Capitolo 11. Sono nato per sopportarti

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La mattina mi svegliai perché sentivo che qualcuno mi accarezzava la schiena.
-Scusa. Non ti volevo svegliare.- mi disse Harry a bassa voce. Gli altri dormivano ancora tutti. Erano stesi vicini vicini sul pavimento avvolti nei loro sacchi a pelo.
-Tranquillo.- alzai lo sguardo e incontrai il suo sorriso. Non riuscii a fare a meno di ricambiare.
Vidi quelle labbra. Guardai i ragazzi.

-Dormono ancora tutti?- gli chiesi.
-Si.-
-Sicuro?-
-Si, sicuro.-
Allora mi voltai di nuovo verso di lui. Mi avvicinai lentamente alle sue labbra e lo baciai. Un bacio veloce, dolce.
-Grazie.- mi disse.
-Per così poco. Vieni qua.-
Misi le mani nei suoi ricci e lo avvicinai nuovamente a me. Lui mi mise sopra di lui e mi cinse la schiena con le braccia.
Non c’era nulla di spinto in quel bacio. Era tutto tremendamente dolce. Il modo in cui mi stringeva a se, il modo in cui mi baciava, il modo in cui spuntavano le sue fossette appena ci staccavamo un momento, il modo in cui dolcemente mi spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Avevo bisogno di quello in quel momento.

Ero tutta presa dall’universo di dolcezza che avevo perso contatto con tutto ciò che non riguardava noi due.
-Oh certo. Voi si che siete solo amici.- commentò Zayn.
Quando cazzo si era svegliato? E non era l’unico, infatti erano tutti seduti per terra che ci guardavano. Io mi staccai da lui mettendomi seduta.
-Non è facile la questione.- cercai di giustificarmi.
Dopodiché come mio solito quando c’era una situazione imbarazzante ero corsa in bagno a farmi una doccia. Mi stavo risciacquando i capelli quando sentii la porta che si apriva.

-Io starei facendo la doccia eh.- dissi.
-Lo so. Devo solo lavarmi la faccia. Sembro uno zombie.- disse il riccio.
Mi aspettavo che rovinasse quello che era il nostro rapporto attuale entrando nella doccia all’improvviso o spostando la tendina, invece non lo fece.
-Ti hanno chiesto ancora qualcosa i ragazzi?-
-Si, non ho aggiunto molto a quello che hai detto tu. Non c’è un modo per spiegare la cosa. Credo che lo capiamo solo io e te.-
-È normale che riesci a capirlo solo se ci sei dentro.- commentai.
-Comunque sei lì dentro da un’eternità. Diventerai una prugna secca se non esci sai?-
 -Ah ah fai proprio ridere sai. Non posso uscire. Ci sei lì tu.-
-E allora? Non è nulla che non abbia già visto.-
-Si, ma con te lì io non esco.-
-Se prometto di non guardare?-
-Non mi sembri molto affidabile.-

Non rispose. Sbirciai dalla tendina e lo vidi voltato verso la porta con le mani allungate all’indietro che tenevano l’asciugamano. Se non si voltava non mi avrebbe vista. Decisi di fidarmi. Fermai il getto d’acqua. Uscii dalla doccia, presi l’asciugamano dalle sue mani e mi ci avvolsi. Non si era voltato, faceva davvero progressi.
Gli baciai una guancia. –Grazie per non aver guardato.-
Si voltò e sorrise mentre io andavo davanti allo specchio e lo pulivo dato che era tutto appannato a causa del vapore della doccia. Lo vidi arrivare dietro di me. Gli sorrisi nello specchio. Lui mi prese i capelli e ci fece una treccia. Sembrava lo facesse apposta a sfiorare la mia schiena nuda per provocarmi e anche se non lo volevo ammettere ci stava riuscendo.

-Sei diventato proprio bravo.- commentai guardando il suo lavoro.
-Così bravo da meritarmi un bacio? Quello di prima non mi è bastato. Ci hanno interrotti troppo presto.-
-Concordo pienamente.- gli risposi io prima di alzarmi sulle punte  per raggiungerlo. Lui mi prese il viso tra le mani avvicinandomi di più a se.
-Ti bagno tutto. Sono ancora tutta bagnata.- dissi.
-Oh credimi. È l’ultima cosa che mi preoccupa.-
Continuando a baciarci finimmo contro il muro.
-Non qui.- dissi semplicemente.

Sempre con le labbra incollate alle sue cercammo di raggiungere la porta e dopo averci sbattuto contro riuscii ad aprirla. Nel corridoio andammo a sbattere prima contro una parete, poi contro l’altra e anche contro la porta della stanza di Louis. Finalmente arrivammo alla porta della sua camera. Non potevamo passare inosservati evitando di fare figure di merda vero? Ma certo che no. Infatti Zayn era in corridoio e aveva visto tutta la scena.
Tornò in cucina e lo sentii dire qualcosa ai ragazzi.
-Mi è passata la voglia di fare colazione. Ora quei due distruggono casa tendando di arrivare al letto.-
Lasciai perdere e riuscimmo a entrare in camera e prima di raggiungere il letto andammo a sbattere ancora contro la scrivania e l’armadio. Riuscii finalmente a sdraiarmi trascinandolo con me. Non ero sicura di ciò che volevo fare e non ero sicura di voler fare davvero qualcosa. O meglio, la voglia c’era ma se succedeva avrebbe cambiato quello che c’era tra noi e io non sapevo se lo volevo.

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