Capitolo 21

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<<Dario, possiamo parlare?>>

Pronuncio, mentre il mio migliore amico si trova in piedi davanti alla porta dello studio di Space Valley; con il suo zaino già messo in spalla ed in procinto di andare via.
Si gira lentamente ,probabilmente per stanchezza, appena sente il mio richiamarlo.

Mentre lo dico, sento la tirannia di alcuni occhi riversarsi completamente sulla mia figura...
Certi occhi...
Quegli occhi...
Cesare perché?!

Subito dopo la mia frase, come risposta, ottengo subito una pacca dietro la scapola sinistra -sulla schiena- ,consegnatami dal mio, fortunatamente almeno lui ancora amico, Tonno.

<<Vai Bic, vai!>>
A quanto pare deve aver capito cosa stia per fare... e spero di non pentirmene.
Diamine, perché sono così confuso?

Poi, una voce colpita da una leggera raucedine mi risveglia -e delude- ,allontanandomi dai miei pensieri.
È una voce distante, perché il proprietario lo è sia fisicamente che psicologicamente, da me.

<<Nic placa gli animi!>> La voce di Cesare.

Ed è in questo momento, infatti, che mi accorgo di aver utilizzato un tono decisamente fin troppo elevato per l'occasione; ed ancora più impensabile, considerando che la persona a cui era diretto il mio richiamo, gridato, l'avrei rivista solo il giorno subito dopo; oppure avrei potuto benissimo contattarlo poi per telefono...
'Niente fretta.'

Eppure per me c'è stata fretta... la fretta necessaria per non far ricredere Dario, farlo tornare nuovamente sui suoi passi e non fargli acquisire pensieri probabilmente errati...
È il mio migliore mio amico e non voglio ingannarlo o farlo soffrire.

<<Calmati Cesare!>> La ripresa immediata di Nelson, dalla schernitura offertami dal cugino.

Sbuffa così infastidito, per poi parlare. <<No, non lo faccio.>>
Nelson sbianca in viso ed è come se fosse appena avvenuto un qualcosa di sconvolgente.
'Credo che lui sappia qualcosa che io non so.'

Cesare: <<Non lo faccio, perché Nicolas deve calmarsi! Mi provoca un nervosismo incredibile... tu lo fai.>>
Volge così il volto verso di me, prima di pronunciare l'ultima frase...

Cesare?

Nelson: <<Cesare, ma come ti permetti!?>>
Cesare: <<Vabbè Nels, ne riparliamo; ora devo andare a casa.>>
Nelson: <<Hai tu Chewbe oggi?>>
Cesare: <<Sì, perché?>>
Nelson: <<Bene, allora ti accompagno.>>

Dopo un po' di titubanza i ragazzi escono.
Gli unici rimasti in studio - ormai - ,siamo solo io e Dario.

Frank, invece, è stato il primo ad andarsene via dallo studio di Space Valley; per via di programmi che aveva con la sua ragazza che -per via del problema alla bicicletta avuto ormai di stamattina- , ha deciso di offrirgli un passaggio sulla sua auto.
Tonno è uscito subito dopo Nelson e Cesare, e credo di aver capito che anche lui, per oggi abbia organizzato programmi con la sua ragazza.

<<Nicolas?>>

Mi richiama Dario con su un'aria interrogativa in viso, a metà tra la titubanza e la confusione; probabilmente per via del mio non essermi accorto di averlo chiamato -per evitare che se ne andasse subito dallo studio- e poi essere rimasto ad assistere -visivamente- a ciò che mi stava succedendo attorno.

Io: <<Dario, io ho-ho preso una decisione.>> Comincio quindi a parlare.

Dario: <<Riguardo quello che ti ho detto ieri? Sta tranquillo Nic, non devi rispondermi subito se non vuoi.>>

Io: <<N-no, invece voglio darti una risposta, oggi.>>

Dario: <<Grazie... Allora Nic?>>

'Dai Nic, forza! Ce la puoi fare..'

<<Nic?>>
Mi ripete con tono dolce, avvicinandosi di più a me -e rimpicciolendo quel metro e mezzo che ci separava- , prendendomi così una mano fra le sue.

Effettivamente ha uno sguardo meraviglioso... sembra dolce e comprensivo anch'esso, proprio come il suo padrone mi ha spesso fin' ora dimostrato di essere, in tanti anni di conoscenza ed amicizia.

Allora è sul serio vedo che gli occhi sono lo specchio dell'anima...

Io: <<Dario, io.. Io.. Anche tu mi piaci!>>

Ed è vero, lo è.
Non è forse amore, ancora, ma lo diventerà. Sono sicuro che può farlo.

Dario fa così per diminuire la distanza fra i nostri due corpi. <<Nic, cos'hai detto?>>
L'evidente desiderio di sentirsi dire quelle tanto aspirate parole ancora una volta.
<<Mi piaci Dario.>>

Accenno un sorriso.
Questa mia reazione così "robotica", quasi, è probabilmente scaturita dall'imbarazzo e dalla delusione che mi sono ritrovato a vivere per in realtà tutta la giornata di oggi.

Sul volto di Dario si stampa un'espressione di felicità tale che ,sinceramente, nessuno del gruppo di Space Valley è mai stato capace di fornirgli, o solo di vedere.
Mi ama davvero .

Dario: <<Non hai idea di quanto sia felice Nic!>>
Io: <<Lo vedo! Ahah>>

E la giornata di oggi è terminata con il suo cingermi le braccia ed il corpo, in uno degli abbracci più confortevoli e desiderati che abbia mai ricevuto...

Forse riuscirò ad amarti davvero, Dario.

Vale la pena di credere nell'amore, vero?

Un sogno | CesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora