aiutato.

<<Tu hai una casa>> urlò Wooyoung in risposta, facendo in modo che l'altro s'immobilizzasse <<Tu hai una famiglia che ti ama, hai un branco che farebbe di tutto per te, svegliati Wonwoo>>

Wooyoung prese un profondo respiro nel momento in cui gli occhi dell'altro, vuoti e spalancati, si posarono su di lui.

<<Leedo, Seungkwan, Haechan, Io, Seoho, Mark, San, Vernon, Youngjae, Jaebum, tutti noi ti rivogliamo indietro Wonwoo>> urlò deciso il ragazzo, sperando di risvegliare i ricordi del ragazzo, quelli successivi a quell'inferno <<Tutto questo non è reale>>

Gli occhi di Wonwoo divennero se possibile ancora più grandi mentre piccole venature scure incorniciavano le iridi che lentamente presero a colorarsi di rosso. Doveva essere riuscito a colpire qualcosa in lui, ed era in quello stesso punto che Wooyoung avrebbe dovuto insistere.

Gli posò piano la mano sulla spalla, disegnando con le dita il marchio che aveva visto su di essa. Il corvino sobbalzò leggermente, come se gli stesse toccando una ferita da poco rimarginata.

<<Mingyu ti sta aspettando>> aggiunse lentamente.

<<Mingyu...>> ripetè l'altro, iniziando a ricordare.

Wooyoung gli accarezzò dolcemente i capelli per poi abbracciarlo stringendolo saldamente fra le sue braccia <<È solo un incubo Woo, è ora di svegliarsi>>

Il corvino si sciolse fra le braccia del più piccolo, lasciando andare la testa contro la sua palla posandoci contro la fronte, mentre piccoli singhiozzi e lacrime silenziose scivolavano sul suo viso.

<<Wooyoung>> sussurrò <<Mi dispiace>>

<<Shhh>> lo zittì tranquillo l'altro <<Va tutto bene>>

Wooyoung non avrebbe mai potuto giudicarlo. Il solo vederlo in quello stato gli aveva rivoltato lo stomaco, non poteva immaginare cosa avesse sopportato per tutto quel tempo. Non avrebbe mai potuto capire come la sua forza mentale, la sua razionalità, si fossero lentamente spezzate come cristalli sul pavimento, lasciando di essere solo frammenti sparsi.

Le pareti intorno a loro cominciarono lentamente a sgretolarsi insieme alle catene che costringevano il ragazzo contro la parete. Tutto ciò che era intorno a loro cominciò a svanire come foschia riportandoli alla realtà. Wooyoung lasciò andare il polso del corvino, pulendosi le labbra sporche di sangue con una mano prima di accasciarsi contro la parete alle sue spalle. Wonwoo aprì gli occhi, sfarfallando le ciglia come se si fosse appena risvegliato da un lungo sonno ed istintivamente si voltò verso Wooyoung, visibilmente esausto.

<<Wooyoung io...>>

<<Va bene così>> ridacchiò con un sorriso rilassato <<Mi ripagherai quando usciremo di qui>>

Wonwoo non potè far altro che ricambiare quel sorriso puro e luminoso.

La quiete tornata fra loro venne infranta nello stesso momento in cui sentirono un forte rumore, molto simile ad un'esplosione, riecheggiare intorno a loro tanto da costringerli a tapparsi le orecchie.

<<Che cos'è->>

<<Mingyu>> urlò sorpreso Wonwoo, riuscendo a percepire la vicinanza dell'altro grazie al loro marchio <<Mingyu e gli altri sono qui>> 

Old War (INTERATTIVA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora