-Nat- disse una voce tenebrosa
-Nat- disse una voce suadente
-Natasha- disse una con tono canzonatorio
-Natasha Romanov- bisbigliò un'altra
-Nat-
-Natasha Romanov-
-Natasha-
-Nat-
-Ah!!!-
Natasha si svegliò nel buio della notte. Certo, un altro incubo. In quei giorni, solo incubi. E considerare che una donna della sua età non dovrebbe fare sogni di quel genere. Natasha era assorbita da quei pensieri mentre si dirigeva verso la cucina per un bicchiere d'acqua. Natasha Romanov. La Vedova Nera. La grande donna che non ha paura di niente. Già, proprio lei. Lei, con il sonno disturbato da incubi infantili.
-Driiin- fece il campanello. Nat guardò l'ora. Le due e cinquantanove di mattina. Era perplessa, primo perché non sapeva che il suo collega ex nemico -Tony Stark, il proprietario della Torre- avesse messo un campanello alla famosa porta, secondo perché non sapeva chi potesse suonare il campanello della porta della Torre degli Avengers alle due e cinquantanove del mattino e aspettarsi che qualcuno aprisse. Prese la pistola. La prudenza non era mai troppa, l'aveva imparato a proprie spese quando era entrata in quella vita. Avanzò piano verso la porta e l'aprì di scatto puntando la pistola verso la bianca luna. Esatto, verso la luna. C'era soltanto quella, nient'altro. Aspetta, però. Nat guardò giù, da dove proveniva un mugolio speranzoso di una neonata dagli occhi scurissimi e qualche pelo sulla testa che, a giudicare dal colore degli occhi, dovevano essere nero corvino. Era ancora avvolta nel panno della clinica, e lei la scansò, per vedere se sotto ci fosse una bomba. Non si sa mai. Ma non c'era niente. Stupita, Natasha lasciò cadere la pistola, che cadde sulla fronte della bambina. Questa però non sembrò infastidita, anzi si mise a giocherellare con quello che pochi secondi prima avrebbe potuto ucciderla. Natasha quasi non si rese conto del pericolo che l'intrusa stava correndo, che questa tolse e rimise la carica in un lampo e sparò un colpo verso la luna. La Vedova Nera si apprestò a toglierle quella sua seconda mano, rimetterla in tasca, prendere la neonata e portarla dentro per non farla raffreddare in quello che, a occhio, sembrava il suo secondo giorno di vita.
Dopo essersi assicurata di aver prestato alla trovatella le cure necessarie, Natasha esaminò la cesta in cui era stata depositata la bambina. C'era un libro, una pietra attaccata ad un filo e due lettere, di cui una, scritta in un corsivo svolazzante, faceva così:
Si chiama Aler. So che è un nome insolito, ma anche io, la mamma, mi chiamavo così. Per spiegarvi le stranezze che mia figlia compirà, prima dovrete ascoltare la mia vita. Io mi chiamo Ella Black, ma tutti mi chiamavano Aler. Avevo un potere, come quelli che avete voi, e sono sicura che lei li ha ereditati da me. Non per forza identici ai miei, ma abbastanza potenti che neanche io ne conosco la fonte. Mio marito sicuramente sarà molto duro con lei, perché ritiene che sia stata lei ad uccidermi, ma sono sicura che farà il mio volere, cioè, se proprio vuole abbandonarla, di lasciarla a voi. Scusate, forse sto correndo troppo. Io sto per morire, forse di parto, forse per Aler, fatto sta che da un momento allaltro mi staccheranno queste maledette macchine che mi tengono ancora in vita, forzandomi. E se un giorno si scoprirà che in realtà è stata mia figlia ad uccidermi, non voglio che si senta un'assassina, anche se ha ucciso una persona, sua madre, prima ancora di essere partorita. Ma non voglio che lei sappia tutto questo. Fino a quando non avrà scoperto i suoi poteri, sarà Rachel, Rachel Black. Le do questo libro, il mio libro preferito, che mi ha fatto capire che il mio potere era una benedizione e una maledizione allo stesso tempo: dobbiamo essere cauti con essi. Le lascio questa mia collana, che viene tramandata di generazione in generazione nella nostra famiglia da molto tempo. vi prego, tenetela. Vorrei che fosse consegnata a voi perché siete abituati a questo tipo di stranezze, mentre i normali orfanotrofi, dove la vuole portare mio marito, non lo sono. Grazie.

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Aler|| Avengers
Fiksi IlmiahSequel di Spiderman homecoming. Rachel è una semplice ragazzina che viene espulsa, per un motivo o per un altro, da tutte le scuole in cui va. Ma nessuno sa che lei è la figlia adottiva degli Avengers, e un vecchio nemico di sua madre si fa vivo per...