Stiles non vede e non sente Derek da almeno dieci giorni, ma non se ne fa un problema. A breve dovrà sostenere i primi erano e ha un'ansia a livelli stratosferici. Sta passeggiando per andare al Central Park a studiare, ha preso quell'abitudine da poco, quando si blocca davanti ad un'edicola. Quello che lo sconvolge è una pila di giornali, Vogue, con sopra, in prima copertina e in grande una foto in alta definizione di Derek e Kate sorridenti. Sotto il titolo:
“Derek Hale e Kate Argent presto sposi! I dettagli a pagina 3!”
Stiles non ha proprio voglia dei dettagli di pagina tre, vuole solo urlare. Mentre fa la strada del ritorno verso il campus, manda un messaggio allo stronzo.
(Ore 10:03) Come? Non mi hai nemmeno mandato l'invito? Mi aspettavo di essere il tuo testimone. SS
(Ore 10:08) Sei arrabbiato. DH
(Ore 10:12) Meglio di te che sei fottutamente fidanzato! SS
(Ore 10:13) Alle sette al motel? DH
(Ore 10:14) Alle sette al motel. SS
Stiles passa le ore seguenti a piangere e ad urlare, alle sei fa una doccia, si rende presentabile e alle sette e un quarto è fuori quella struttura fatiscente. Entra senza nemmeno salutare il proprietario, va direttamente alla loro solita stanza e spalanca la porta che Derek lascia sempre aperta per lui. Lo trova seduto sul letto, le mani tra i capelli e i gomiti sulle ginocchia. Alza lo sguardo quando Stiles sbatte la porta chiudendola e si alza avvicinandosi al ragazzo.
Lo schiaffo che Stiles gli dà, gli rimbomba dentro e nelle orecchie, ma la cosa che più gli fa male inspiegabilmente è lo sguardo deluso che gli rivolge. "Questo è per farti le mie congratulazioni, idiota che non sei altro!”
Stiles urla, i pugni stretti lungo il busto, poi alza un braccio e gli dà un altro schiaffo. Derek non reagisce, non ci riesce. “Questo, invece, è perché prendi decisioni del cazzo! Come ti è saltato in mente? Posso capire la copertura, ma un matrimonio, Derek? Davvero?”
E Derek decide di spiegarsi. "Non avevo scelta. Jackson… Jackson il giorno dopo la partita ha detto di aver visto un ragazzo uscire dal ripostiglio, sembrava avesse appena scopato. Ti aveva visto, Stiles e ha detto di essere sicuro che uno della squadra fosse una “Checca”! Per fortuna sono stato lì dentro almeno mezz'ora, così non mi ha visto!”
Stiles sembra ancora più furioso. “C'è sempre una scelta, Derek. C'è sempre una cazzo di scelta!”
“Io non ne ho. Non sono come te, non mi posso permettere di andare in giro con un mio ipotetico fidanzato come se nulla fosse. Questo ambiente fa schifo, sarei escluso da tutte le squadre prima ancora che io riesca a dire campionato mondiale!”
Stiles comincia a camminare avanti e indietro, Derek si risiede sul letto. “E tu non dovresti arrabbiarti. Non siamo nulla l'uno per l'altro, la vita che sto rovinando è la mia, capisco che può dispiacerti, ma le scelte sono mie.”
Stiles si ferma di colpo, gli si avvicina e si inginocchia davanti a lui. Derek alza lo sguardo giusto in tempo per vedere la prima lacrima scendere da quegli occhi di ambra. Stiles sorride amaro, poi alza un braccio e gli dà il terzo schiaffo, più debole degli altri, ma che a Derek fa cento volte più male. Stiles sembra ferito, sembra davvero distrutto dall'interno e Derek capisce il perché solo quando apre la bocca e parla. “E questo… questo è perché ti amo, razza di idiota. Mi hai fatto male in un modo in cui non credevo fosse possibile.”
Si alza e si avvicina alla porta, poi dopo averla aperta si rigira e continua “Non farti più sentire né vedere. Considerami morto.”
La porta si chiude e Derek, finalmente, urla. Contro se stesso, la propria vita. Urla perché ha distrutto una cosa bella come quel ragazzo che gli ha sempre sorriso. Urla perché il vuoto che ora sente è troppo doloroso. Si addormenta stremato su quel letto come ha fatto altre volte per motivi molto più piacevoli, ma quando si sveglia la mattina, Stiles non c'è.

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Give and Go
FanfictionDerek incontra Stiles nell'estate del 2011 mentre allena la squadra di basket di Beacon Hills. Questo è solo l'inizio di una storia tormentata, che distrugge e ricompone entrambi più di una volta.