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MICHAEL.

Vengo svegliato dal suono metallico e persistente della sveglia, mi alzo sbadigliando e prendo i jeans neri dalla sedia mettendoli poco dopo.

Giro la testa verso la scrivania mentre prendo la camicia e il mio sguardo si posa su una vecchia foto di famiglia, decido di prenderla per guardarla meglio: siamo io, la mamma ed Audrey.
I ricordi mi assalgono e cerco di trattenere un conato di vomito, mi sento uno schifo in questo momento; se non fossi andato via, se non avessi dato per scontato che mamma ce l'avrebbe fatta da sola tutto questo non sarebbe successo e forse lei sarebbe ancora viva.

-sai Michael ce ne siamo andate siamo da tua nonna adesso, vivremo qui per un pò, finche non si sarà sistemato tutto- mi disse mia madre al telefono, me la immaginavo sorridere all'apparecchio mentre con l'altra mano reggeva la sua tazza di thè quotidiana.

Poso la foto al suo posto ed esco dalla stanza scendendo velocemente le scale, trovo Audrey e mio padre già in cucina, mi siedo senza dire niente, senza rompere il silenzio che persiste nella stanza.

AUDREY.

I cimiteri mi hanno sempre messo tristezza ma forse mai come oggi.
Mi siedo in prima fila fissando la bara bianca davanti a me, Michael si siede al mio fianco e mi prende la mano.
Ripenso alla mattina di pochi giorni prima e istintivamente stringo la mano di mio fratello.

-buona giornata tesoro- mi saluta mia madre con un bacio sulla fronte mentre io prendo lo zaino e lo metto sulle spalle. Le sorrido come risposta per poi uscire velocemente di casa intenta a non perdere il bus come sempre in questo periodo.

Torno a casa dopo le lezioni e dalla fermata posso gia intravedere la folla di vicini davanti a casa nostra, la polizia cerca di allontanarli ed una barella con sopra una figura coperta da un telo bianco esce di casa e va senza fretta verso l'ambulanza.
Una mano mi tocca la spalla stringendola appena e in quel momento capisco tutto, capisco che non è riuscita a farcela.
-vieni, andiamo a casa- mi dice tranquillo mio padre e io scoppio a piangere, scoppio a piangere perchè realizzo cosa è davvero successo.

Vedo Michael alzarsi appena la cerimonia finisce e posare sulla bara un mazzo di rose sospirando.
Dovrei abbracciarlo e dirgli qualcosa, ma lo conosco abbastanza da sapere che non servirebbe a niente.
Ogni volta che gli telefonavamo si scusava di non essere li, se la prendeva con se stesso e posso vederlo benissimo anche ora mentre dentro si incolpa ma alla fine lo sa, tutto questo era inevitabile, era solo questione di tempo.

Lo raggiungo solo quando vedo tutti gli altri alzarsi, lo abbraccio da dietro e aspetto che sia lui a parlare per primo ma non lo fa e per il momento gli sono grata.

ASHTON.

il funerale è stato abbastanza tremendo, vedere Michael in quello stato è tremendo.
Io e i ragazzi stiamo dietro, in disparte, non è il momento di mischiarci ai parenti proprio ora anche se mi spezza il cuore non dirgli neanche una parola.
Siamo una band, ci vogliamo bene nella buona e nella cattiva sorte, un po come in un matrimonio.

Mi faccio coraggio e mi avvicino a Michael senza dire niente mentre Calum e Luke ancora sono indecisi se seguirmi o restare in un angolo
-Cliff...- gli metto una mano sulla spalla mentre guardo sua sorella
era da un po che non la vedevo, mi sembra più alta e gli occhi sono quelli del fratello, anche lei ha la carnagione chiara ma stranamente ha i capelli castani e non tinti di qualche colore stravagante.
Mi riprendo dai miei pensieri, non è il momento adatto per guardare la sorella del mio amico, sento il peso del suo sguardo e mi rigiro verso di lui per poi stringerlo forte a me.
Ricambia la stretta come a ringraziarmi
-io e i ragazzi siamo qui lo sai...- dico, non sono bravo con le parole
-grazie- risponde con gli occhi lucidi
annuisco senza aggiungere altro, rischierei di fare un casino totale e faccio un passo indietro
-ci siamo anche per te ovviamente- dico ad Audrey e poi mi giro tornando sui miei passi fino a raggiungere Cal e Luke.

-che dite? lo lasciamo solo?- li guardo
-non saprei Ash io voglio abbracciarlo- si lamenta debolmente Luke mentre si mordicchia il labbro nervoso
Calum lo stringe a se -calmati Lukey... forse Ash ha ragione è bene che stia con la sua famiglia ora, non credi?-
è sempre stato bravo a persuaderlo, quei due hanno un feeling particolare, si capiscono a vicenda e a volte fanno perfino paura.
-possiamo chiamarlo domani...- Luke abbassa lo sguardo sui propri jeans strappati per poi guardare me e Calum
gli annuisco di rimando e mi metto tra di loro abbracciandoli da dietro mentre iniziamo a camminare verso la macchina.

A volte mi sembra di essere il fratello maggiore piuttosto che solo un batterista è come se in un certo senso contassero tutti sempre su di me per qualsiasi cosa, dallo scegliere una maglietta a qualcosa di più grande come gestire Michael e il suo lutto.
Sinceramente non so bene cosa aspettarmi, se un Clifford silenzioso o un ribelle ma in qualsiasi modo si ponga l'importante è che riesca a superare il dolore e io lo aiuterò perchè in fondo è questo che fanno i fratelli maggiori, no?

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io che posto due capitoli in un giorno è tipo...
un mega avvenimento ahahah no vabbe a parte gli scherzi,
questa ff mi prende molto e spero prenda anche a voi, grazie a chi
leggerà e a chi vorrà condividere le proprie opinioni via commento

(p.s le rose della foto sono le rose Avalanche, ma non c'entra niente con
il titolo, che vuol dire valanga ed è ripreso da una canzone, vado a sotterrarmi.)

xoxo x5secofwriting

Avalanche. || 5sos (ON HOLD)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora