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Niall ed Ella erano sempre stati il tipo di persone a cui non importava di cosa pensassero gli altri, e valeva per entrambi, per questo si erano trovati così bene insieme quando si erano incontrati per la prima volta.
Niall era entusiasta fin dall'inizio, gli piaceva la grinta di questa ragazza in cui si era imbattuto.
Ella, però, non era interessata ai membri delle band e, nonostante nel profondo avesse pensato costantemente al ragazzo nei giorni che seguirono il loro incontro, non voleva permettersi di provare dei sentimenti per qualcuno così lontano da raggiungere.

Niall era il ragazzo maldestro che non riusciva ad abbassare la voce ed Ella era diretta ed un po' irascibile.

Ella ricordava la prima volta che aveva posato gli occhi su quella bellezza bionda. Si erano incontrati in una caffetteria proprio fuori Bristol quando Niall era in vacanza.
Non ci fu un istante in cui i loro occhi si incontrarono e si innamorarono. No, era molto meno romantico.

Non ci furono fuochi d'artificio o uccellini bianchi che volavano inutilmente intorno alle loro teste, come se queste fossero cose che succedessero fuori dai film, ad ogni modo.
Non ci fu nessuna canzone popolare che li facesse sentire disorientati o sdolcinati dentro.
No, ci fu solo caffè caldo, occhi attenti ed un sussurro.

Ella si ricordava di camminare verso la caffetteria accanto alla madre desiderando che smettesse di rimproverarla per come doveva vivere la sua vita.
Le loro discussioni erano iniziate nel tredicesimo anno di vita di Ella ed, ovviamente, la maggior parte iniziavano per colpa sua.

Ad ogni modo, col tempo che passava, la mamma di Ella voleva controllare sempre di più le decisioni che lei prendeva.

"Sto solo dicendo, Ella, l'università non aspetterà per sempre. Hanno dei posti da riempire ed io sarò dannata se tu non sarai uno di quelli." Sua madre era il tipo di persona che voleva tutto organizzato per la vita di qualcuno milioni e milioni di anni prima.
Ella odiava sua madre solo per questo tratto, perché nemmeno per una volta Ella aveva programmato prima di tutto di andare all'università.

"Mamma." Si lamentò Ella tirandosi le maniche della giacca per contenere la rabbia che stava provando.
"Quante volte devo dirtelo, non voglio andare all'università."

Sua madre, una volta, era un peperino, proprio come Ella, ma dopo tre figli fu costretta a diventare responsabile. Si sistemò e trovò un lavoro ben pagato, uno su cui avrebbe fatto affidamento la famiglia dopo che, una notte, il padre, inaspettatamente, andò via.
Ad essere onesti, a causa di questo, era una rottura di scatole.

Stavano discutendo silenziosamente quando accadde tutto.
Lei non stava guardando dove stava andando e nemmeno il ragazzo davanti a lei.

Quando Ella ripensa a quel giorno, le piace pensare che fosse stato il destino a versare quel mocaccino addosso a lei.

"Guarda dove cammini, fottuto stronzo." Disse abbastanza rumorosamente da far sentire all'intero negozio.
La sua maglia era inzuppata di un liquido marroncino e, per via dell'aria fredda che arrivava dalla porta d'ingresso, le stava rapidamente facendo sentire freddo fino alle ossa.
Pensò che fosse anche colpa sua tanto quanto lo era dell'altra persona ed era più arrabbiata con sua madre che con il ragazzo che l'aveva inzuppata, ma non le importò.

Sentì il sussulto di sua madre, ma non vi prestò attenzione quando, alla fine, alzò lo sguardo e guardò il colpevole.

Ad oggi, Ella ricorda la prima volta in cui abbia mai visto Niall.

Prima notò che gli occhi del ragazzo fossero i più blu che avesse mai visto, poi notò che fosse bellissimo e che quella parola fosse un eufemismo per quanto fosse mozzafiato in realtà.
Aveva un pochino di barba che gli ricopriva superficialmente il mento. Non gli cresceva, quindi la barbetta scura era irregolare.
La fossetta sul suo mento era prominente ed Ella riusciva ad immaginarmi mentre ci passava il pollice sopra.

Sapeva chi fosse lui, ma mai, in un milione di anni, avrebbe pensato che lo avrebbe visto nella vita reale.
Le piaceva un po' quello con i capelli ricci, ma poco dopo iniziò ad apprezzare il biondo.

E proprio quando tutti, nella caffetteria, iniziarono a realizzare con chi avessero diviso le quattro mura, lei realizzò anche di aver chiamato questo bellissimo ragazzo un "fottuto stronzo".

Sua madre, dopo, avrebbe detto che Niall fosse la ragione dell'orribile bocca di Ella, nottate lontano dai suoi fratelli e sorelle.
Quell'incontro nella caffetteria sarebbe stato la vera ragione per cui Ella avrebbe scelto una vita con Niall piuttosto che una vita con sua madre.
Nel mezzo di un caffè di Bristol, iniziò la storia di Niall ed Ella.
Due persone destinate a far stare bene l'altro in un mondo che era tutto tranne quello.

"Giusto, beh, mi dispiace, ovviamente non volevo." Un accento irlandese colse l'attenzione di Ella.
Era accentuato, profondo, roco e tutto ciò che c'è di bello nella vita.

Ella guardò dalla sua maglietta e la tazza mezza vuota nella mano del ragazzo.

Alla fine notò il tremore. Era solo un leggero tremore che sembrava far scuotere il caffè rimasto nella tazza.
Dovevi guardare bene per notarlo.

Alla fine diede la colpa ai nervi, ma non sembrava nervoso, sembrava più che altro divertito, glielo dicevano il sorriso e l'atteggiamento.
Aveva la sensazione che il tremore non fosse qualcosa da lasciar passare, comunque. Aveva la sensazione che fosse qualcosa di molto più grande.

Il ragazzo notò dove fossero atterrati gli occhi di Ella e non gli ci volle più di un secondo per muoversi a disagio ed iniziare ad uscire dal negozio.

Essendo Ella, raggiunse la sua mano prima che potesse fermarsi.
Aveva sentito il cosa stai facendo che era scappato lentamente dalla bocca di lui prima che lei mettesse le sue mani delicate sul suo polso tirandolo fuori dalle sue tasche.

Tutto all'improvviso, col tocco di lei, il tremore si fermò e così fece il farfugliare nervoso che stava lasciando la sua bocca. La sua pallida mano di aggrappò forte a quella di Ella ed i suoi occhi la guardarono con attenzione.

Lei guardò la sua bocca chiudersi e le sue sopracciglia aggrottarsi.
Era bellissimo.
Tutto di lui era splendido.

"Come hai..." La sua frase si interruppe mentre le mani di lei tornarono al suo fianco. La guardò e sorrise con un lato delle sue labbra chiuse che mandò una furia di farfalle nello stomaco di lei.
Lei non sapeva se lo avrebbe visto ancora, quindi lasciò un baciò gentile sulla sua guancia sussurrandogli velocemente nell'orecchio.

"Non preoccuparti, migliorerà. Le cose lo fanno sempre."

Sperò che, per qualche potere divino, le sue parole sarebbero risuonate in lui.
Sperava che, forse, dicendole ad alta voce, avrebbe aiutato la sua situazione.

In quel momento non poteva sapere che le sue parole sarebbero state l'unica cosa alla quale lui avrebbe pensato per le settimane a venire.

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