Stiles e Derek si rivedono qualche giorno dopo, ma non nel modo in cui Stiles avrebbe voluto. La squadra di Scott ha organizzato un'uscita nel pub della città per festeggiare l'ingaggio di Derek nei New York Knicks e anche Stiles è stato invitato. Il ragazzo accetta felice per pentirsene dopo nemmeno un'ora: Derek non lo degna neppure di uno sguardo. Sa che non può pretendere nulla, ma almeno che si comporti da amico. E invece lo ignora per tutta la serata concedendo tutte le attenzioni ai suoi ex allievi e ad una moretta tutta curve che lavora dietro al bancone. Stiles se ne va dopo solo due ore con la scusa di aver ricevuto una chiamata da casa. È arrabbiato, talmente arrabbiato che mentre guida sente una lacrima scendergli lungo la guancia e la asciuga con il dorso della mano con stizza.
Passano i giorni, ma la rabbia resta: non si fa più sentire da Derek, non gli manda neppure gli auguri per l'ultimo dell'anno. No, non è vero. Quelli glieli ha mandati, ma solo perché è un ragazzo educato. E quando l'ha fatto era anche un po' ubriaco. Non ricorda nemmeno di avergli dato dello stronzo in quel messaggio, ma lo ha fatto e Derek non gli ha detto niente. Probabilmente sapeva di meritarselo.
Derek gli chiede se possono incontrarsi il giorno prima della sua partenza, ma Stiles non sa cosa rispondere: da un lato è ancora arrabbiato, dall'altro sa che potrebbe essere l'ultima volta per chissà quanto tempo. Così accetta scrivendogli semplicemente “Okay.”
Derek arriva alle ventuno in punto. Ha capito che Stiles ce l'ha con lui e sa anche che un po' di ragione ce l'ha. Giusto un po' perché lui è stato chiaro fin dall'inizio con quel ragazzino: nessun legame, solo sesso. Quando arriva alla palestra, però, e trova la Jeep già parcheggiata, pensa che Stiles l'abbia perdonato. L'edificio è buio se non per le luci d'emergenza che restano sempre accese, e trova la porta già aperta: Stiles deve aver usato le chiavi. Usa le sue per chiuderla, sa che non dovrebbe entrare nessuno, ma la prudenza non è mai troppa.
Fa i primi passi oltre la porta di ingresso e quello che vede lo lascia senza fiato: il ragazzo è semi sdraiato sul primo gradino degli spalti, completamente nudo. Il suo membro è già eretto e tre dita sono sprofondate in lui. Derek si avvicina in silenzio, come per non rischiare di spaventarlo facendo rumore. Ma Stiles lo ha sentito, infatti alza la testa e punta il suo sguardo di fuoco in quello di Derek per poi affondare di più le dita, muovendole piano, e gemendo il suo nome. Derek si tocca istintivamente il pacco da sopra i jeans mentre allunga l'altra mano verso Stiles.
"No, spogliati, ma non mi toccare. Stasera comando io."
E Derek, che ha sempre odiato eseguire gli ordini, si ritrova eccitato all'inverosimile e obbedisce denudandosi completamente. Sente gli occhi del ragazzo seguire ogni suo movimento e, una volta nudo, si mette dritto davanti a lui come per permettergli di vederlo meglio. "Cosa devo fare adesso?" chiede Derek con voce roca.
"Toccati. Voglio che diventi duro e pronto per me."
E Derek lo fa, si massaggia il membro seguendo il ritmo delle stoccate delle dita di Stiles. Quando lo sente duro e umido si ferma.
"Siediti" gli ordina ancora l'altro.
Si siede poggiando le mani dietro di sé come per fargli capire la sua sottomissione e Stiles gli si mette a cavalcioni. Prende un preservativo che aveva già preparato e glielo srotola sull'erezione. Poi lo afferra saldamente in una mano, lo punta al suo ingresso e si cala sopra di essa. Si morde il labbro per non emettere fiato per poi cominciare immediatamente a muoversi tenendo gli occhi fissi nei suoi. Si alza e si abbassa velocemente, trasmettendo la sua rabbia. Non lo bacia nemmeno. Derek non può far altro che seguire i suoi movimenti spingendosi contro di lui fino a raggiungere l'orgasmo.
Il più piccolo riprende fiato per poi alzarsi e cercare i suoi vestiti, ma Derek lo afferra e lo fa sedere sulle sue gambe. "Ehi, non fare così. Non devi essere arrabbiato. Io ero stato chiaro."
E Stiles esplode. "So che la nostra relazione è fisica e va bene così, ma vorrei che quando siamo con gli altri mi considerassi qualcosa, un amico, anche un conoscente, non che mi ignorassi perché no, quello non mi sta bene. Mi hai quasi fatto sentire una puttana, Der."
E a Derek si stringe il cuore a quelle parole. Si sente egoista e, ancora una volta, ha ferito quel ragazzino che riesce a farlo stare così bene.
Lo stringe ancora i più a sé e gli appoggia le labbra sul collo. "Hai ragione. Mi dispiace da morire. Sono stato uno stronzo, ma ho così paura che mi possa sfuggire qualche gesto che faccia capire a qualcuno quello che c'è tra noi che ho pensato di fare la cosa giusta. E non ho pensato a come questo potesse farti sentire."
"Derek, non ti permetterei mai di mettere a repentaglio la tua carriera per me. E questo tuo non fidarti mi ferisce."
"Mi dispiace."
"Non ignorarmi più" chiede Stiles prima di baciarlo.

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Give and Go
FanfictionDerek incontra Stiles nell'estate del 2011 mentre allena la squadra di basket di Beacon Hills. Questo è solo l'inizio di una storia tormentata, che distrugge e ricompone entrambi più di una volta.