Eccomi qua, con i miei se e con i miei ma. Oggi proprio non me la sento di alzarmi, di andare a scuola. Se non ricordo male c'è il compito in classe. Guardo il telefono e vedo che mancano due minuti alle 6 del mattino e quindi al suonare della sveglia. Non mi frega un cazzo del compito. Tanto che differenza fa? Che mi boccino pure, alla fine non so che fare della mia vita.
Avevo una ragazza e mi ha lasciato per il mio migliore amico. Che cosa banale! Ma se è così banale perché mi provoca così tanta sofferenza? Ti dicono che è banale per semplificare ma non ti dicono che al dolore non frega niente di come stanno le cose. Ti attacca e basta. Che situazione di merda! Se vado a scuola mi tocca vederli sul bus che porta per tutto il viaggio, magari mentre si baciano, mentre lui infila la lingua nella sua bocca, mentre lei si lascia toccare il seno e di rimando accarezza le parti intime di lui. Questi pensieri mi fanno male ma il mio cervello continua a farmeli rivedere in un loop infinito. Come se mi divertissi ad infliggermi dell'auto sofferenza. Come se mi volesse dire "Te lo meriti! Devi soffrire. Così impari!"
A questo punto domani se vado uso la bici.
Mi sono appena ricordato che la bici ha la catena rotta. Gino il meccanico la potrebbe riparare gratis se glielo chiedo oppure gli potrò fare qualche lavoretto per sdebitarmi nel Pomeriggio. E' sempre buono con me. Quasi fossi un suo nipote. Invece suo figlio ed io non andiamo tanto d'accordo. Lui è il classico bravo ragazzo che ha buoni voti e non deve farsi distrarre mentre io sono il perdigiorno che lo porterebbe sulla cattiva via. Almeno questo è quello che ripete sempre la madre. Invece Gino... Devo dire che la sua bontà nei miei confronti è quasi poetica. Ma non divaghiamo e torniamo a me e al mio malessere di alzarmi dal letto.
Per evitare che mamma rompe le palle posso dire di stare male. Si, le dirò che mi fa male la pancia. No! Non posso. Oggi è venerdì e domenica ho la partita. Sicuramente poi non mi farà andare se mi crede malato. Vaffanculo giornata di merda, mi alzo. Mi dicono che a 16 anni non dovrei bere caffè ma io me ne sbatto. Mi piace troppo il suo sapore, il suo odore e sentire il rumore di quando sta per uscire. Mi faccio sempre la moka piccola per due tazze con due dita di latte. Poi tosto due fettine di pane con un po' di crema alla nocciola. La colazione è fatta. Non posso uscire senza una bella doccia. Mio padre romperà sicuramente perché dice che consumo troppo lo scaldino. Ma che ci posso fare? Non riesco proprio a non farmela. Preparo la tracolla con un quaderno e una penna, le chiavi ci sono, il telefono pure. Capisco che ho tutto e posso uscire. Mentre scendo le scale mi arrovello la mente per capire se andare a piedi oppure in bus. Decido di fare una passeggiata. Dicono che aiuta ad ordinare le idee e a pensare. Ma che cazzo? Io non voglio pensare. Se lo faccio vedo sempre la stessa scena. Loro due che fanno sesso. Pessima idea quella di camminare. Sento una voce che mi chiama. È Paola. La saluto e mi chiede di andare a scuola insieme. Acconsento. Paola è sempre carina ed educata con tutti. Mi racconta di come ha perso il bus di proposito e che preferisce camminare. In fondo ci mette solo 20 minuti ad arrivare. Decido che tutte le mattina andrò a scuola a piedi. Sia andata che ritorno ed inoltre parlare con Paola rende il viaggio più breve. Io vado al terzo anno e lei al primo dell'ITIS della città.<<Ho saputo di te e Monica. Che troia!>> mi dice senza preamboli.
<<Si, veramente un bel casino.>> rispondo stringendomi nelle spalle.
<<Non fare il duro come se non ti fregasse nulla. Fosse capitato a me sarei distrutta.>>
<<Che posso fare?>> domando inerme.
<<Fossi io Monica col cazzo che ti lascerei. Ma poi per Francesco? Roba da matti.>> dice mentre guarda la vetrina di un negozio di informatica. <<Bello quello. È appena uscito, è l'ultimo modello. 8 GB di Ram, 512 GB di memoria interna e una Gpu che farebbe girare qualsiasi cosa.>> aggiunge indicandomi il telefono.
<<Sei brava.>> commento con soddisfazione.
Le non mi risponde ma si limita imbarazzata a diventare un po' rossa mentre si sistema i capelli dietro le orecchie.
<<Vorrei iniziare a fare uno sport. Che mi consigli?>>
<<Non saprei. Cosa ti piace?>> chiedo incuriosito.
<<Se te lo dico poi lo spifferi a tutti e mi prenderanno in giro. Già pensano che sono stramba e sto per le mie.>>
<<Giuro che non lo dico.>> cerco di rassicurarla.
<<Va bene te lo dico. Mi ispiri fiducia, stranamente. Vorrei fare arti marziali.>>
<<Io vado in una palestra dove fanno lezioni di Kung Fu se ti interessa>>
<<Sul serio? Non ti darebbe fastidio se venissi?>> mi domanda.
<<No! Perché dovrebbe? Anzi possiamo andarci insieme.>> ammetto con piacere.
<<Bene quando posso venire?>>
<<Pomeriggio per le sei va bene?>>
<<È perfetto Miki. Posso chiamarti Miki Jo?>> mi chiede e la cosa mi fa sorridere.
<<Certo. Suona bene e mi piace.>>
Tra una cosa e l'altra siamo a scuola. Mi ha fatto bene parlare con Paola. Ci salutiamo e le do un bacio sulla guancia. Lei arrossisce e capisco che forse non dovevo e chiedo scusa. Lei mi dice di non scusarmi e ancora un po' arrossita mi saluta e va via. Le chiedo di tornare a casa assieme all'uscita e per lei va bene. La cosa mi mette di buon umore. Pensare che non volevo nemmeno alzarmi dal letto stamattina e invece ho scoperto Paola.
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S. p. A. Una Vita Di Interessi (senza revisione)
Ficción GeneralIn un mondo dove il lavoro è sempre più "sopravvivenza" Miki Jo (Michele Giordani) si sente attanagliano dalla morsa sociale. Come quasi tutti i suoi coetanei vive con l'angoscia di non essere mai abbastanza. Nella continua lotta per essere sempre i...