Vi siete mai fermati a pensare quante persone sono passate nella vostra vita? Persone che pensavate non sarebbero mai uscite e poi invece non le avete più riviste oppure il contrario. Persone che inizialmente nemmeno potevate sopportare e poi non si sono staccate più dalla vostra vita. Scommetto che è capitato un po' a tutti noi.
Paola per me era una persona che avevo inserito nella prima categoria ed invece sappiamo tutti come è andata a finire. Non mi sono mai fermato a chiedermi nemmeno il "perché?", in fondo a cosa sarebbe servito immergermi nell'angoscia di trovare una risposta?
A volte bisogna solo lasciar scorrere. Come diceva quel famoso e antico filoso greco di nome Eraclito, Panta Rei, tutto scorre, tutto è in divenire.
Oggi ho lezione come tutte le mattine dal lunedì al sabato. Ad inizio anno la preside aveva chiesto ai genitori se preferivano la settimana corta dal lunedì al venerdì e fare le giornate scolastiche dalle otto di mattina fino alle due del pomeriggio. Il consiglio dei genitori ha detto no e anzi se potevano tenersi i figli pure il pomeriggio.
Cazzo li fate a fare i figli se poi non li volete tra i piedi? Ma lasciamo perdere che è meglio.Da un paio di mesi ho preso l'abitudine di bere latte macchiato con caffè ma ad essere sincero forse sarebbe meglio dire caffè con latte accompagnato da una brioches. Lungo il cammino verso la scuola mi metto le cuffie bluetooth con un podcast per compagnia visto che ho scaricato diversi audio libri e quando mi stancano sento della musica. Generalmente rap dei primi anni del duemila.
Una volta nel tragitto da casa fino a scuola e viceversa c'era Paola a farmi compagni ed invece ora no.Arrivo in classe ma continuo a tenermi le cuffie in attesa che arrivi il prof di informatica e circuiti. Stranamente tarda e non è da lui visto che lo trovo sempre in cattedra. Anzi spesso vengo ripreso perché sono un ritardatario.
Nel frattempo Massimo usa la sua penna bic come una cerbottana e lancia palline inzuppate della sua saliva. Una mi arriva in testa, lo guardo male ma non ci perdo più tempo del necessario. E' uno stronzo ma non è cattivo ed inoltre è un ragazzone di un metro e ottanta fissato con la palestra che cerca sempre la scusa per testare la sua forza con la vittima di turno. In classe diciamo che fa un po' il bulletto ma senza mai esagerare troppo. Io invece sono solo un ragazzo normale di un metro e settanta con i suoi mille problemi che non vuole aggiungerne altri. Si, faccio arti marziali ma la vita non è un film della Marvel o di Tony Jaa dove alla fine il protagonista vince. Che si creda pure il re della classe. Non me ne fotte un cazzo.Il mio sguardo si focalizza qualche istante su Erica, una ragazza che fa la mia classe dal primo superiore. E' come se la mia memoria l'avesse cancellata in questi due ultimi anni di scuola, quarto e quinto intendo. Che strano! Dal primo al terzo anno, adesso che ci penso, ricordo che andavamo abbastanza d'accordo e ci scambiavamo parecchie opinioni su diversi argomenti. Poi non saprei dire perché ma qualcosa è cambiato. Lei o io non ci siamo cercati più. I nostri sguardi si incrociano e lei stranamente mi fa un sorriso che ricambio istintivamente ma senza troppa convinzione. Anche il suo sorriso non è spontaneo, sembra quasi imbarazzata.
Che strani scherzi fa la vita e anche il cervello. Perché ci siamo persi Erica?Entra in classe una donna, molto avvenente e bella che però contrasta con la sua presenza da brava ragazza acqua e sapone. Uno strano contrasto penso. Chi sarà mai? Resto curioso fino a quando non inizia a parlare e spiega che il professore Cirillo di informatica e impianti fino alla fine dell'anno non sarà più in presenza per cause personali. Spero per lui che si risolva tutto. In realtà mi dispiace ma non mi frega più di tanto. La vita di oggi ci ha resi così cinici e menefreghisti tanto da doverci sforzare per fingere di preoccuparci per gli altri. Tanti auguri professore ma devo pensare alla mia vita.
La supplente ci saluta e poi ci osserva uno ad uno. Non da nessun segno di interesse o altro. E' bella, accidenti se lo è ma non lascia trasparire niente dal so sguardo. Ha un taglio corto a casco di banana che arrivano all'altezza della nuca e sono lisci e castani. E' esile ma slanciata e sembra pure atletica. Si toglie la giacca a metà tra il casual e l'elegante e un maglioncino slim mostra ancora meglio le sue forme che mi confermano la sua figura atletica. Il jeans scuro modella le gambe ed il culo perfettamente e la sua terza di seno, almeno credo, è perfettamente bilanciata al tutto il resto. Due occhi marroni mi scrutano qualche istante e mi ci perdo come un marinaio in una bufera. Resto in apnea qualche secondo. Mi mette soggezione e mi destabilizza. Come ci riesce? Non capisco. Non posso evitare nella mia mente di immaginarmela nuda, difronte a me. Nonostante, ad occhio e croce, mi sembra più bassa di me, nella mia fantasia sembra essere una statua immensa pronta a divorarmi. Non posso resisterle, non posso combatterla. Nella mia immaginazione sono la sua vittima sessuale, il suo pupazzo di giochi.
Le sue labbra sinuose iniziano a muoversi e la sua voce mi da il colpo di grazia. Pulita, diretta e senza alcun cedimento. Fiera e convita come la sua presenza. Quando parla, noto che ha l'abitudine di mettersi la mano al petto, come ad evidenziare la sua persona. Nel farlo un braccialetto che credo esser d'oro tintinna a cadenza quasi regolare.
Il suo naso è un po' sproporzionato rispetto alla faccia, un po' grande, ma a me non importa. Per me resta la donna più intrigante e sexy che abbia mai visto.
Sento che mi è diventato duro. Spero che non abbia l'idea di chiamare qualcuno alla lavagna o a parlare in piedi. Già mi immagino la figura di merda che farei e magari mi guarderebbe con un'aria schifata e penosa. Non voglio proprio farle pena. Sono stregato. Sono fottuto.
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S. p. A. Una Vita Di Interessi (senza revisione)
General FictionIn un mondo dove il lavoro è sempre più "sopravvivenza" Miki Jo (Michele Giordani) si sente attanagliano dalla morsa sociale. Come quasi tutti i suoi coetanei vive con l'angoscia di non essere mai abbastanza. Nella continua lotta per essere sempre i...